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mercoledì 23 ottobre 2024

Notte d'ottobre

 KARL SCHMIDT-ROTTLUFF, "LUNA ALLA FINESTRA"


ATTILIO BERTOLUCCI

LA NOTTE D'OTTOBRE

Mi ha svegliato il tuo canto solitario,
triste amica dell'ottobre, innocente civetta.
Era la notte,
brulicante di sogni come api.
 
Ronzavano,
agitando le chiome di fuoco,
le bionde barbe,
ma i loro occhi erano rossi e tristi.

Tu cantavi, malinconica
come una prigioniera orientale
sotto il cielo azzurro...
Io ascoltavo battere il mio cuore.

(da Fuochi nel novembre 1934) 

.

Il canto notturno di una civetta sorprende il poeta parmense Attilio Bertolucci , che dai sogni interrotti nel buio, in quella malinconia del vago e dell'infinito, trova nel suo cuore l'avanguardia di un esercito all'inseguimento del vero senso del vivere. 

Dal canto delle sirene

martedì 22 ottobre 2024

Miei followers

 E' forse un mese che i miei amici non riescono a iscriversi come followers.Attualmente ho 5 followers ( uno sono io).Ho provato a fare un nuovo blog in Wordpress ma alla fine ho rinunciato. Nel blog precedente avevo 388 followers,Invito i miei precedenti followers ad iscriversi o almeno a commentare.

The Low Carb Diabetic: Is It Time To Consider Bed Socks To Aid Your Sleep ?

Diabetici a basso contenuto di carboidrati: è il momento di prendere in considerazione i calzini da letto per favorire il sonno? : Come dormire: i medici condividono un semplice trucco per i calzini che può aiutarti a dormire meglio e più a lungo Un medico ha rivelato come dormire con i calzini può...

STANOTTE PROVO!!!

Ribolla gialla

 


RIBOLLA GIALLA (spumante)

di Vladimiro Tulisso

Degustare la Ribolla gialla ci permette di entrare nel mondo dei vini con le bollicine. Il vino che in queste settimane abbiamo imparato a conoscere sia in versione ferma che con macerazione delle bucce, si presta anche a subito una seconda fermentazione e trasformarsi in spumante. Davanti a me ho un calice con una ribolla gialla spumantizzata con il metodo classico da un'azienda della Doc Friuli Colli orientali: non ha l'annata, è dichiarato brut – cioè con pochissimo zucchero - e ha 12 gradi e mezzo. La presa di spuma, la tecnica che ha prodotto le bollicine, è il metodo champenoise, la pratica enologica perfezionata in Francia fin dal 1600 e all'origine dei vini champagne. Per la Ribolla è abbastanza raro quindi lo spiego.
Al vino base tra marzo e aprile, dopo la vendemmia, viene aggiunto un mix di zucchero di canna, lieviti e sostanze minerali utili al loro sviluppo. Il vino base finisce in bottiglie sigillate con tappo corona e immagazzinate al buio a una temperatura di una dozzina di gradi. Durante questa fase accadono due eventi: i lieviti mangiano lo zucchero, producono anidride carbonica e poi, utilizzato tutto lo zucchero, muoiono e restituiscono al vino quello che avevano sottratto. Finito l'affinamento – che parte da 18/24 mesi, ma arriva a superare i 120 (nel vino che ho davanti i mesi sono stati 36) - le bottiglie vengono stappate salvando la pressione, vengono eliminati i piccoli depositi e ritappate con il tappo un fungo. Dopo cinque/sei mesi di sosta sono pronti per essere consumati.
Il vino spumante nel mio calice ha bollicine vivaci. Il loro numero, la dimensione e la persistenza aiutano già alla vista – in un liquido che è di un delicato giallo paglierino – a valutare la qualità della bevanda. In un vino di pregio le bollicine sono piccole, salgono lente, sono numerose e persistenti e si riuniscono sulla parete del bicchiere a formare una specie di corona. Anche al naso la bontà del prodotto è confermata da profumi di agrumi, pesca e albicocca con tracce di frutta secca ed erbe aromatiche. Non c'è una grande intensità, ma il naso è elegante con fragranze di lievito e crosta di pane. Il sorso è secco con le bollicine e l'acidità che lo rendono vibrante. Un vino che ben si presta a diventare un aperitivo o accompagnare antipasti o primi di pesce. Da servire freddo a 8 – 10 gradi. 
Da Vita nei campi fb

