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domenica 16 febbraio 2025

Pust v Mažeruolah / Carnevale a Masarolis

ATTILIO BERTOLUCCI UN BALLO IN MASCHERA

 

KONSTANTIN SOMOV, “MASCHERATA”


a Giorgio Cusatelli che guardava dalla
finestra distraendosi dallo “Stiffelio”

Chi con cembali e timpani chi con risa e gridi
con parrucche scivolanti in avanti sugli occhi allegri

così anima il lungofiume stipato di neve poi
che l’ultima sera di carnevale ruotando s’accosta

alle dodici e arde sui quadranti rivolti
al cittadino un invito ruffiano o un ammonimento?

Ma non sono clown questi che hanno graziosamente
trasformato in teatro la pensilina delle foresi

dormienti ora e ancora altre ore prima
dell’amaro mercoledì che è domani in rimesse

e parcheggi provinciali dislocati a monte
a valle ben lontano da qui dove un torneo lento

di macchine sfila procede e si perde
per ricomparire luci versando a fiotti

sulle instancabili provocatrici e loro
stivali maculati di bianco corpetti

in cui l’oro rilega pelo d’agnello
madido di un inverno ormai al suo termine irreparabile...

I travestiti di Parma erano un tempo commessi
scolari sarti garzoni di barberìa

in doppio apprendistato sotto maestri esperti
nelle due arti e anche non sempre in bel canto

col gusto di tradire il genio del luogo se è
Cremonini a chiamare con tanta dolcezza

l’animale gentile e canoro strumento
ambiguo di voluttà alla mente convulsa...

Vengono e vengono da città vicine
alla 
pétite capitale d’autrefois che suoi cittadini

empi e rozzi non vogliono ducale per inserirla
nel dialogo nell’abbraccio mortale America Russia

sotto il segno intrecciato della pop art e della democrazia progressiva.
Ma s’accostino prudenti che potrebbero sembrare

clienti timidi o voyeurs moralisti e venire
irrisi o colpiti da palle di neve infallibili

e riconoscano in queste feste di Parma
in questi costumi fantasiosi e impudenti

la linea serpentina locale ripresa
con inaudito sprezzo del pericolo

da figli del popolo e dei borghi malsani
fioriti di sorelle dalle dolci gambe cui

rubare atteggiamenti e fondi tinta
per la necessità di essere inanzitutto colpevoli.

Ha ripreso a nevicare i forestieri se ne vanno
felpati i rimasti non demordono

inventano mimiche accordate
all’infinita discesa di farfalle dal cielo.

(da Viaggio d’inverno, Garzanti, 1971)


Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.

da https://cantosirene.blogspot.com/2018/02/

Web sul blog: La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita

Web sul blog: La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita: V'invito a scegliere la vostra canzone preferita tra le cinque del sondaggio, inoltre voglio ricordare a tutti, che si può esprimere...

venerdì 14 febbraio 2025

"Fiume o Morte!", Trailer Ufficiale | Wanted Cinema #trailer

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Croazia/In-sala-al-cinema-Fiume-o-morte-e-Cherry-Juice-236126
per saperne di più

SLOVENIA il vino dell'Impero

Vigneti nella Brda, Slovenia © JGA/Shutterstock

 Al tempo dell’Austria - Ungheria il vino del Collio si beveva a Vienna e viaggiava per l’Europa: proprio per questo non doveva rispondere solo al gusto locale. A colloquio con Simonetta Lorigliola, caporedattrice di Seminario Veronelli

06/02/2025 -  Stefano Lusa Capodistria

Luigi Veronelli è stato uno dei massimi fautori della valorizzazione e della diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. Proprio lui ha ideato una guida che è punto di riferimento per esperti ed appassionati e che si rinnova di anno in anno.

