BUON NATALE E BUON ANNO

Fino una decina di anni,fa era usanza a casa mia inviare gli auguri di Natale a parenti e amici.Poi siamo passati alle telefonate e con la tecnologia agli auguri online.In questo periodo io avevo già spedito le mie lettere augurali e le prime risposte stavano già pervenendo.I miei parenti della Slovenija mi mandavano le cartoline con i quadri di Maksim Gaspari ,pittore folk.Le conservo ancora,anche perchè Gaspari lo conobbi a Ljubljana.Questo pittore,fumettista, scrittore sloveno ha origini carniche (1938-!980).

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sabato 19 ottobre 2024

LA SCUOLA DI PAOLO compie 40 anni


 Introdotta dal canto del coro della scuola bilingue di San Pietro al Natisone, è stata inaugurata sabato 5 ottobre nella chiesa di S. Maria dei Battuti a Cividale la mostra ‘Pavlova šola – La scuola di Paolo’. L’esposizione, organizzata dall’Istituto comprensivo bilingue Paolo Petricig di S. Pietro in occasione dei 40 anni di attività e dal Circolo di cultura Ivan Trinko con il patrocinio del Comune di Cividale e curata dal Centro studi Nediža (e in particolare da Alvaro Petricig), è focalizzata sulla figura di Paolo Petricig – eccezionale maestro ed educatore – e sulla sua pluridecennale attività pedagogica svolta fuori e dentro all’istituzione scolastica.

Insegnante prima a Cepletischis (dal 1951 al 1965) e poi a Ipplis (dal 1965 al 1969) e in seguito professore di educazione artistica nelle scuole medie di Buttrio e di Cividale, Petricig è stato, con una lungimirante visione didattica, fautore delle attività extrascolastiche per bambini e ragazzi organizzate dal Centro studi Nediža negli anni Settanta (soprattutto il soggiorno estivo ‘Mlada brieza’ e il concorso dialettale sloveno ‘Moja vas’), e dell’istituzione della scuola bilingue – prima privata, dal 2001 pubblica – di San Pietro, che oggi porta il suo nome.
Ai saluti della sindaca di Cividale, Daniela Bernardi, è seguito un breve intervento della senatrice Tatjana Rojc. “Onoriamo l’opera e la visione di Paolo Petricig – ha detto tra l’altro – tesa a offrire realtà culturali di valore per consentire alle genti delle Valli di riconoscere le proprie radici e nutrire l’orgoglio dell’appartenenza a un soggetto identitario sloveno. Gli inizi dell’opera a tutto campo di Petricig furono difficili ma la sua visione fu sempre focalizzata sulla capacità di questo territorio, volutamente svuotato e lasciato a sé stesso, di rinascere”.
Il dirigente dell’Istituto comprensivo bilingue, Davide Clodig, si è detto “onorato di rappresentare una delle scuole di Paolo”, ricordando le proprie esperienze personali nel soggiorno ‘Mlada brieza’, il primo tentativo, per altro riuscito, di avvicinare i bambini alla lingua slovena anche dal punto di vista didattico. “Un aspetto fondamentale di tutte le scuole di Paolo – ha sottolineato Clodig – è lo spirito di collaborazione e dedizione che ha saputo infondere agli insegnanti e, attraverso loro, agli allievi, oltre che il senso di partecipazione di una comunità alla vita scolastica.”
Quindi Iole Namor, presidente del circolo Ivan Trinko, ha delineato la struttura della mostra, suddivisa da una parte dove è documentato il percorso di Petricig come educatore.“Viene raccontato un modello pedagogico innovativo – ha spiegato Namor – che ha portato a importanti riconoscimenti a livello nazionale, tra l’altro nel 1965 assieme ai suoi alunni di Cepletischis Paolo prese parte a una trasmissione televisiva in prima serata con la presentazione del loro giornalino ‘Il Falco’.”
Un’altra parte dell’esposizione propone le iniziative che, sulla base delle esperienze che Petricig aveva acquisito nel corso degli anni, vennero organizzate come attività extra scolastiche dal Nediža.
Infine viene presentata la nascita della scuola bilingue e i suoi 40 anni di attività. A proposito di questa realtà, ormai consolidata nel tessuto scolastico e culturale della regione, vale la pena ricordare proprio le parole del suo fondatore: “L’istituzione della scuola bilingue è partita come una provocazione, una sfida per sfatare il famoso ‘la gente non vuole’ di vecchia data. La scuola ha dimostrato che, di fronte a una proposta corretta e inequivoca, una bella fetta della popolazione ha mostrato di accogliere e di gradire l’istruzione slovena.”
“Il pilastro sul quale si fondava la scuola di Paolo – ha anche detto Namor – era la libertà, non intesa come anarchia ma come attenzione alla massima creatività degli allievi. Un altro concetto fondamentale era quello della collaborazione: già con le sue prime esperienze come insegnante introdusse il lavoro di gruppo, la discussione, un approccio che rafforzava nei ragazzi il senso di autodisciplina e di responsabilità.”
La mostra – aperta fino al 3 novembre con orario: martedì-venerdì 16-19, sabato, domenica e 1. novembre 10-19 – è il primo di una serie di appuntamenti dedicati ai 40 anni della scuola bilingue. Martedì 15 ottobre in mattinata ci saranno le celebrazioni ufficiali alla presenza della presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, e del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. Giovedì 17 ottobre verrà invece presentata un’indagine dello Slori sugli ex allievi della scuola bilingue per conoscere il loro pensiero sull’esperienza vissuta.
dal Novi Matajur

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Sono un'insegnante elementare che è andata in pensione dopo 37 anni di insegnamento.Abito a Pordenone ma sono legata alla Val Torre da dove proviene mio marito.I miei genitori hanno diretto per 27 anni il giornale Matajur che fu portavoce della Benečija.

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