lunedì 21 ottobre 2024

Proverbio friulano

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“San Simon al jude, la rave e ven madure o madure o no madure, si la met sot siaradure” San Simone (il 28 ottobre) aiuta, la rapa diventa matura, matura o non matura la si mette sottochiave”

poesia di Antonia Pozzi


 O lasciate lasciate che io sia

una cosa di nessuno
per queste vecchie strade
in cui la sera affonda –
 
O lasciate lasciate ch’io mi perda
ombra nell’ombra –
gli occhi
due coppe alzate
verso l’ultima luce –
 
E non chiedetemi – non chiedetemi
quello che voglio
e quello che sono
se per me nella folla è il vuoto
e nel vuoto l’arcana folla
dei miei fantasmi –
e non cercate – non cercate
quello ch’io cerco
se l’estremo pallore del cielo
m’illumina la porta di una chiesa
e mi sospinge a entrare –
Non domandatemi se prego
e chi prego
e perché prego –
 
Io entro soltanto
per avere un po’ di tregua
e una panca e il silenzio
in cui parlino le cose sorelle –
Poi ch’io sono una cosa –
una cosa di nessuno
che va per le vecchie vie del suo mondo –
gli occhi
due coppe alzate
verso l’ultima luce –

(da Parole, 1939)


Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.

https://cantosirene.blogspot.com/

.

domenica 20 ottobre 2024

No guerra

 “Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.”

Margherita Hack

Web sul blog: Oggi, 19 ottobre, si celebra la Giornata internazi...

Web sul blog: Oggi, 19 ottobre, si celebra la Giornata internazi...: Oggi, 19 ottobre, si celebra la Giornata internazionale contro il cancro al seno, una malattia che colpisce ogni anno milioni di donne in tu...

sabato 19 ottobre 2024

Festa del ringraziamento


 Soprattutto nei paesi agricoltura e allevamento sono ancora praticati, in Valcanale ogni anno in autunno è celebrata la festa del ringraziamento. Quest’anno a Camporosso/Žabnice sarà celebrata domenica, 13 ottobre. Alle 10.00 i mezzi agricoli si riuniranno sul piazzale della canonica, per sfilare lungo il paese fino alla chiesa. Alle 10.30 sarà celebrata la S. Messa, come da regola in parte bilingue, che sarà arricchita dai canti del Coro maschile e del Coro parrocchiale di Camporosso. Nell’occasione saranno benedetti i mezzi agricoli. Non mancheranno il pranzo comunitario e attività per bambini, anche in collaborazione coi Pompieri volontari del paese. A Ugovizza/Ukve, invece, la festa del ringraziamento sarà celebrata domenica, 20 ottobre, con la Messa alle 9.30.

LA SCUOLA DI PAOLO compie 40 anni


 Introdotta dal canto del coro della scuola bilingue di San Pietro al Natisone, è stata inaugurata sabato 5 ottobre nella chiesa di S. Maria dei Battuti a Cividale la mostra ‘Pavlova šola – La scuola di Paolo’. L’esposizione, organizzata dall’Istituto comprensivo bilingue Paolo Petricig di S. Pietro in occasione dei 40 anni di attività e dal Circolo di cultura Ivan Trinko con il patrocinio del Comune di Cividale e curata dal Centro studi Nediža (e in particolare da Alvaro Petricig), è focalizzata sulla figura di Paolo Petricig – eccezionale maestro ed educatore – e sulla sua pluridecennale attività pedagogica svolta fuori e dentro all’istituzione scolastica.