Per Veronelli - e per coloro che continuano a tramandare il suo messaggio - il vino è racconto: parla del territorio da cui proviene con le sue chiesette medievali; ci narra di campi coltivati con varietà antiche di frutta e verdura; ci dice delle complesse sfaccettature della storia e ci racconta di vignaioli che con tecniche antiche e moderne innovazioni ripropongono “il canto della terra verso il cielo”.

Per dirla con Veronelli ogni bottiglia è unica, così come unico è l’uomo. Simonetta Lorigliola, caporedattrice di Seminario Veronelli  , non ha dubbi: il vino “è un grandissimo medium culturale”.

La "Guida Oro I Vini" di Veronelli quest’anno recensisce quasi 15mila vini di tutta Italia. Nel 2026 ci sarà una sezione dedicata alla Brda, la parte slovena del Collio goriziano.

“La miccia che ha acceso la fiamma è stata la Capitale europea della Cultura tra Nova Gorica e Gorizia”, spiega la caporedattrice di Seminario Veronelli.

“Non c’è un territorio che identifichi meglio del Collio il messaggio transfrontaliero”. ”Dal punto di vista geologico il terreno è lo stesso, uguale è anche l’impegno dei vignaioli. Un’area unica, perché è una sola e “perché dà prodotti di eccellenza unica”.

Lo attestano anche i voti che la guida assegna ai vini del Collio, ai quali si aggiungeranno l’anno prossimo anche quelli sloveni di Brda. “Nella guida tutti gli assaggi si fanno alla cieca. Il degustatore conosce il territorio di provenienza, ma non sa cosa sta assaggiando. Sarebbe interessante far provare i vini di quella regione tutti assieme “per capire a che punto sia arrivata l’eccellenza da una parte e dall’altra”, precisa Simonetta Lorigliola.

Tagliato dal confine tracciato dopo la Seconda guerra mondiale tra Italia e Jugoslavia il Collio e Brda cominciano a percorrere due strade diverse. La regione oggi è forse considerata integrata nell’offerta turistica, ma l’idea di far diventare il Collio e Brda nuovamente un unico territorio vitivinicolo transfrontaliero sembra essere ancora lontana.

Intanto c’è chi il vino lo fa anche assieme. È la storia dello spumante transfrontaliero Sinefinis, nato dalla collaborazione tra un’azienda slovena ed una italiana. I campi con le uve sono poco distanti gli uni dagli altri, ma sulle bottiglie non possono mettere né la denominazione Brda né quella di Collio.

continua https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Slovenia-il-vino-dell-Impero-235916

PROVERBIO SLOVENO

"Svet Valentin ima ključe od korenin"

"San Valentino ha le chiavi delle radici"





La Festa di San Valentino in Borgo Pracchiuso, un evento che affonda le radici nel lontano 1689 e che, anno dopo anno, continua ad attirare udinesi e friulani, innamorati e non. Tra bancarelle, riti religiosi e simboli della tradizione, il borgo si animerà per due giorni di festa, tra il 13 e il 14 febbraio, rinnovando un legame che dura da secoli.



Le origini della festa

La Fiera di San Valentino non è solo un momento di celebrazione, ma rappresenta anche un’importante testimonianza storica. La chiesa dedicata al Santo venne costruita nel 1355 per volontà della famiglia dei conti Valentinis, nel tentativo di proteggere la città dalla peste nera che nel 1348 aveva colpito l’Europa e anche Udine. Nel 1513, nel borgo nacque la Confraternita di San Valentino, che si impegnò per la costruzione di una chiesa più grande, inaugurata nel 1574.Il Santo, oltre a essere il patrono degli innamorati, era invocato anche contro la peste, l’epilessia e altri mali. È proprio a questa tradizione che si ricollega l’usanza delle “chiavette di San Valentino”, piccoli amuleti portafortuna legati al suo potere taumaturgico. Altro simbolo della festa è il pane a forma di “8”, chiamato colaz, che affonda le sue radici nell’antica distribuzione delle Sacre Eulogie.

