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IVAN TRINKO

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padre della Benecia

venerdì 3 gennaio 2025

KOLEDO

FONTE IL MIO VECCHIO BLOG


Una volta il giorno di Capodanno in Val Torre i bambini andavano di casa in casa per ricevere il "koledo".Questo era una "mancia" che consisteva in noci,nocciole,castagne,mele,solo più tardi caramelle ,uova o qualche monetina.

Questa usanza la troviamo anche a Resia, in Val Natisone, in Slovenia e in altri paesi di origine slovena.In Val Torre i bambini cantavano una filastrocca:
"koledo novo ljeto,Buoh nan dejte no dorò lieto".

Koledniki:i ragazzi che andavano il giorno di Capodanno a chiedere la "mancia"



Anche la Slavia si sta preparando a festeggiare la fine dell’anno vecchio e l’arrivo del 2022.. Una delle tradizioni più antiche è la «koleda», la questua del periodo natalizio conosciuta in Slovenia e in tutto il mondo slavo. Un tempo il rito si svolgeva in tutti i paesi. Ora nelle Valli del Natisone è restato a Cicigolis di Pulfero, dove nell’ultima sera dell’anno  gli uomini del paese, portando una stella, intonando canti tradizionali, effettuano una questua di casa in casa. Al mattino (dalle 9.30) si svolge, invece, la koleda dei bambini. A Lusevera, nell’Alta val Torre, i bambini raccolgono la «Koleda» l’1 gennaio, mentre a Ugovizza, in Valcanale, lo fanno il 6 gennaio, nella solennità dell’Epifania. Il Capodanno sarà atteso nelle valli slovene del Friuli con veglioni nelle abitazioni e nei locali pubblici. Ormai è tradizione che gli appassionati della montagna si ritrovino a farsi gli auguri in vetta al Matajur. I membri della Planinska družina Benečije facevano il veglione nel loro rifugio «Dom na Matajure», mentre quelli della sottosezione Cai «Valnatisone» salivano dal paese di Montemaggiore.
Ora con la pandemia molte manifestazioni sono state annullate,

Sneguročka leggenda russa

 

Sneguročka-leggenda russa

Quando ero bambina mi piacevano molto le leggende e favole russe.Una di queste è Sneguročka.

Sneguročka (in russo: Снегу́рочка?, pronuncia: [sʲnʲɪˈɡurət͡ɕkə]) o Snegurka (Снегу́рка), ovvero Fanciulla di neve o Nevina (dal russo sneg, "neve") è un personaggio del folclore russo, che si ritrova in varie fiabe e leggende popolari.

A partire dall'epoca sovietica, tale figura è stata associata anche al periodo natalizio, e al Capodanno in modo particolare, dove compare come nipote del portatore di doni Nonno Gelo (Ded Moroz).[1][2][3][4]

Il personaggio, riconducibile probabilmente a credenze pagane degli antichi Slavi[1], divenne popolare nel XIX secolo grazie ad un'opera teatrale di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij.[1] Alla figura di Sneguročka sono state dedicate opere teatrali e musicali, film, ecc.[2]Sneguročka viene descritta come una bella ragazza dai capelli biondi a treccia, che porta un vestito azzurro bordato di pelliccia.[3]

Secondo la leggenda, Sneguročka sarebbe la figlia della Primavera e dell'Inverno[2] e fa la propria comparsa d'inverno, per poi fare ritorno nel lontano nord durante l'estate.[3] A lei è impedito di amare: se dovesse innamorarsi, il suo corpo si scioglierebbe come neve.[2]

Come accompagnatrice di Nonno Gelo, vive insieme a lui a Velikij Ustjug e distribuisce regali ai bambini.


Una leggenda[1] racconta che Sneguročka era la figlia di due persone che non riusciavano ad avere figli e, per questo motivo, decisero di "fare" una figlia con della neve.[1] Un giorno, Sneguročka, che d'estate si sentiva sempre triste, andò in un bosco con altre ragazze per raccogliere dei fiori; le ragazze accesero poi un falò, attorno al quale si misero a saltare: lo fece anche Sneguročka, che però si sciolse diventando una nuvola.[1]

Un'altra leggenda[5] racconta che Sneguročka era la figlia della Fata Primavera e del Vecchio Inverno e che Jarilo, il Sole, l'aveva condannata a morire se mai si fosse innamorata di qualche ragazzo; per questo motivo, viene tenuta a lungo nascosta dalla madre. Un giorno però Sneguročka conosce Mizgir', il fidanzato della sua migliore amica e se ne innamora, ricambiata: questo sentimento però costa la vita a Sneguročka, che si scioglie colpita da un raggio di sole; Mizgir', affranto dal dolore, decide di togliersi la vita, gettandosi in un lago.

https://it.wikipedia.org/wiki/Sneguro%C4%8Dka



TRAMONTO in Benecia

 


da https://ispirazionezero.tumblr.com/post/636338001675452416/from-dark-to-light

GLI STRUCCHI dolci natalizi delle Valli del Natisone/Nediške doline


 Gli Strucchi

Gli strucchi sono dei golosissimi fagottini, piccoli scrigni di assoluta bontà, ideali per rallegrare tutte le festività, in particolare il Natale. Questi dolci sono tipici della Valli del Natisone, piccolo territorio del Friuli Venezia Giulia a ridosso del confine sloveno. Assieme alla gubana, con cui hanno in comune il classico ripieno, venivano prodotti già nel 1409. Documenti storici riportano che all’arrivo di Papa Gregorio XII, in quel di Cividale del Friuli, ricchi banchetti venivano preparati con le migliori pietanze e tra i dolci erano sempre presenti gubane e strucchi. Fino a metà del secolo scorso queste piccole delizie venivano preparate esclusivamente tra le mura domestiche. Nel tempo, con l’aumentare del flusso turistico, grazie alla bellezza di queste vallate incontaminate e della nota Cividale longobarda, i forni artigianali locali iniziarono a commercializzare ottenendo immediatamente un grandissimo successo, tanto da diventare simbolo dolciario del territorio.

continua https://www.lidentita.it/regioni-in-tavola-friuli-venezia-giulia-gli-strucchi/

Rosa Fabregat




Il 30 dicembre è morta nella sua casa di Lleida la poetessa catalana Rosa Fabregat. Farmacista, si appassionò alla letteratura pubblicando una dozzina di romanzi e una dozzina di libri di poesia, oltre a racconti, saggi e articoli su testate di Barcellona e di Lleida. Molte delle sue poesie celano sotto un’apparenza chiara significati esperienziali intensamente sentiti, conflitti emotivi, cambiamenti e processi vitali. La poesia è stata dunque per lei il mezzo per trascenderli e per liberarsi.

FIGLIO

Figlio,
tu sei la vita che sale
su una sedia.
Io
sono la sedia
su cui sale
una vita che comincia.

(da Stelle, 1978)

GIOCHI

Due lune d'argento,
- bicchieri dolci -
mi allungano gli occhi
con luce elastica.

Il disco bianco della notte
scivola a poco a poco
nell'oscurità
finché non si scioglie:
gioca con lo spazio.
Il disco bianco dell'orologio,
gemello dell'altro,
occhio luminoso del campanile,
incastonato nella pietra,
pieno di ingranaggi,
gioca con il tempo.

(da Tempo del corpo e tredici lune fragola, 1980)

da https://cantosirene.blogspot.com/2025/01/rosa-fabregat.html

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