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domenica 2 febbraio 2025

CRONACA


 Il treno con i tifosi veneti bloccato nella stazione di Basiliano

Scontri fra tifosi dell’Udinese e del Venezia, feriti e fermi

Una decina di feriti, quattro dei quali in ospedale. Sette i tifosi fermati e portati in Questura. Intervento delle Forze dell'ordine e di un elicottero della Polizia

Tre Vigili indagati dalla Procura di Udine per omicidio colposo

Tragedia Natisone: capo Vigili del Fuoco, piena fiducia nei magistrati





Inaugurazione Go 2025, attese 20 mila persone

All'inaugurazione sabato 8 febbraio ci sarà anche una grande festa di popoli

Cresce l’attesa per il taglio del nastro di Go 2025 sabato 8 febbraio. Una giornata storica per Nova Gorica e Gorizia evidenziata anche dall’importanza degli ospiti: saranno presenti infatti all’inaugurazione alle 16 in piazza Transalpina la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e quelli di Italia e Slovenia Sergio Mattarella e Natasa Pirc Musar, ma nel corso della giornata si stima l’arrivo di 20 mila persone circa, cifra che dà la dimensione di come il grande evento sarà innanzitutto una festa di popoli uniti dalla capacità di superare ogni confine. Il programma della giornata inaugurale è stato presentato all’X Center di Nova Gorica: 1500 performer sfileranno lungo le vie di Gorizia dalle 10, quando partirà dalla stazione ferroviaria il maxi-corteo alla presenza di bande, gruppi folcloristici e sbandieratori, con scampanio di tutte le campane delle chiese goriziane alle 11.15 e successivo discorso dei due sindaci in piazza Vittoria. La sfilata proseguirà poi verso Nova Gorica concludendosi nella piazza della città. Alle 16 la cerimonia ufficiale di inaugurazione in piazza Transalpina, visibile tramite maxischermo in piazza Vittoria a Gorizia e piazza Bevkov a Nova Gorica. A seguire concerti e festa nelle piazze delle due città, con dj set dalle 20.30 in Transalpina con Daddy G dei Massive Attack. La festa proseguirà poi anche domenica 9 febbraio in piazza Vittoria dalle 9 per tutto il giorno con spettacoli e musica live

Un 'altra perdita

6 febbraio 1951  -  19 dicembre 2024


6 febbraio 1951  -  19 dicembre 2024

 Ha raggiunto suo marito Pieter,RIP Mariette!mariettesbacktobasics.blogspot.com

6/02/1951-19/12/2024
6 febbraio 1951  -  19 dicembre 2024

sabato 1 febbraio 2025

Miniera di cave del Predil

 

Siete pronti per una nuova avventura con Insidefvg in questo geosito fantastico?
E lo sapete che con noi si esce sempre un pezzettino "fuori traccia"'
Anche questa volta
🚶‍♀️🚶percorreremo il Livello Zero della miniera ora percorribile, rimessa a nuovo e super interessante
🫠ci emozioneremo al cospetto del nuovo spettacolo 3D "viaggio al Centro della Terra" di@4dodo_beyondimagination
⚒visiteremo l'interessante Museo della Miniera
😎🤫...vi aspetta una parte della storia di questa miniera che di solito si può visitare solo in particolari eventi!!!

Si parte DOMENICA 9 FEBBRAIO alle 10:00!
Escursione adatta a persone non claustrofobiche e senza problemi di deambulazione
Il percorso è tutto pianeggiante con solo alcune scale.
Durata: 3 ore e mezza/4
Chiusura prenotazioni sabato 8 febbraio.
Per info, costi e informazioni contattateci via messaggio whatsapp al 3478830590 - via mail a info@insidefvg.com
We🤎caves. And mines,too.
In collaborazione con Giuseppe Di Vora Musei Tarvisio
🤟🤟

La pioggia di Primavera

 

FOTOGRAFIA © NICOLAS VIGIER

.


