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Grazia ha scritto:"Carissima Olga sono passata nel tuo nuovo blog su Altervista, volevo commentare ma non hai abilitato i commenti... basta andare in "Impostazioni", poi su" Discussione" e spuntare la casellina "Permetti l'invio di commenti per i nuovi articoli". Appena li abiliti verrò a commentare. Un abbraccio"
Roselia Bezerra ha scritto:"Olá, nasci no dia da avó de Jesus.
Tenho devoção por ela desde adolescente.
Tenha dias abençoados!
Beijinhos
"
MarijaKes ha scritto:"Pěkní vzpomínky na prarodiče. Škoda, že jste nepoznal i prarodiče z otcovy stany. "
DeniseinVA ha scritto:"Questo commento è stato eliminato dall'autore."
Manuel ha scritto:"Una entrada muy bonita."
Ирина Полещенко ha scritto:"Olga, spero che per te vada tutto bene."
antonypoe ha scritto:"tutto bene?
lieto giorno
"
Agricoltore Anacronistico ha scritto:"Ciao, e molto piacere.
Da amante del ciclismo (guardato...e non pedalato) non posso che inchinarmi di fronte a questo ragazzo, al suo estro, la sua caparbietà e le sue innate doti fisiche e mentali.
Da italiano desidererei poter tifare un connazionale, ma da sportivo continuo ad esultare di fronte ad ogni sua impresa.
Questo per lui è stato un anno indimenticabile.
A.A.
"

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IVAN TRINKO

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padre della Benecia

LADY FVG

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Ricette,racconti,vini,personaggi e tanto altro

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la VOS dai FURLANS

DanyGraphic

mercoledì 20 novembre 2024

Citazione

 


Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi… La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.


Pier Paolo Pasolini 

martedì 19 novembre 2024

Giornata mondiale dei POVERI


 Il 19 novembre è la settima edizione della Giornata Mondiale dei Poveri. "Sollecitare la Chiesa a uscire dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi".

Nel 2023 erano poco più di 2,2 milioni le famiglie in povertà assoluta e quasi 5,7 milioni gli individui nella stessa condizione. Dai dati del recente report dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) sul fenomeno emerge la sostanziale stabilità della povertà assoluta rispetto al 2022.

Secondo quanto evidenziato dal documento, l’incidenza di povertà assoluta risulta pari all’8,4% tra le famiglie (8,3% nel 2022) e al 9,7% tra gli individui (come nell’anno precedente).

«Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), registrato anche nei due anni precedenti – si legge nel report -, l’impatto dell’inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. Nel 2023, la crescita dei prezzi al consumo è risultata, infatti, ancora elevata (+5,9% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA), con effetti che, tra l’altro, risultano più marcati proprio sulle famiglie meno abbienti».

Il valore più alto dell’incidenza di povertà assoluta familiare si registra nel Mezzogiorno (10,2%, ovvero 859mila famiglie), seguito dal Nord-ovest (8%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie).da https://www.minori.gov.it/it/notizia/poverta-italia-report-istat-0

domenica 17 novembre 2024

MELA SEUKA

È una varietà di melo autoctona con frutti dalla pezzatura media e forma asimmetrica. Presenta una discreta produttività. È croccante e gustosa oltre a conservarsi intatta nel sapore per mesi anche senza necessità di riporla in frigorifero. Territorio interessato alla produzione: Province di Udine e Pordenone, in particolare nelle Valli del Natisone (UD) e nel comprensorio di Castelnuovo del Friuli (PN).
E' mela di nicchia che si trova solo dal coltivatore,non in negozio!
'

sabato 16 novembre 2024

EVENTO

 

LA PANADE


 IL PANCOTTO

🍲 una minestra oggi disprezzata che invece è un modo sano e gustoso per utilizzare gli avanzi del pane.
Si mette a bollire in acqua salata, o nel brodo, il pane tagliato a fettine, lasciando cuocere a fuoco basso, circa mezzora.
Quando il pane avrà assorbito completamente il liquido, schiacciatelo con una forchetta in modo che si sfaldi e diventi cremoso. Poi, fuori dal fuoco si condisce con un buon olio crudo e una spolverata abbondante di parmigiano.

Valli del Torre in un clic sul portale turismofvg.it

Villanova delle grotte- Zavarh



 Un altro tassello si aggiunge nella promozione strutturata delle Valli del Torre a livello turistico.

Il Gruppo di azione locale Torre Natisone ha implementato l’azione 2.5 della strategia di sviluppo locale 2014-2022, informatizzando in modo funzionale le risorse territoriali e turistiche presenti sul territorio. A tal fine è stata realizzata una piattaforma web informativa dell’area Valli del Torre, raggruppata insieme a quella delle Valli del Natisone, che è stata integrata all’interno del portale turistico regionale turismofvg.it.

