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mercoledì 29 gennaio 2025

ANTISEMITISMO




 

Il termine "antisemitismo" venne coniato nel settembre 1879, a Berlino, in Germania, da parte del nazionalista Wilhelm Marr, nello scritto La strada verso la vittoria del Germanismo sul Giudaismo, da una prospettiva aconfessionale, come eufemismo di Judenhass («odio per gli ebrei»): nonostante l'etimologia, esso non si riferisce all'odio nei confronti dei "popoli semiti" (cioè quelli che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico, quali l'arabo, l'ebraico, l'aramaico e l'amarico), ma unicamente all'odio e alla discriminazione nei confronti degli ebrei. Il concetto espresso da Marr, che nei suoi scritti successivi verrà visto come un errore e ritrattato, nel secolo successivo assumerà valenze diverse, più ampie e coinciderà spesso con la definizione degli atteggiamenti persecutori, tra i più gravi della storia contemporanea.

In Italia

Si hanno tracce di antisemitismo sin dall'epoca romana, in particolare nelle "Historiae" di Tacito è presente una digressione sugli usi e costumi del popolo ebraico, dove l'autore latino esprime con disprezzo la diffidenza del pagano colto nei confronti di un popolo di cui fraintende volutamente le usanze e la religione, incentrata sul culto di un unico dio.

Anche in Italia l'antisemitismo è stato secolare; per esempio nel Medioevo i giudei furono più volte espulsi dal Regno di Napoli e, dove erano invece accettati, erano considerati con diffidenza. Nel 1493 il governatore veneziano di Corfù, essendo arrivata nell'isola una nave carica di giudei scacciati appunto dal Regno di Napoli e poiché quei profughi chiedevano di stabilirsi nell'isola, chiese istruzioni al Senato di Venezia; gli fu risposto che li accettasse purché s'impegnassero di rinunziare alla pratica dell'usura. Il più antico documento italiano di cui ci sia rimasta notizia a proposito dell'obbligo per i giudei di mostrare un contrassegno giallo cucito sul petto, è il seguente bando milanese del 31 agosto 1473:

MCCCCLXXIII, DIE ULTIMO AUGUSTI, MEDIOLANI PROCLAMATUM EST UT INFRA. Per parte et comandamento de li spettabili e generosi Maestri dell'intrate del nostro ill. Principe, et excell. Signor Duca, Galeazzo Maria Sforza Vesconte ecc. – (la cui ill. Signoria el summo Iddio accreschi e mantenga longamente in stato felice). – In executione de lettere de sua Excellentia, date a Cropello a dì 27 del mese presente, et signate A. Iacobus, per le quale vuole sua Celsitudine, como convene al vero e christianissimo Principe, che nel dominio suo siano distincti et cognosciuti li Hebrey da li Christiani, como etiam è usato in altri paesi de' Christiani; per la presente crida, la quale habeat vim decreti ducalis, se ordina et se comanda ad caduno como se voglii Hebreo, che deba portare uno O gialdo nel pecto per segnale, et de tal forma e grandezza, ch'ello sia distintamente cognosciuto da Christiani, et se gli dà termine quindeci dì proximi a venire ad mettersi detto signale nel petto. Li quali quindeci giorni proximi passati che saranno, qualunque di essi Hebrei serà da può trovati senza dicto O gialdo nel pecto apertamente, come è predicto, debbia incorrere in la pena de tracti quattro di corda, e de pagare ducati mille d'oro da ser applicati alla camera ducale irremissibilmente. Signat. GABRIEL. (Carlo Sgorbio, Codice visconteo-sforzesco ecc. P. 418. Milano, 1846.)


Seppur anticipato da alcune sporadiche dichiarazioni di esponenti del regime, l'antisemitismo dell'Italia fascista incomincia ufficialmente il 14 luglio 1938 con la pubblicazione del Manifesto della razza ed è preceduto dalla venuta di Hitler in Italia, dal 3 al 9 maggio. Due mesi dopo la visita in Italia del Führer, viene pubblicato il Manifesto redatto quasi tutto da Mussolini, ma sottoscritto da un gruppo di scienziati. Tra questi Nicola Pende che risultò dai giornali dell'epoca tra i firmatari del Manifesto ma venne assolto in un processo postbellico per non aver mai aderito alle posizioni degli scienziati razzisti.

I giornali aprono subito una campagna antisemita: esce La difesa della razza diretta da Telesio Interlandi, che ha come segretario di redazione Giorgio Almirante. La razza di riferimento è la razza ariana.

A partire dal 5 settembre 1938, una serie di disposizioni legislative, le cosiddette "leggi razziali", introducono una serie di pesanti discriminazioni nei confronti degli ebrei, che, tra l'altro, vengono espulsi da ogni incarico nella pubblica amministrazione (e quindi anche dall'insegnamento nelle scuole e nelle università), e non possono accedere ad alcune professioni come quella di notaio e di giornalista.

