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Qui si parla del Friuli multietnico, dei luoghi,foto,video curiosità,articoli dai giornali e tanto altro.E’ una regione a Statuto speciale tutelata dalla legge per le minoranze linguistiche che prevede cartellonistica plurilingue,leggi speciali,scuole con l’insegnamento delle lingue minoritarie,radio,Tv giornali ecc.

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I. Nievo

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domenica 21 settembre 2025

PORDENONELEGGE finale


 PORDENONE – Per il gran finale della 26^ edizione di pordenonelegge, domenica 21 oltre 80 incontri, più di 250 protagonisti. Tra le grandi anteprime internazionali con gli occhi puntati sull’’uscio della storia’, nel segno del romanzo strettamente legato al tempo che viviamo.

Arriva, con un visto speciale, lo scrittore ucraino Oleksii (Aleksej) Nikitin e presenta Di fronte al fuoco (Voland): la saga familiare dedicata alla figura leggendaria del campione di pugilato ebreo-ucraino Il’ja Gol’dinov – e alle sue vicissitudini dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Una storia vera, ricostruita sulla base di documenti dei servizi segreti ucraini desecretati dopo il 2011, ambientata in un paese da sempre crocevia di culture e di etnie, oggi al centro del conflitto che sconvolge l’Europa e il mondo (ore 12, Auditorium Istituto Vendramini, con Laura Pagliara). È l’intensa storia di due madri e di un bambino che fuggono dall’Ucraina appena invasa, al centro del nuovo romanzo di Viola Ardone Tanta ancora Vita, in uscita per Einaudi Stile Libero il 23 settembre. Un canto a tre voci capace di scardinare la solitudine e ricomporre la speranza (ore 15 Capitol, intervistata da Alberto Garlini, co-curatore del festival).

sabato 13 settembre 2025

LE MUCCHE


 Le mucche dormono

dentro la stalla stanno insieme strette
e con il fiato fan le nuvolette
e sognano
le mucche sognano
un cielo azzurro bianco come il latte in cui decollano come farfallette
e volano
le mucche volano
sopra le nuvole dall'alto puntano le naturali loro artiglierie
e poi bombardano le macellerie
ma poi si svegliano le mosche ronzano
è già mattino
e le mucche pensano
le mucche pensano al loro destino
cos'è la vita infine?
oggi siamo qui, domani scaloppine.

Stefano Benni

venerdì 12 settembre 2025

E' morto Stefano Benni


 Stefano Benni (Bologna, 12 agosto 1947  Bologna, 9 settembre 2025) è stato uno scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo italiano[2

È stato autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar SportEliantoTerra!La compagnia dei celestiniBaolComici spaventati guerrieriSaltatempoMargherita DolcevitaSpiritiIl bar sotto il mare e Pane e tempesta. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. Ha collaborato con i settimanali L'Espresso e Panorama, con i satirici Cuore e Tango, i mensili Il Mago (dove esordì e dove pubblicò a puntate parte di Bar Sport) e Linus, i quotidiani la Repubblica e Il manifesto.

Autore televisivo, fu "battutista" di Beppe Grillo agli esordi: sua la celebre gag del teorema "Pietro Longo=P2" per la quale L'Umanità, l'organo del PSDI, chiese senza successo alla commissione parlamentare di vigilanza Rai la rimozione di Grillo dalla tv di Stato[3]. Nel 1989 con Umberto Angelucci diresse il film Musica per vecchi animali, tratto dal suo romanzo Comici spaventati guerrieri e interpretato da Dario FoPaolo Rossi e Viola Simoncioni, ma già due anni prima era stato sceneggiatore di un altro film, Topo Galileo di Francesco Laudadio, interpretato dall'amico Beppe Grillo e musicato da Fabrizio De André e Mauro Pagani. Con il jazzista Umberto Petrin è autore di Misterioso. Viaggio nel silenzio di Thelonious Monk. Dal 1998 al 1999 ha diretto la collana editoriale “Ossigeno”, per la quale è comparso anche come autore del racconto Il più veloce del cosmo, all'interno dell'Albo avventura N 1 (1998), nonché nell'inedito ruolo di fumettista nell'Albo avventura N 2 (1999).

https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Benni

lunedì 1 settembre 2025

MATTINA DI SETTEMBRE

 

PETER YOUNG, "CINQUE PERE E UVA"

EDUARD MÖRIKE

MATTINA DI SETTEMBRE

Nella nebbia riposa ancora il mondo,
sognano ancora il bosco e i prati.
Presto vedrai, quando cala il velo,
il cielo azzurro immutato
e il vigor d’autunno del sopito mondo
in caldo oro fluire.