Attraverso le attività previste dall’azione 2.5, il Gal Torre Natisone ha curato i contenuti della nuova piattaforma web, e di conseguenza arricchito il portale turismofvg.it, con 10 nuovi punti d’interesse per ognuno dei comuni coinvolti.

L’offerta turistica dell’area Valli del Torre, che comprende il territorio dei comuni di Lusevera, Taipana, Nimis, Attimis, Faedis, Tarcento e Magnano in Riviera, è consultabile all’indirizzo turismofvg.it/it/gal/valli-del-torre.




venerdì 15 novembre 2024

Obbligo di gomme invernali o catene



 Dal 15 novembre 2024 scatta l'obbligo di  gomme invernali o  catene a bordo anche sulle strade montane del Friuli Venezia Giulia. Una dotazione obbligatoria anche sulle autostrade.

Friuli Venezia Giulia Strade e Anas comunicano che dal 15 novembre 2024 e fino al 15 aprile 2025 sarà vigente anche sulle strade regionali del territorio montano l’obbligo per tutti gli autoveicoli di essere muniti di pneumatici invernali o avere a bordo mezzi antisdrucciolevoli idonei alla marcia su neve e ghiaccio. Edit: C'è una grande novità che riguarda l'entrata in vigore dell'uso dei dispositivi invernali: dal 15 novembre 2024 si possono montare in alternativa anche le calze da neve. Il Ministero dei trasporti, infatti, dopo undici anni, ne ha omologato l'utilizzo: le calze da neve sono state equiparate di fatto alle catene metalliche. Per tutte le informazioni sulla possibilità di usare le calze da neve, vedi qui

La misura serve a garantire la massima sicurezza e fluidità alla circolazione stradale anche in condizioni meteorologiche avverse nel corso della stagione invernale. Infatti durante tale periodo alcuni tratti della rete viaria in gestione a FVG Strade sono soggetti alla formazione di ghiaccio e a precipitazioni nevose e fenomeni di pioggia ghiacciata che possono condizionare la sicurezza dei viaggiatori, oltreché il regolare flusso del traffico. In questo modo, inoltre, si intende evitare che i veicoli in difficoltà possano eventualmente produrre blocchi della circolazione che rendano di conseguenza difficoltoso, se non impossibile, l’espletamento dei servizi di emergenza, sgombero neve e pubblica utilità-

https://www.friulioggi.it/

Internet e il blog


 DA QUANDO  E' NATO QUESTO BLOG HO AVUTO PROBLEMI:

i miei amici non riescono ad iscriversi perchè quando si clicca segui appare la scritta NON E' POSSIBILE SEGUIRE IL BLOG.

La stessa cosa succede anche ad altri blog.Questo è internet!

Ho chiesto a Fabrizio Castelli,Aranzulla , Forum Blogger ma non ho risolto nulla.


Le differenze


 LE DIFFERENZE SONO UNA RICCHEZZA !

No guerra

 


Sotto il monte CROSTIS




 



foto di Suzi in fb

Il monte Crostis (Crostis in friulanoCrostas nella variante locale di TualisCrostes nella variante di Ravascletto) è una montagna delle Alpi Carniche, alta 2.251 m, nella regione alpina della Carnia, in provincia di Udine. Meta di molti escursionisti, in quanto dalla sua cima si gode di un panorama su tutte le Alpi Carniche, fino alle Alpi Giulie a est e alle Dolomiti a ovest, molto interessante è la strada Panoramica delle Vette al termine della salita da Tualis.

La salita è una delle più dure della Alpi e della Carnia dopo lo Zoncolan, caratterizzata da una pendenza media di circa il 10% ed una lunghezza di 14 km.

Il 21 maggio 2011 era previsto il transito sul monte durante la quattordicesima tappa del Giro d'Italia ma, in seguito alla decisione dell'UCI arrivata soltanto il giorno prima, gli organizzatori furono costretti a modificare il percorso, vista l'impossibilità per le autovetture delle squadre di percorrere la strada in discesa al seguito dei ciclisti e quindi garantire una gestione sportiva ottimale in sicurezza della corsa