Insegnante prima a Cepletischis (dal 1951 al 1965) e poi a Ipplis (dal 1965 al 1969) e in seguito professore di educazione artistica nelle scuole medie di Buttrio e di Cividale, Petricig è stato, con una lungimirante visione didattica, fautore delle attività extrascolastiche per bambini e ragazzi organizzate dal Centro studi Nediža negli anni Settanta (soprattutto il soggiorno estivo ‘Mlada brieza’ e il concorso dialettale sloveno ‘Moja vas’), e dell’istituzione della scuola bilingue – prima privata, dal 2001 pubblica – di San Pietro, che oggi porta il suo nome.
Ai saluti della sindaca di Cividale, Daniela Bernardi, è seguito un breve intervento della senatrice Tatjana Rojc. “Onoriamo l’opera e la visione di Paolo Petricig – ha detto tra l’altro – tesa a offrire realtà culturali di valore per consentire alle genti delle Valli di riconoscere le proprie radici e nutrire l’orgoglio dell’appartenenza a un soggetto identitario sloveno. Gli inizi dell’opera a tutto campo di Petricig furono difficili ma la sua visione fu sempre focalizzata sulla capacità di questo territorio, volutamente svuotato e lasciato a sé stesso, di rinascere”.
Il dirigente dell’Istituto comprensivo bilingue, Davide Clodig, si è detto “onorato di rappresentare una delle scuole di Paolo”, ricordando le proprie esperienze personali nel soggiorno ‘Mlada brieza’, il primo tentativo, per altro riuscito, di avvicinare i bambini alla lingua slovena anche dal punto di vista didattico. “Un aspetto fondamentale di tutte le scuole di Paolo – ha sottolineato Clodig – è lo spirito di collaborazione e dedizione che ha saputo infondere agli insegnanti e, attraverso loro, agli allievi, oltre che il senso di partecipazione di una comunità alla vita scolastica.”
Quindi Iole Namor, presidente del circolo Ivan Trinko, ha delineato la struttura della mostra, suddivisa da una parte dove è documentato il percorso di Petricig come educatore.“Viene raccontato un modello pedagogico innovativo – ha spiegato Namor – che ha portato a importanti riconoscimenti a livello nazionale, tra l’altro nel 1965 assieme ai suoi alunni di Cepletischis Paolo prese parte a una trasmissione televisiva in prima serata con la presentazione del loro giornalino ‘Il Falco’.”
Un’altra parte dell’esposizione propone le iniziative che, sulla base delle esperienze che Petricig aveva acquisito nel corso degli anni, vennero organizzate come attività extra scolastiche dal Nediža.
Infine viene presentata la nascita della scuola bilingue e i suoi 40 anni di attività. A proposito di questa realtà, ormai consolidata nel tessuto scolastico e culturale della regione, vale la pena ricordare proprio le parole del suo fondatore: “L’istituzione della scuola bilingue è partita come una provocazione, una sfida per sfatare il famoso ‘la gente non vuole’ di vecchia data. La scuola ha dimostrato che, di fronte a una proposta corretta e inequivoca, una bella fetta della popolazione ha mostrato di accogliere e di gradire l’istruzione slovena.”
“Il pilastro sul quale si fondava la scuola di Paolo – ha anche detto Namor – era la libertà, non intesa come anarchia ma come attenzione alla massima creatività degli allievi. Un altro concetto fondamentale era quello della collaborazione: già con le sue prime esperienze come insegnante introdusse il lavoro di gruppo, la discussione, un approccio che rafforzava nei ragazzi il senso di autodisciplina e di responsabilità.”
La mostra – aperta fino al 3 novembre con orario: martedì-venerdì 16-19, sabato, domenica e 1. novembre 10-19 – è il primo di una serie di appuntamenti dedicati ai 40 anni della scuola bilingue. Martedì 15 ottobre in mattinata ci saranno le celebrazioni ufficiali alla presenza della presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, e del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. Giovedì 17 ottobre verrà invece presentata un’indagine dello Slori sugli ex allievi della scuola bilingue per conoscere il loro pensiero sull’esperienza vissuta.
dal Novi Matajur

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