Il programma della Fiera

Le celebrazioni prenderanno il via giovedì 13 febbraio, con la tradizionale benedizione del pane e delle chiavette alle ore 17.00 nella chiesa del Santo, seguita alle 18.00 da un concerto di musica sacra e classica eseguito dall’ensemble “Gli Archi del Friuli e del Veneto”, diretto dal maestro Guido Freschi.

https://www.friulioggi.it/udine/torna-antica-amata-festa-san-valentino-borgo-pracchiuso-11-febbraio-2025/#google_vignette

giovedì 13 febbraio 2025

Iz Ljubljane v Benečijo - Da Lubiana in Benecia

IL MONDO CHE VORREI

 


Il cielo è di tutti

Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.

martedì 11 febbraio 2025

IO RICORDO TUTTO




 Ricordo i racconti di mia madre,

avevo due zii che non conobbi mai:

Saša e Milan morti in Jugoslavija

uno internato dai fascisti nel sud Italia,

l'altro sparito non si sa dove

riposano senza una tomba.

Riposate in pace noi non 

vi abbiamo dimenticato

mi restano solo le vostre foto.

OLGICA

 hčerka Jožice vaše sestre


Il fogolâr



immagine dal web


Nella cucina friulana c'era sempre un  fogolâr che era costituito da quattro legna messe in croce e poste sul pavimento, al centro della cucina. Il fumo usciva da una piccola finestra posta in alto o attraverso la porta a seconda delle stagioni; non c'era canna fumaria, poiché essendo il tetto di paglia c'era pericolo che le faville che uscivano da comignolo provocassero incendi. La cucina veniva chiamata cjase de fum.Il fogolâr non segue un'ubicazione fissa, è elemento determinante della tipologia della casa friulana. Il piano del focolare era sempre rialzato di almeno 50-60 centimetri rispetto al pavimento, aveva un rivestimento esterno di mattoni ed il ripiano superiore era in lastre di pietra o sempre di mattoni. Spesso nella parte anteriore c'era una piccola rientranza ad arco (le entrade) che permetteva alle donne di avvicinarsi alle pentole.Nel vano del focolare correva lungo tre lati un unico pancone (bancjon) che accoglieva i numerosi commensali al momento del pasto e la famiglia, quando questa vi si riuniva intorno.



https://au.pinterest.com/pin/437130707564215662/



Proverbio

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“A sante Polonie il frêt al va in Slavonie” ovvero per Santa Apollonia (il 9 febbraio) il freddo va in Slavonia, ad est, abbandona le nostre terre.

lunedì 10 febbraio 2025

Cronaca della settimana


 Proseguono le indagini della Digos per risalire all’identità degli autori dell’atto vandalico perpetrato nella notte tra venerdì e ieri alla foiba di Basovizza. Si continua a indagare a tutto campo, anche con l’ausilio delle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza sul territorio.

https://www.ilfriuli.it/politica/atto-vandalico-alla-foiba-di-basovizza-proseguono-le-indagini/



All’alba dell’11 febbraio del 1945 un plotone nazi-fascista giustiziò 23 giovani partigiani osovani e garibaldini, affianco alla porta est del cimitero di Udine, in segno di rappresaglia per l’assalto alle carceri avvenuto 4 giorni prima.
A 80 anni di distanza da quel tragico evento, la città di Udine e l’ANPI regionale si è radunata sul luogo della fucilazione, per ricordare chi ha sacrificato la propria vita nella lotta al regime fascista, per l’ottenimento della democrazia e della libertà.

https://www.ilfriuli.it/cultura/il-ricordo-dei-23-partigioani-giustiziati-simbolo-della-resistenza/


Operatori sanitari sempre più esposti a episodi di violenza nei presidi sanitari. L’ennesima aggressione avvenuta la scorsa settimana al pronto soccorso dell’ospedale di Latisana ha portato la UIL FPL a chiedere interventi immediati a protezione di infermieri e medici, sempre più spesso vittime di minacce e situazioni che minano la loro sicurezza.  “Le aggressioni ai danni del personale sanitario – spiega il sindacato – sono in costante aumento”.continua

https://www.ilfriuli.it/cronaca/aggressione-al-pronto-soccorso-di-latisana-la-uil-fpl-chiede-le-guardie-giurate/


