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mercoledì 19 febbraio 2025

MOSTRA DEI MOSAICI DELLA SCUOLA DI SPILIMBERGO AL ROM

CRONACA FRIULI

 



Sabato il Carnevale Europeo apre gli eventi di Go 2025

Si tratta del primo grande evento dal via della Capitale europea della Cultura
Arriveranno da cinque Paesi del Continente i 18 gruppi protagonisti sabato pomeriggio dell’atteso Carnevale Europeo, organizzato dalla Camera di Commercio della Venezia Giulia ed in programma lungo le vie del centro di Gorizia, con un prologo nel pomeriggio del venerdì a Trieste. Si tratterà di fatto del primo grande evento internazionale nella città isontina dal via della Capitale europea della Cultura: i quasi 600 performers della sfilata, prevista dalle 15 con piazza Vittoria come partenza e arrivo ed una parte del percorso che toccherà anche Nova Gorica, proverranno da Italia, Austria, Slovenia, Germania e Svizzera. Al centro dell’appuntamento ci sarà la Guggenmusik, che rappresenta in particolare nei Paesi dell’Europa centrale lo spirito del Carnevale.

SPILIMBERGO entra nella lista dei borghi più belli d'Italia


Spilimbergo è ufficialmente entrata a far parte della rete nazionale dei “Borghi più belli d’Italia”. Il sindaco Enrico Sarcinelli ha ricevuto la bandiera distintiva dalle mani di Fiorello Primi, presidente dell’Associazione nazionale. La cerimonia si è svolta sul Belvedere del Palazzo di Sopra, accompagnata dalle esibizioni del gruppo storico “Leon Coronato”.

“Questo traguardo è il coronamento del nostro impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Spilimbergo” ha dichiarato Sarcinelli, sottolineando come l’ingresso nella rete sia anche un nuovo punto di partenza per strategie di promozione condivise con gli altri borghi del Friuli Venezia Giulia.

Per Fiorello Primi, Spilimbergo rappresenta un importante valore aggiunto grazie al suo ricco patrimonio artistico e alla prestigiosa Scuola di Mosaico. Anche Markus Maurmair, consigliere regionale, ha evidenziato il ruolo della città nell’offerta turistica esperienziale della regione. L’assessore al turismo Sergio Emidio Bini ha rimarcato l’importanza dei piccoli centri per un turismo autentico, lontano dai circuiti di massa.

Con questa adesione, Spilimbergo rafforza il suo posizionamento come meta di eccellenza, contribuendo alla promozione integrata del territorio regionale e nazionale.

https://www.ilfriuli.it/economia/spilimbergo-entra-nei-borghi-piu-belli-ditalia/


martedì 18 febbraio 2025

Ljubka Šorli poetessa, scrittrice e insegnante slovena.

 


Ljubka Šorli (Tolmino, 19 febbraio 1910  Gorizia, 30 aprile 1993) è stata una poetessa, scrittrice e insegnante slovena.

Le sue opere sono segnate dall'esperienza della guerra e della persecuzione, e cantano i luoghi della Slovenia, la natura e le tradizioni religiose. Pubblicò inizialmente in riviste parrocchiali di lingua slovena, illegali sotto il Ventennio fascista. Figura schiva e riservata, è stata per lungo tempo sconosciuta anche al pubblico sloveno. Una traduzione in italiano di alcune sue poesie, "Canti spezzati", è stata pubblicata nel 1994.

Biografia

Šorli era nota in Italia soprattutto per essere la vedova di Lojze Bratuž, martire sloveno del fascismo. Suo padre Luka era un ingegnere, sua madre Alojzija una negoziante. Aveva un fratello e due sorelle.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la famiglia si rifugiò dai parenti a Jesenice. Šorli prese la licenza media nel 1923 a Tolmino. Due anni dopo nel 1925 morì suo padre, che si era arruolato nell'esercito. Il peso della famiglia ricadde sulla madre, che aprì un negozio, dove lavorò anche Šorli.