DARIA MENICANTI

LA PIOGGIA DI PRIMAVERA

La pioggia di febbraio fredda a e buia
non ha le fragorose libertà
dell’estate,
l’assorto brusio
delle prime giornate d’aprile.

La pioggia di febbraio pensa a sé;
e tace
e striscia
e nera si rintana
nelle cunette e fogne di città.
La maledetta pioggia di febbraio
piove per conto suo.

febbraio 1964

(da Un nero d’ombra, 1969)

Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.

https://cantosirene.blogspot.com/2025/02/

CASTELLO DI CORDOVADO | CINEMATIC VIDEO 4K | DJI MINI3 PRO

Cordovado (Cordovât in friulano[6]Cordovado in veneto[7]) è un comune italiano di 2 702 abitanti del Friuli-Venezia Giulia.

Territorio

Il comune è posto nella bassa pianura veneto-friulana, al confine con la Città metropolitana di Venezia. Si estende su una superficie di 12,12 km², da un'altitudine minima di 10 metri, ad una massima di 21 s.l.m.[8]. Cordovado confina a ovest e a nord con Sesto al Reghena, a est con Morsano al Tagliamento, a sud con Teglio Veneto e Gruaro[9]. Secondo la classificazione sismica, il comune appartiene alla zona 3 (sismicità bassa)[10].Nel 1126 è attestato un «Martinus de cort de Vat», mentre nel 1186 è citata la «villam de Cordovado»[14]. Il toponimo significa chiaramente "corte del guado" (vadum in latino) e in effetti nei dintorni scorreva un ramo del fiume Tagliamento, oggi scomparso[14][15].
Una tradizione, invece, interpreta il toponimo come corde vadum ("nel cuore del guado")[16]. Benché si tratti di un'ipotesi priva di fondamento, essa ha ispirato la raffigurazione dello stemma comunale[14][17]. wikipedia

giovedì 30 gennaio 2025

mercoledì 29 gennaio 2025

ANTISEMITISMO




 

Il termine "antisemitismo" venne coniato nel settembre 1879, a Berlino, in Germania, da parte del nazionalista Wilhelm Marr, nello scritto La strada verso la vittoria del Germanismo sul Giudaismo, da una prospettiva aconfessionale, come eufemismo di Judenhass («odio per gli ebrei»): nonostante l'etimologia, esso non si riferisce all'odio nei confronti dei "popoli semiti" (cioè quelli che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico, quali l'arabo, l'ebraico, l'aramaico e l'amarico), ma unicamente all'odio e alla discriminazione nei confronti degli ebrei. Il concetto espresso da Marr, che nei suoi scritti successivi verrà visto come un errore e ritrattato, nel secolo successivo assumerà valenze diverse, più ampie e coinciderà spesso con la definizione degli atteggiamenti persecutori, tra i più gravi della storia contemporanea.

In Italia

Si hanno tracce di antisemitismo sin dall'epoca romana, in particolare nelle "Historiae" di Tacito è presente una digressione sugli usi e costumi del popolo ebraico, dove l'autore latino esprime con disprezzo la diffidenza del pagano colto nei confronti di un popolo di cui fraintende volutamente le usanze e la religione, incentrata sul culto di un unico dio.

Anche in Italia l'antisemitismo è stato secolare; per esempio nel Medioevo i giudei furono più volte espulsi dal Regno di Napoli e, dove erano invece accettati, erano considerati con diffidenza. Nel 1493 il governatore veneziano di Corfù, essendo arrivata nell'isola una nave carica di giudei scacciati appunto dal Regno di Napoli e poiché quei profughi chiedevano di stabilirsi nell'isola, chiese istruzioni al Senato di Venezia; gli fu risposto che li accettasse purché s'impegnassero di rinunziare alla pratica dell'usura. Il più antico documento italiano di cui ci sia rimasta notizia a proposito dell'obbligo per i giudei di mostrare un contrassegno giallo cucito sul petto, è il seguente bando milanese del 31 agosto 1473:

MCCCCLXXIII, DIE ULTIMO AUGUSTI, MEDIOLANI PROCLAMATUM EST UT INFRA. Per parte et comandamento de li spettabili e generosi Maestri dell'intrate del nostro ill. Principe, et excell. Signor Duca, Galeazzo Maria Sforza Vesconte ecc. – (la cui ill. Signoria el summo Iddio accreschi e mantenga longamente in stato felice). – In executione de lettere de sua Excellentia, date a Cropello a dì 27 del mese presente, et signate A. Iacobus, per le quale vuole sua Celsitudine, como convene al vero e christianissimo Principe, che nel dominio suo siano distincti et cognosciuti li Hebrey da li Christiani, como etiam è usato in altri paesi de' Christiani; per la presente crida, la quale habeat vim decreti ducalis, se ordina et se comanda ad caduno como se voglii Hebreo, che deba portare uno O gialdo nel pecto per segnale, et de tal forma e grandezza, ch'ello sia distintamente cognosciuto da Christiani, et se gli dà termine quindeci dì proximi a venire ad mettersi detto signale nel petto. Li quali quindeci giorni proximi passati che saranno, qualunque di essi Hebrei serà da può trovati senza dicto O gialdo nel pecto apertamente, come è predicto, debbia incorrere in la pena de tracti quattro di corda, e de pagare ducati mille d'oro da ser applicati alla camera ducale irremissibilmente. Signat. GABRIEL. (Carlo Sgorbio, Codice visconteo-sforzesco ecc. P. 418. Milano, 1846.)


Seppur anticipato da alcune sporadiche dichiarazioni di esponenti del regime, l'antisemitismo dell'Italia fascista incomincia ufficialmente il 14 luglio 1938 con la pubblicazione del Manifesto della razza ed è preceduto dalla venuta di Hitler in Italia, dal 3 al 9 maggio. Due mesi dopo la visita in Italia del Führer, viene pubblicato il Manifesto redatto quasi tutto da Mussolini, ma sottoscritto da un gruppo di scienziati. Tra questi Nicola Pende che risultò dai giornali dell'epoca tra i firmatari del Manifesto ma venne assolto in un processo postbellico per non aver mai aderito alle posizioni degli scienziati razzisti.

I giornali aprono subito una campagna antisemita: esce La difesa della razza diretta da Telesio Interlandi, che ha come segretario di redazione Giorgio Almirante. La razza di riferimento è la razza ariana.

A partire dal 5 settembre 1938, una serie di disposizioni legislative, le cosiddette "leggi razziali", introducono una serie di pesanti discriminazioni nei confronti degli ebrei, che, tra l'altro, vengono espulsi da ogni incarico nella pubblica amministrazione (e quindi anche dall'insegnamento nelle scuole e nelle università), e non possono accedere ad alcune professioni come quella di notaio e di giornalista.

L'antisemitismo italiano, al contrario di quello tedesco (basato su pregiudizi razziali/biologici/sessuali), aveva una forte componente religiosa/spirituale: tendeva cioè, almeno nelle intenzioni iniziali di alcuni dei suoi padri (tra cui diversi religiosi cattolici), a discriminare principalmente gli ebrei non convertiti. Lo stesso Mussolini elaborò lo slogan "Discriminare e non perseguitare" per indicare la filosofia che, secondo la versione data dal regime, sarebbe stata adottata nell'applicazione delle leggi razziali e, in un discorso tenuto a Trieste nel settembre 1938, affermò esplicitamente che "gli ebrei che hanno indiscutibili titoli di benemerenze militari e civili troveranno la giusta comprensione del Regime. Questo esplicitare un distinguo rispetto all'ondata antisemita "biologica" europea, era probabilmente dovuto, tra le altre cose, al tentativo di rassicurare quella parte degli ebrei italiani (soprattutto tra le classi più benestanti) che fino ad allora avevano appoggiato prima il movimento fascista e poi la dittatura.

Con l'avvento della Repubblica Sociale Italiana questa distinzione tra antiebraismo spirituale e antiebraismo biologico venne completamente a cadere, e gli ebrei italiani vennero perseguitati alla pari di quelli tedeschi....continua https://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismo

                           



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