(da Poesie, 1838 - Traduzione di Emilio Weidlich)

Poesia delicata che mi è piaciuta molto.


EDUARD MÖRIKE 

. (Ludwigsburg8 settembre 1804 – Stoccarda8 giugno 1875) è stato uno scrittore tedesco. Tra i più importanti rappresentanti del Biedermeier tedesco fu autore di Lieder e Ballate scrisse I canti di PeregrinaIdillio del lago di Costanza, e il romanzo Il pittore Nolten. Conosciuto soprattutto per il racconto Mozart in viaggio verso Praga del 1856.

giovedì 20 febbraio 2025

IL PETTIROSSO




 Il pettirosso è amico dei taglialegna e di tutti coloro che frequentano il bosco. Basta un colpo d’accetta o di roncola, o stendersi a riposare sotto un albero e il pettirosso appare a tenere compagnia al nuovo venuto.

(Mauro Corona)

Anche sul mio balcone è tornato il pettirosso curioso e timoroso.Mi diverto ad osservarlo e fa compagnia alla mia solitudine.Olgica

martedì 18 febbraio 2025

Ljubka Šorli poetessa, scrittrice e insegnante slovena.

 


Ljubka Šorli (Tolmino, 19 febbraio 1910  Gorizia, 30 aprile 1993) è stata una poetessa, scrittrice e insegnante slovena.

Le sue opere sono segnate dall'esperienza della guerra e della persecuzione, e cantano i luoghi della Slovenia, la natura e le tradizioni religiose. Pubblicò inizialmente in riviste parrocchiali di lingua slovena, illegali sotto il Ventennio fascista. Figura schiva e riservata, è stata per lungo tempo sconosciuta anche al pubblico sloveno. Una traduzione in italiano di alcune sue poesie, "Canti spezzati", è stata pubblicata nel 1994.

Biografia

Šorli era nota in Italia soprattutto per essere la vedova di Lojze Bratuž, martire sloveno del fascismo. Suo padre Luka era un ingegnere, sua madre Alojzija una negoziante. Aveva un fratello e due sorelle.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la famiglia si rifugiò dai parenti a Jesenice. Šorli prese la licenza media nel 1923 a Tolmino. Due anni dopo nel 1925 morì suo padre, che si era arruolato nell'esercito. Il peso della famiglia ricadde sulla madre, che aprì un negozio, dove lavorò anche Šorli.

Collaborò con organizzazioni culturali e laiche, sostituì l'organista e guidò il coro femminile della chiesa. Fu in questo periodo che incontrò Lojze Bratuž, compositore, organista e maestro di cappella: i due si sposarono nell'autunno del 1933. Insieme generarono una figlia, Lojzka e un figlio, Andrej. Lojze Bratuž non volle mai seguire la politica d'italianizzazione forzata perseguita dal governo fascista e per questo fu incarcerato più volte. La notte di Natale del 1936 fece cantare in sloveno il coro della chiesa; per questo motivo gli squadristi lo catturarono due giorni dopo, il 27 dicembre, e lo costrinsero a bere quattro litri di olio per motori mescolato a benzina. Morì il 16 febbraio 1937.

Šorli sopravvisse alle persecuzioni del commissario Gaetano Collotti. Fu mandata nel campo Poggio Terza Armata (Zdravščine) dove sopravvisse con il pensiero: "Attraverso la sofferenza di un nobile destino, una fede è una chiamata: la libertà!".