Una storia che ha dell’incredibile con un lieto fine davanti ai microfoni di Telefriuli. Laura, 38 anni, partorisce da sola in casa e con l’arrivo di questo sesto figlio, finalmente decide di dire al compagno “sì, sposiamoci”. La neomamma, sabato scorso, mentre aspettava l’ambulanza che aveva chiamato, ha avuto anche la capacità di salvare il piccolo che aveva il cordone intorno al collo. Laura, 38 anni, madre già di cinque figli, vive a Strassoldo di Cervignano del Friuli e sabato ha dato alla luce Gabriele nel bagno di casa. Stava cambiando il figlio più piccolo, quando inaspettatamente sono iniziate le contrazioni che indicavano il parto imminente. Momenti di panico, ma poi la forza e il coraggio arrivata grazie a un angelo custode, la mamma di Laura, scomparsa quando aveva 20 anni. da https://www.ilfriuli.it/territorio/arriva-il-sesto-figlio-e-con-lui-si-sposiamoci/

GIORNO DEL RICORDO

dal web

 Il Giorno del ricordo è una commemorazione civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".

Al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale tra l'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile, e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi. Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati uccisi mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell'Italia.

La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia. 

continua https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_del_ricordo

domenica 9 febbraio 2025

LE FRIULANE o SCARPEZ

 


Racconto Friulano

La storia delle pantofole Friulane, note anche come Furlane, è piuttosto intrigante. Sono apparse per la prima volta in Friuli, Italia, nel XIX secolo, realizzate dalle donne per le loro famiglie utilizzando ritagli di tessuto e materiali.

Queste pantofole erano inizialmente riservate agli eventi speciali, ma guadagnarono popolarità durante la seconda guerra mondiale a causa della scarsità di risorse. È interessante notare che anche i gondolieri di Venezia preferivano queste scarpe per la loro comodità e le suole in gomma che non danneggiavano le gondole e che fornivano una presa sicura durante la voga.

Oggi le pantofole Friulane stanno vivendo una rinascita, offrendo sia comodità che stile, diventando una calzatura versatile adatta a ogni occasione.



https://ciaccini.com/en-it/pages/friulane-story-ciaccini-friulane


da https://scarpezdidinaechiara.blogspot.com/p/novita.html


GORIZIA/NOVA GORICA 2025

 


Grande successo oggi per la festa GO-GORIZIA/NOVA GORIZA con la partecipazione di Sergio Mattarella (presidente della Republica Italiana) e Nataša Pirc Musar (presidente della Repubblica slovena).Presenti più di di 4.000 persone.



«Essere la prima Capitale europea della cultura transfrontaliera – le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo. Slovenia e Italia hanno dimostrato che è possibile scegliere la via della collaborazione in un tempo di conflitti nel mondo. La comune appartenenza europea e la cultura sono stati il collante affinché due popoli lavorassero per un destino comune».

Gubana Gubanza friuli venezia giulia RICETTA

FEBBRAIO


 FEBBRAIO

Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso, irritante
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia il folle marzo
periglioso e mutante.
Vincenzo Cardarelli

“Febbraio” è una poesia di Vincenzo Cardarelli (1887-1957) dedicata al mese più breve dell'anno. 

venerdì 7 febbraio 2025

GIORNATA DELLA CULTURA SLOVENA-PREŠERNOV DAN


 