Collaborò con organizzazioni culturali e laiche, sostituì l'organista e guidò il coro femminile della chiesa. Fu in questo periodo che incontrò Lojze Bratuž, compositore, organista e maestro di cappella: i due si sposarono nell'autunno del 1933. Insieme generarono una figlia, Lojzka e un figlio, Andrej. Lojze Bratuž non volle mai seguire la politica d'italianizzazione forzata perseguita dal governo fascista e per questo fu incarcerato più volte. La notte di Natale del 1936 fece cantare in sloveno il coro della chiesa; per questo motivo gli squadristi lo catturarono due giorni dopo, il 27 dicembre, e lo costrinsero a bere quattro litri di olio per motori mescolato a benzina. Morì il 16 febbraio 1937.

Šorli sopravvisse alle persecuzioni del commissario Gaetano Collotti. Fu mandata nel campo Poggio Terza Armata (Zdravščine) dove sopravvisse con il pensiero: "Attraverso la sofferenza di un nobile destino, una fede è una chiamata: la libertà!".

L'8 settembre 1943, lei e i suoi figli tornarono a Tolmino. Diventò maestra nella stessa scuola elementare frequentata da bambina. Dal 1948 fino al pensionamento nel 1975 insegnò in altre scuole, a Gorizia e nei paesi circostanti.

Pubblicò articoli su riviste culturali e partecipò a vari eventi e serate letterarie.

Morì il 30 aprile 1993. Le è dedicato un busto in via Fran Erjavec (Erjavčeva ulica) a Nova Gorica

🎄

Era il 27 dicembre del 1936, quando il musicista Lojze Bratuž venne strappato (dagli squadristi) alla sua amata Ljubka Šorli e ai due figli piccolissimi Lojzka e Andrej.
Un uomo mite, un maestro di coro con un'unica grande colpa: aver cantato in sloveno o semplicemente essere sloveno nell'Italia fascista.
Era una domenica, aveva diretto il coro di Podgora nei canti della Santa Messa. Gli fu fatto bere a forza olio motore. Morirà, fra atroci dolori, il 16 febbraio 1937.
🎄
Quando sussurano i cipressi.
Ljubka Šorli, in memoria del marito Lojze Bratuž
Il vento ha spazzato le vaste pianure,
vi ha fatto tremare ogni singolo stelo;
il mio pensiero fugge fra le croci
bagnate di lacrime, sotto i cipressi.
E là, tra i cipressi, riposa il mio amore...
Nel cuor della notte li sento frusciare:
gli fanno sapere che continuo ad amarlo,
ed egli ritrova la quiete del sonno.
🎄
Kadar ciprese šumijo
Razgibal je veter široke poljane,
da bilka je vsaka na njih vztrepetala;
a misel je moja med križe zbežala,
kjer v sencah cipres so solze posejane.
In tam med cipresami dragi počiva...
Ko v poznih večerih vrhovi šumijo,
o moji ljubezni mu v noč govorijo,
da v hladni gomili vse mirneje sniva.

domenica 16 febbraio 2025

Pust v Mažeruolah / Carnevale a Masarolis

ATTILIO BERTOLUCCI UN BALLO IN MASCHERA

 

KONSTANTIN SOMOV, “MASCHERATA”


a Giorgio Cusatelli che guardava dalla
finestra distraendosi dallo “Stiffelio”

Chi con cembali e timpani chi con risa e gridi
con parrucche scivolanti in avanti sugli occhi allegri

così anima il lungofiume stipato di neve poi
che l’ultima sera di carnevale ruotando s’accosta

alle dodici e arde sui quadranti rivolti
al cittadino un invito ruffiano o un ammonimento?

Ma non sono clown questi che hanno graziosamente
trasformato in teatro la pensilina delle foresi

dormienti ora e ancora altre ore prima
dell’amaro mercoledì che è domani in rimesse

e parcheggi provinciali dislocati a monte
a valle ben lontano da qui dove un torneo lento

di macchine sfila procede e si perde
per ricomparire luci versando a fiotti

sulle instancabili provocatrici e loro
stivali maculati di bianco corpetti

in cui l’oro rilega pelo d’agnello
madido di un inverno ormai al suo termine irreparabile...