L'8 settembre 1943, lei e i suoi figli tornarono a Tolmino. Diventò maestra nella stessa scuola elementare frequentata da bambina. Dal 1948 fino al pensionamento nel 1975 insegnò in altre scuole, a Gorizia e nei paesi circostanti.

Pubblicò articoli su riviste culturali e partecipò a vari eventi e serate letterarie.

Morì il 30 aprile 1993. Le è dedicato un busto in via Fran Erjavec (Erjavčeva ulica) a Nova Gorica

🎄

Era il 27 dicembre del 1936, quando il musicista Lojze Bratuž venne strappato (dagli squadristi) alla sua amata Ljubka Šorli e ai due figli piccolissimi Lojzka e Andrej.
Un uomo mite, un maestro di coro con un'unica grande colpa: aver cantato in sloveno o semplicemente essere sloveno nell'Italia fascista.
Era una domenica, aveva diretto il coro di Podgora nei canti della Santa Messa. Gli fu fatto bere a forza olio motore. Morirà, fra atroci dolori, il 16 febbraio 1937.
🎄
Quando sussurano i cipressi.
Ljubka Šorli, in memoria del marito Lojze Bratuž
Il vento ha spazzato le vaste pianure,
vi ha fatto tremare ogni singolo stelo;
il mio pensiero fugge fra le croci
bagnate di lacrime, sotto i cipressi.
E là, tra i cipressi, riposa il mio amore...
Nel cuor della notte li sento frusciare:
gli fanno sapere che continuo ad amarlo,
ed egli ritrova la quiete del sonno.
🎄
Kadar ciprese šumijo
Razgibal je veter široke poljane,
da bilka je vsaka na njih vztrepetala;
a misel je moja med križe zbežala,
kjer v sencah cipres so solze posejane.
In tam med cipresami dragi počiva...
Ko v poznih večerih vrhovi šumijo,
o moji ljubezni mu v noč govorijo,
da v hladni gomili vse mirneje sniva.

domenica 16 febbraio 2025

ATTILIO BERTOLUCCI UN BALLO IN MASCHERA

 

KONSTANTIN SOMOV, “MASCHERATA”


a Giorgio Cusatelli che guardava dalla
finestra distraendosi dallo “Stiffelio”

Chi con cembali e timpani chi con risa e gridi
con parrucche scivolanti in avanti sugli occhi allegri

così anima il lungofiume stipato di neve poi
che l’ultima sera di carnevale ruotando s’accosta

alle dodici e arde sui quadranti rivolti
al cittadino un invito ruffiano o un ammonimento?

Ma non sono clown questi che hanno graziosamente
trasformato in teatro la pensilina delle foresi

dormienti ora e ancora altre ore prima
dell’amaro mercoledì che è domani in rimesse

e parcheggi provinciali dislocati a monte
a valle ben lontano da qui dove un torneo lento

di macchine sfila procede e si perde
per ricomparire luci versando a fiotti

sulle instancabili provocatrici e loro
stivali maculati di bianco corpetti

in cui l’oro rilega pelo d’agnello
madido di un inverno ormai al suo termine irreparabile...

I travestiti di Parma erano un tempo commessi
scolari sarti garzoni di barberìa

in doppio apprendistato sotto maestri esperti
nelle due arti e anche non sempre in bel canto

col gusto di tradire il genio del luogo se è
Cremonini a chiamare con tanta dolcezza

l’animale gentile e canoro strumento
ambiguo di voluttà alla mente convulsa...

Vengono e vengono da città vicine
alla 
pétite capitale d’autrefois che suoi cittadini

empi e rozzi non vogliono ducale per inserirla
nel dialogo nell’abbraccio mortale America Russia

sotto il segno intrecciato della pop art e della democrazia progressiva.
Ma s’accostino prudenti che potrebbero sembrare

clienti timidi o voyeurs moralisti e venire
irrisi o colpiti da palle di neve infallibili

e riconoscano in queste feste di Parma
in questi costumi fantasiosi e impudenti

la linea serpentina locale ripresa
con inaudito sprezzo del pericolo

da figli del popolo e dei borghi malsani
fioriti di sorelle dalle dolci gambe cui

rubare atteggiamenti e fondi tinta
per la necessità di essere inanzitutto colpevoli.