L'antisemitismo italiano, al contrario di quello tedesco (basato su pregiudizi razziali/biologici/sessuali), aveva una forte componente religiosa/spirituale: tendeva cioè, almeno nelle intenzioni iniziali di alcuni dei suoi padri (tra cui diversi religiosi cattolici), a discriminare principalmente gli ebrei non convertiti. Lo stesso Mussolini elaborò lo slogan "Discriminare e non perseguitare" per indicare la filosofia che, secondo la versione data dal regime, sarebbe stata adottata nell'applicazione delle leggi razziali e, in un discorso tenuto a Trieste nel settembre 1938, affermò esplicitamente che "gli ebrei che hanno indiscutibili titoli di benemerenze militari e civili troveranno la giusta comprensione del Regime. Questo esplicitare un distinguo rispetto all'ondata antisemita "biologica" europea, era probabilmente dovuto, tra le altre cose, al tentativo di rassicurare quella parte degli ebrei italiani (soprattutto tra le classi più benestanti) che fino ad allora avevano appoggiato prima il movimento fascista e poi la dittatura.

Con l'avvento della Repubblica Sociale Italiana questa distinzione tra antiebraismo spirituale e antiebraismo biologico venne completamente a cadere, e gli ebrei italiani vennero perseguitati alla pari di quelli tedeschi....continua https://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismo

                           



Tarcento, nasce l’Ospedale di comunità

 

In copertina, l’assessore regionale Riccardi (al centro) durante la firma dell’atto che dà avvio al servizio sanitario

 «Il documento sottoscritto nella giornata di oggi presso l’Asp “Opera Pia Coianiz” di Tarcento, che prevede l’attivazione di un modulo dell’Ospedale di comunità a partire dal prossimo 1 febbraio, rappresenta un traguardo importante, nella pratica e simbolicamente. È il risultato di un lavoro di squadra, frutto di un percorso condiviso, che vuole rispondere alle reali necessità della cittadinanza, in seno a una progettualità centrata sull’integrazione socio-sanitaria. Con la sottoscrizione di oggi raggiungiamo un obiettivo strategico, di grande portata: è a questi target che puntiamo, su cui lavoriamo, nella certezza di aver intrapreso il percorso più corretto per adeguare il nostro sistema sanitario alle nuove condizioni demografiche e di salute della popolazione». Sono le parole dell’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che ieri mattina è intervenuto, negli spazi dell’Azienda pubblica per i servizi alla persona, dove il presidente della stessa Asp, Giovanni Zuccolo, e il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, Denis Caporale, hanno firmato l’accordo per l’attivazione dell’Ospedale di comunità all’interno della Coianiz. Presenti anche il sindaco di Tarcento, Mauro Steccati, il pievano di San Pietro Apostolo, monsignor Luca Calligaro, e i componenti del consiglio direttivo dell’Asp.

«Si tratta del primo esempio del nuovo modello organizzativo sul territorio dell’Asufcc – ha ricordato l’esponente della Giunta Fedriga, come informa una nota Arc -. Dispone di 20 posti letto dedicati, in linea con la programmazione sanitaria regionale e dell’Azienda sanitaria. L’Ospedale di comunità nasce per dare una soluzione concreta alle persone che, a seguito di un episodio di acuzie o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità. La cronicità è uno dei temi del nostro tempo, per ragioni di età e di lunghezza della vita, oltre che per la percentuale elevata di comunità anziana del Friuli Venezia Giulia, ormai prima regione in Italia in questo senso».
L’assessore Riccardi ha sottolineato come il raggiungimento di questo traguardo sia stato possibile grazie alla concreta collaborazione dei diversi soggetti coinvolti in questa primissima sperimentazione, che tra l’altro consentirà di verificare nella pratica anche le linee guida legate agli Ospedali di comunità. «L’operatività sinergica, lontana da sterili polemiche, che guarda al bene comune del cittadino, in un momento storico non semplice, è determinante per poter adeguare un sistema ormai obsoleto, che necessita di urgenti revisioni. Peraltro, per Tarcento abbiamo investito risorse ingenti, per l’implementazione del Distretto sanitario». continua ....

https://friulivg.it/2025/01/29/tarcento-nasce-lospedale-di-comunita-allopera-pia-coianiz-con-20-posti-letto-a-favore-del-distretto-torre-sabato-il-via/?fbclid=IwY2xjawIG_GhleHRuA2FlbQIxMQABHWhPqnKUpzs1lawysT9wcXHUA2DUZZ-Jlk7zRvpbzezRPMjrmkMubpBgfw_aem_4iCCoi1m6qGElet6xEA2wA



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