I travestiti di Parma erano un tempo commessi
scolari sarti garzoni di barberìa

in doppio apprendistato sotto maestri esperti
nelle due arti e anche non sempre in bel canto

col gusto di tradire il genio del luogo se è
Cremonini a chiamare con tanta dolcezza

l’animale gentile e canoro strumento
ambiguo di voluttà alla mente convulsa...

Vengono e vengono da città vicine
alla 
pétite capitale d’autrefois che suoi cittadini

empi e rozzi non vogliono ducale per inserirla
nel dialogo nell’abbraccio mortale America Russia

sotto il segno intrecciato della pop art e della democrazia progressiva.
Ma s’accostino prudenti che potrebbero sembrare

clienti timidi o voyeurs moralisti e venire
irrisi o colpiti da palle di neve infallibili

e riconoscano in queste feste di Parma
in questi costumi fantasiosi e impudenti

la linea serpentina locale ripresa
con inaudito sprezzo del pericolo

da figli del popolo e dei borghi malsani
fioriti di sorelle dalle dolci gambe cui

rubare atteggiamenti e fondi tinta
per la necessità di essere inanzitutto colpevoli.

Ha ripreso a nevicare i forestieri se ne vanno
felpati i rimasti non demordono

inventano mimiche accordate
all’infinita discesa di farfalle dal cielo.

(da Viaggio d’inverno, Garzanti, 1971)


Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.

da https://cantosirene.blogspot.com/2018/02/

Web sul blog: La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita

Web sul blog: La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita: V'invito a scegliere la vostra canzone preferita tra le cinque del sondaggio, inoltre voglio ricordare a tutti, che si può esprimere...

venerdì 14 febbraio 2025

"Fiume o Morte!", Trailer Ufficiale | Wanted Cinema #trailer

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Croazia/In-sala-al-cinema-Fiume-o-morte-e-Cherry-Juice-236126
per saperne di più

SLOVENIA il vino dell'Impero

Vigneti nella Brda, Slovenia © JGA/Shutterstock

 Al tempo dell’Austria - Ungheria il vino del Collio si beveva a Vienna e viaggiava per l’Europa: proprio per questo non doveva rispondere solo al gusto locale. A colloquio con Simonetta Lorigliola, caporedattrice di Seminario Veronelli

06/02/2025 -  Stefano Lusa Capodistria

Luigi Veronelli è stato uno dei massimi fautori della valorizzazione e della diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. Proprio lui ha ideato una guida che è punto di riferimento per esperti ed appassionati e che si rinnova di anno in anno.

Per Veronelli - e per coloro che continuano a tramandare il suo messaggio - il vino è racconto: parla del territorio da cui proviene con le sue chiesette medievali; ci narra di campi coltivati con varietà antiche di frutta e verdura; ci dice delle complesse sfaccettature della storia e ci racconta di vignaioli che con tecniche antiche e moderne innovazioni ripropongono “il canto della terra verso il cielo”.

Per dirla con Veronelli ogni bottiglia è unica, così come unico è l’uomo. Simonetta Lorigliola, caporedattrice di Seminario Veronelli  , non ha dubbi: il vino “è un grandissimo medium culturale”.

La "Guida Oro I Vini" di Veronelli quest’anno recensisce quasi 15mila vini di tutta Italia. Nel 2026 ci sarà una sezione dedicata alla Brda, la parte slovena del Collio goriziano.

“La miccia che ha acceso la fiamma è stata la Capitale europea della Cultura tra Nova Gorica e Gorizia”, spiega la caporedattrice di Seminario Veronelli.

“Non c’è un territorio che identifichi meglio del Collio il messaggio transfrontaliero”. ”Dal punto di vista geologico il terreno è lo stesso, uguale è anche l’impegno dei vignaioli. Un’area unica, perché è una sola e “perché dà prodotti di eccellenza unica”.