Ha ripreso a nevicare i forestieri se ne vanno
felpati i rimasti non demordono

inventano mimiche accordate
all’infinita discesa di farfalle dal cielo.

(da Viaggio d’inverno, Garzanti, 1971)


Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.

da https://cantosirene.blogspot.com/2018/02/

giovedì 13 febbraio 2025

IL MONDO CHE VORREI

 


Il cielo è di tutti

Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.

domenica 9 febbraio 2025

FEBBRAIO


 FEBBRAIO

Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso, irritante
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia il folle marzo
periglioso e mutante.
Vincenzo Cardarelli

“Febbraio” è una poesia di Vincenzo Cardarelli (1887-1957) dedicata al mese più breve dell'anno. 

sabato 1 febbraio 2025

La pioggia di Primavera

 

FOTOGRAFIA © NICOLAS VIGIER

.


DARIA MENICANTI

LA PIOGGIA DI PRIMAVERA

La pioggia di febbraio fredda a e buia
non ha le fragorose libertà
dell’estate,
l’assorto brusio
delle prime giornate d’aprile.

La pioggia di febbraio pensa a sé;
e tace
e striscia
e nera si rintana
nelle cunette e fogne di città.
La maledetta pioggia di febbraio
piove per conto suo.

febbraio 1964

(da Un nero d’ombra, 1969)

Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.

https://cantosirene.blogspot.com/2025/02/

giovedì 9 gennaio 2025

PIOVE

 

foto da 

https://counselingprofessionale.blogspot.com/2013/08/quando-piove.html

Piove

Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell’ora indovinata
stiamo noi, due guardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero di matita
da me a te né dopo né dove, amore, nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.

Pierluigi Cappello

Questa poesia, inclusa nella raccolta Mandate a dire all’imperatore (Crocetti 2010), è costituita da undici versi liberi di disomogenea lunghezza, e da un unico periodo suddivisibile in tre parti: i primi tre versi fino al punto e virgola; il blocco centrale, dal verso 4 ai due punti del verso 10; la conclusione, concentrata nel verso 11. Nell’incipit l’immagine della pioggia si discosta da una consistente tradizione letteraria che associa tale fenomeno atmosferico a stati d’animo malinconici; lo scorcio su una giornata piovosa contribuisce qui ad evocare un senso di intimità e dolcezza, per mezzo della metafora pioggia/ carezza, che ci trasporta in un tempo dilatato, fitto di percezioni sensoriali: vista, udito, tatto. Nel blocco centrale si evidenzia il passaggio al «noi», espresso dall’utilizzo dei pronomi personali ai vv. 4, 6, 8. L’io poetante gravita intorno al rapporto con l’amata, apostrofata «luccicante sorella»: l’aggettivo allude all’azione benefica, catartica, rigenerante della pioggia. La dimensione temporale, che percorre per intero il verso 5, assume l’andamento ciclico di un tempo felice, quasi una rievocazione del Kairos, divinità greca del tempo opportuno; la rappresentazione del cerchio rimanda simbolicamente ad un’unione armonica e perfetta. Un legame che, prendendo le mosse dallo sguardo, sfocia in una compenetrazione simbiotica, ma che nel contempo aborre la stasi, mostrandosi incline alla libertà e al movimento: si noti il poliptoto del verbo «stare (vv. 6-7), associato ad espressioni attinenti al campo semantico dell’inafferrabilità. In un gioco di sottili antitesi tra corporeo/incorporeo, materiale/immateriale, la reale dimora del noi si rivela essere una terra senza luogo né tempo, che non necessita di certezze esteriori, ma poggia su un amore autentico, in grado di ritrovarsi. I contorni surreali dell’excipit, a delineare la visione dell’albero capovolto, rinviano allo sguardo differente, alle prospettive inedite ed inusuali che l’incontro genera, ed individuano il significato della comunione con l’amata in un percorso di integrità all’insegna della crescita e dell’elevazione, nell’accoglimento dell’impermanenza.