Giornata della Cultura slovena Prešeren Francè. – Poeta sloveno (Vrba, Alta Carniola , 1800 – Kranj 1849); dotato di un fine senso artistico piegò la lingua alle più severe esigenze d’arte ed elevò la poesia slovena, fino allora di gusto provinciale e retrivo, a un notevole grado di perfezione. Fra le sue poesie, oltre alla bellissima collana di sonetti (Sonetni venec, 1834), ispirati al dolce stilnovo e a Petrarca, si ricordano il poemetto Krst pri Savici (“Il battesimo presso la Savica”, 1836) e alcune liriche in cui trova espressione il suo spirito colto, pensoso, pieno di intima tristezza. Nel 1846 raccolse la sua opera in versi in Poezije (“Poesie”)

http://www.treccani.it/enciclopedia/france-preseren/

L’ 8 febbraio è la giornata della cultura slovena, la data è stata scelta in ricordo della morte di France Prešeren (1800-1849), considerato un po’ il padre della poesia slovena e autore dell’inno nazionale. In Slovenia l’8 febbraio è festa nazionale, con scuole e uffici chiusi e con musei aperti al pubblico gratuitamente e una serie infinita di avvenimenti culturali. La giornata è molto sentita anche tra gli sloveni che vivono a Trieste, Gorizia e Udine, dove per l’occasione sono state organizzate diverse iniziative culturali.
Penso che sia l’unico Stato europeo che abbia dedicato una giornata al suo poeta più famoso.


Zdravljica- Brindisi (inno nazionale)

Žive naj vsi narodi
ki hrepene dočakat’ dan,
da koder sonce hodi,
prepir iz sveta bo pregnan,
da rojak
prost bo vsak,
ne vrag, le sosed bo mejak!

Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!

In questo giorno in tutta la Slavia friulana/Benečija si fanno manifestazioni per ricordare questo grande poeta sloveno.



GO! 2025 NOVA GORICA-GORIZIA

 

IL CONTESTO

Storicamente, l'area al confine tra Italia e Slovenia ha attraversato diversi cambiamenti geopolitici che, nel corso dei secoli, hanno modificato la configurazione del confine, creando conflitti, dividendo e unendo il territorio e la popolazione. Infine, con il crollo della Jugoslavia, l'indipendenza della Slovenia e la sua adesione all'Unione europea, è iniziato un periodo di pace e cooperazione.

Nel 2011, è stata dimostrata una chiara volontà di collaborazione quando tre comuni (Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba) hanno istituito il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale - GECT GO, per identificare e affrontare le sfide comuni e trovare soluzioni per l'integrazione delle città e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Grazie al GECT GO, le differenze transfrontaliere sono state trasformate in opportunità transfrontaliere.

Una pietra miliare di questo processo è stata la candidatura congiunta delle città di Nova Gorica (SI) e Gorizia (IT) come Capitale Europee della Cultura (CEC) per l'anno 2025. Con lo slogan "GO! BORDERLESS" le due città vogliono creare una strategia culturale concreta, partecipativa ed efficace, contribuendo in ultima analisi al miglioramento della qualità della vita dei cittadini di tutta l'area di confine.

La piazza Transalpina- Trg Evrope, che ora è un'area ancora periferica per le due città, diventerà il cuore pulsante e l'anima del programma culturale e artistico dell'agglomerato durante l'anno delle CEC e negli anni successivi.

LA PIAZZA

La piazza che è divisa a metà tra Italia e Slovenia rappresenta un punto di incontro importante tra le due culture. Dall'eliminazione del confine, è diventata un simbolo di amicizia e cooperazione tra i due stati, ma ci sono ancora molte barriere amministrative che ostacolano la cooperazione transfrontaliera. Durante la chiusura del confine a causa del Covid-19, è diventata un emblema di unità e connessione, e nulla come il periodo di crisi ci ha mostrato come le città, anche se geograficamente situate in stati diversi, siano in realtà connesse attraverso relazioni quotidiane, scambi, formando fondamentalmente una singola agglomerazione.

continua https://euro-go.eu/it/transalpinatrgevrope/piazza-transalpina-trg-evrope-storia-e-importanza/

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