Lo attestano anche i voti che la guida assegna ai vini del Collio, ai quali si aggiungeranno l’anno prossimo anche quelli sloveni di Brda. “Nella guida tutti gli assaggi si fanno alla cieca. Il degustatore conosce il territorio di provenienza, ma non sa cosa sta assaggiando. Sarebbe interessante far provare i vini di quella regione tutti assieme “per capire a che punto sia arrivata l’eccellenza da una parte e dall’altra”, precisa Simonetta Lorigliola.

Tagliato dal confine tracciato dopo la Seconda guerra mondiale tra Italia e Jugoslavia il Collio e Brda cominciano a percorrere due strade diverse. La regione oggi è forse considerata integrata nell’offerta turistica, ma l’idea di far diventare il Collio e Brda nuovamente un unico territorio vitivinicolo transfrontaliero sembra essere ancora lontana.

Intanto c’è chi il vino lo fa anche assieme. È la storia dello spumante transfrontaliero Sinefinis, nato dalla collaborazione tra un’azienda slovena ed una italiana. I campi con le uve sono poco distanti gli uni dagli altri, ma sulle bottiglie non possono mettere né la denominazione Brda né quella di Collio.

continua https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Slovenia-il-vino-dell-Impero-235916

PROVERBIO SLOVENO

"Svet Valentin ima ključe od korenin"

"San Valentino ha le chiavi delle radici"





La Festa di San Valentino in Borgo Pracchiuso, un evento che affonda le radici nel lontano 1689 e che, anno dopo anno, continua ad attirare udinesi e friulani, innamorati e non. Tra bancarelle, riti religiosi e simboli della tradizione, il borgo si animerà per due giorni di festa, tra il 13 e il 14 febbraio, rinnovando un legame che dura da secoli.



Le origini della festa

La Fiera di San Valentino non è solo un momento di celebrazione, ma rappresenta anche un’importante testimonianza storica. La chiesa dedicata al Santo venne costruita nel 1355 per volontà della famiglia dei conti Valentinis, nel tentativo di proteggere la città dalla peste nera che nel 1348 aveva colpito l’Europa e anche Udine. Nel 1513, nel borgo nacque la Confraternita di San Valentino, che si impegnò per la costruzione di una chiesa più grande, inaugurata nel 1574.Il Santo, oltre a essere il patrono degli innamorati, era invocato anche contro la peste, l’epilessia e altri mali. È proprio a questa tradizione che si ricollega l’usanza delle “chiavette di San Valentino”, piccoli amuleti portafortuna legati al suo potere taumaturgico. Altro simbolo della festa è il pane a forma di “8”, chiamato colaz, che affonda le sue radici nell’antica distribuzione delle Sacre Eulogie.

Il programma della Fiera

Le celebrazioni prenderanno il via giovedì 13 febbraio, con la tradizionale benedizione del pane e delle chiavette alle ore 17.00 nella chiesa del Santo, seguita alle 18.00 da un concerto di musica sacra e classica eseguito dall’ensemble “Gli Archi del Friuli e del Veneto”, diretto dal maestro Guido Freschi.

https://www.friulioggi.it/udine/torna-antica-amata-festa-san-valentino-borgo-pracchiuso-11-febbraio-2025/#google_vignette

giovedì 13 febbraio 2025

Iz Ljubljane v Benečijo - Da Lubiana in Benecia

IL MONDO CHE VORREI

 


Il cielo è di tutti

Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.

martedì 11 febbraio 2025

IO RICORDO TUTTO




 Ricordo i racconti di mia madre,

avevo due zii che non conobbi mai:

Saša e Milan morti in Jugoslavija

uno internato dai fascisti nel sud Italia,

l'altro sparito non si sa dove

riposano senza una tomba.

Riposate in pace noi non 

vi abbiamo dimenticato

mi restano solo le vostre foto.