 

Pierluigi Cappello è nato a Gemona del Friuli (Ud) nel 1967 e ha trascorso la sua prima giovinezza a Chiusaforte (Ud) per poi, in un secondo momento, trasferirsi a Cassacco (Ud). All’età di sedici anni, a causa di un incidente con il motorino, si è trovato precluso l’utilizzo delle gambe. In vita ha pubblicato le raccolte di poesie Ecce Homo (Comunità montana della Carnia, Tolmezzo 1992), Le nebbie (Campanotto, Pasian di Prato 1994), La misura dell’erba (Ignazio Maria Gallino Editore, Milano 1998), Il me Donzel (Mondovì 1999), Amôrs (Campanotto, Pasian di Prato 1999), Dentro Gerico (La barca di babele, Meduno 2002), Dittico (Liboà editore 2004), Assetto di volo (Crocetti, Milano 2006), Mandate a dire all’imperatore (Crocetti, Milano 2010), Azzurro elementare (Rizzoli, Milano 2017), Stato di quiete (Rizzoli, Milano 2016); il romanzo Questa libertà (Rizzoli, Milano 2013); la raccolta di prose e interventi Il dio del mare (Lineadaria Editore, Biella 2008); l’antologia di traduzioni in friulano Rondeau. Venti variazioni d’autore (Forum, Udine 2011); il libro di filastrocche per bambini Ogni goccia balla il tango (Rizzoli, Milano 2014). Suoi versi (già editi) sono apparsi anche inoltre anche in numerose plaquettes e edizioni d’arte, riviste letterarie e antologie. Per il suo lavoro poetico ha ottenuto numerosi riconoscimenti importanti, come, ad esempio, il premio Città di San Vito 1999, il Premio Montale 2004, il Premio Bagutta 2007, il Premio Viareggio – Repaci 2010, il Premio Vittorio De Sica 2012 per la poesia conferitogli dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premio Bruno Cavallini, il Premio Vicino/Lontano 2014. Il 27 settembre 2013 l’Università di Udine gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze della formazione. È morto nel 2017. https://www.poesiadelnostrotempo.it/piove-di-pierluigi-cappello/

mercoledì 8 gennaio 2025

Poesia del poeta sloveno SREČKO KOSOVEL

 


Poeti sloveni del Litorale

Tradotti da JOLKA MILIČ , Sežana 1926 – Sežana 2021
SREČKO KOSOVEL
Da ” Il mio canto – Moja pesem” a cura di/uredila Jolka Milič
Introduzione/ uvodni esej di Marija Pirjevec 2002
La vecchia dietro il villaggio
Bambini affamati giacciono sul fieno,
la bora infuria dietro l’abbaino
sotto la bassa e grigia fronte della casa -
la notte ha coperto la pianura.
Il più piccolo sogna: una patatina,
non una – ma una scodella piena. -
Dietro l’oscuro villaggio arranca in silenzio
la grigia e cenciosa Miseria.
Il secondo sogna: una patatina lessa
riscalda le manine infreddolite.-
Dietro le case cammina pian piano
sghignazzando gelidamente.
Il terzo, il quarto e il quinto e tutti -
mille e più – io non riesco a dormire.
Non ho nulla, ma ciò nonostante penso:
Tutto, oh, tutto, vi vorrei dare!
***
Il vento, il vento, fanciulla
Il vento, il vento, fanciulla,
scherza con i tuoi capelli,
il vento ti bacia sul collo
e sulla bianca fronte.
Il vento, il vento, amor mio,
gioca con te, con te,
tra noi due non c’è che il vento,
del resto siamo soli.
Siamo soli nella landa,
tra le rocce e i rovi.
Dammi un bacio, fanciulla,
non temere che qualcuno arrivi.

Notizia minima sul poeta
Srečko Kosovel, nasce a Sežana , il 18 marzo 1904.
Nel 1915 conclude la scuola elementare a Tomaj, dove la famiglia si era frattanto trasferita.
Dal 1915 al 1922 frequenta il ginnasio a Lubiana.
Nell’autunno del 1922 si iscrive alla facoltà di filosofia di quell’università .
Muore a Tomaj, il 27 maggio 1926.
fonte fb