OLGICA

 hčerka Jožice vaše sestre


Il fogolâr



immagine dal web


Nella cucina friulana c'era sempre un  fogolâr che era costituito da quattro legna messe in croce e poste sul pavimento, al centro della cucina. Il fumo usciva da una piccola finestra posta in alto o attraverso la porta a seconda delle stagioni; non c'era canna fumaria, poiché essendo il tetto di paglia c'era pericolo che le faville che uscivano da comignolo provocassero incendi. La cucina veniva chiamata cjase de fum.Il fogolâr non segue un'ubicazione fissa, è elemento determinante della tipologia della casa friulana. Il piano del focolare era sempre rialzato di almeno 50-60 centimetri rispetto al pavimento, aveva un rivestimento esterno di mattoni ed il ripiano superiore era in lastre di pietra o sempre di mattoni. Spesso nella parte anteriore c'era una piccola rientranza ad arco (le entrade) che permetteva alle donne di avvicinarsi alle pentole.Nel vano del focolare correva lungo tre lati un unico pancone (bancjon) che accoglieva i numerosi commensali al momento del pasto e la famiglia, quando questa vi si riuniva intorno.



https://au.pinterest.com/pin/437130707564215662/



Proverbio

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“A sante Polonie il frêt al va in Slavonie” ovvero per Santa Apollonia (il 9 febbraio) il freddo va in Slavonia, ad est, abbandona le nostre terre.

lunedì 10 febbraio 2025

Cronaca della settimana


 Proseguono le indagini della Digos per risalire all’identità degli autori dell’atto vandalico perpetrato nella notte tra venerdì e ieri alla foiba di Basovizza. Si continua a indagare a tutto campo, anche con l’ausilio delle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza sul territorio.

https://www.ilfriuli.it/politica/atto-vandalico-alla-foiba-di-basovizza-proseguono-le-indagini/



All’alba dell’11 febbraio del 1945 un plotone nazi-fascista giustiziò 23 giovani partigiani osovani e garibaldini, affianco alla porta est del cimitero di Udine, in segno di rappresaglia per l’assalto alle carceri avvenuto 4 giorni prima.
A 80 anni di distanza da quel tragico evento, la città di Udine e l’ANPI regionale si è radunata sul luogo della fucilazione, per ricordare chi ha sacrificato la propria vita nella lotta al regime fascista, per l’ottenimento della democrazia e della libertà.

https://www.ilfriuli.it/cultura/il-ricordo-dei-23-partigioani-giustiziati-simbolo-della-resistenza/


Operatori sanitari sempre più esposti a episodi di violenza nei presidi sanitari. L’ennesima aggressione avvenuta la scorsa settimana al pronto soccorso dell’ospedale di Latisana ha portato la UIL FPL a chiedere interventi immediati a protezione di infermieri e medici, sempre più spesso vittime di minacce e situazioni che minano la loro sicurezza.  “Le aggressioni ai danni del personale sanitario – spiega il sindacato – sono in costante aumento”.continua

https://www.ilfriuli.it/cronaca/aggressione-al-pronto-soccorso-di-latisana-la-uil-fpl-chiede-le-guardie-giurate/


Una storia che ha dell’incredibile con un lieto fine davanti ai microfoni di Telefriuli. Laura, 38 anni, partorisce da sola in casa e con l’arrivo di questo sesto figlio, finalmente decide di dire al compagno “sì, sposiamoci”. La neomamma, sabato scorso, mentre aspettava l’ambulanza che aveva chiamato, ha avuto anche la capacità di salvare il piccolo che aveva il cordone intorno al collo. Laura, 38 anni, madre già di cinque figli, vive a Strassoldo di Cervignano del Friuli e sabato ha dato alla luce Gabriele nel bagno di casa. Stava cambiando il figlio più piccolo, quando inaspettatamente sono iniziate le contrazioni che indicavano il parto imminente. Momenti di panico, ma poi la forza e il coraggio arrivata grazie a un angelo custode, la mamma di Laura, scomparsa quando aveva 20 anni. da https://www.ilfriuli.it/territorio/arriva-il-sesto-figlio-e-con-lui-si-sposiamoci/

GIORNO DEL RICORDO

dal web

 Il Giorno del ricordo è una commemorazione civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".

Al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale tra l'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile, e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi. Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati uccisi mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell'Italia.

La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia. 

continua https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_del_ricordo

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