da wikipedia


giovedì 14 novembre 2024

ALESSIA E LE SUE CAPRE


 A TAIPANA

⛰️, un paese di montagna di 600 abitanti con 6 frazioni in provincia di Udine, vive Alessia. La sua azienda,Azienda Agricola Zore (http://www.zoreformaggi.it/), è stata censita dal Ministero delle politiche agricole come agricoltura eroica, quella appunto delle aree difficili da coltivare. Ci sono giovani che se ne vanno in giro per il mondo e altri che vogliono restare. Alessia è una di quelle che non solo restano, ma che scelgono l'agricoltura, o in questo caso l'allevamento, per tutelare il territorio dall'abbandono e dallo spopolamento. La sua storia ci parla di un'impresa da vera eroina, perchè non si accontenta di guardare le montagne da lontano ma decide di abitarle e costruirci il proprio futuro. Dopo la laurea in Scienze naturali capisce che la sua strada è l'allevamento: «Ero appassionata di capre e così ho iniziato ad informarmi sull'allevamento caprino. Vedevo in quest'attività un'ottima opportunità per recuperare il mio territorio. Recuperare prati e pascoli che in questi 40 anni sono stati abbandonati. In questo caso non è solo abitare sul posto ma è anche fare qualcosa di concreto per l'ambiente e il paesaggio.»
E così 15 anni fa inizia a costruire la sua azienda, mattone dopo mattone (non solo in senso metaforico!) perchè lei, la sua azienda l'ha davvero costruita tra quei pascoli abbandonati da troppo tempo. Oggi alleva un centinaio di capre, produce formaggi nel caseificio aziendale e vende direttamente i suoi prodotti. Quando le chiedo quali prospettive ha per il futuro, mi dice «il mio grande sogno è che la mia azienda possa essere d'esempio per altri giovani. Mi piacerebbe che ci fossero altre due o tre realtà agricole con le quali creare un insieme di aziende che promuovano questo territorio». Insomma possiamo dire che Alessia ha le sue montagne nel cuore e che ha davvero deciso di non abbandonarle!
da: Essere contadine ,,, storie di giovani donne in agricoltura










da fb

mercoledì 13 novembre 2024

FRICO FRIULANO


 Il frico  è un piatto a base di formaggio di varie stagionature, accompagnato nella sua versione morbida da patate e cipolla. Considerato la preparazione più tipica del Friuli e della cucina friulana, è riconosciuto tra i prodotti agroalimentari tradizionali friulani e giuliani. È diffuso anche nella vicina Slovenia ed in Carinzia, dove prende il nome di frika.

Questo piatto è stato descritto per la prima volta con il nome di "caso in patellecte" dal maestro Martino da Como, cuoco del patriarca di Aquileia, cardinale Ludovico Trevisan, nella sua opera De Arte Coquinaria verso la metà del XV secolo. Fino alla fine dell'Ottocento il termine in uso aveva l'accento sull'ultima vocale: fricò. Tra la metà Ottocento e soprattutto nel Novecento la lingua italiana ha contaminato il friulano parlato ed, essendo rare in italiano le parole tronche, gradualmente l'accento venne retrocesso.

Si tratta di formaggio cotto in padella con burro o lardo. Si presenta in due versioni: friabile o morbido.

Entrambi si possono servire sia come antipasto che come secondo. Sebbene oggi il frico sia visto come un piatto festivo, tradizionalmente la sua preparazione era finalizzata al recupero dei ritagli di formaggio (strissulis), sottili strisce dall'aspetto simile a mozzarella, parte in eccesso dopo la sagomatura delle forme di formaggio.

Il frico friabile o croccante è molto sottile ed è fatto di solo formaggio (generalmente montasio) che viene fritto nel suo burro. Facile da sagomare è ottimo per delle terrine di funghi o fonduta di montasio. Può essere servito anche come snack.

Il frico morbido si prepara con del formaggio, patate, cipolle (di solito varietà dorata), si presenta come una grossa frittata ed è servito con la polenta.

Si prende del formaggio stagionato (montasio, latteria o malga) da 6 a 12 mesi e lo si grattugia o si taglia a pezzi. Si fa scaldare una padella di ferro unta leggermente (o un tegamino antiaderente) e vi si sparge in uno strato sottile ed uniforme una manciata di formaggio, le cipolle e le patate (a seconda delle dimensioni della padella e della quantità di formaggio, lo strato sarà pressoché circolare con un diametro dai 10 ai 15 centimetri). Si schiaccia con una paletta per far uscire il grasso in eccesso e, quando è dorato, lo si stacca con cura (per non romperlo) dal tegame e lo si fa rosolare dall'altro lato. Togliere dalla padella e far raffreddare su una carta assorbente da cucina.

Ne risulta un biscotto di formaggio friabile e molto saporito. Nella tradizione la cottura avveniva sulla stufa a legna; su fuochi a gas o elettrici si ottengono comunque ottimi risultati. 

da wikipedia


14 NOVEMBRE giornata mondiale del DIABETE

 La Giornata Mondiale del Diabete



Lanciata nel 1992 la Giornata Mondiale del Diabete è un’iniziativa della Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) creata in risposta all’incidenza crescente del diabete nel mondo. Il  dicembre 2006 l’assemblea generale delle Nazione Unite ha adottato la risoluzione 61/225 che sancisce la Giornata Mondiale del Diabete come giornata ufficiale dell’ONU e riconosce il diabete come “una malattia cronica, invalidante e costosa che comporta gravi complicanze”.

Il progetto della Giornata Mondiale del Diabete prevede due distinti target di riferimento: la popolazione che non conosce il diabete, le istituzioni.

Comunicare il diabete a chi non lo ha non è semplice. Si tratta di una malattia con diverse forme (le principali sono il diabete tipo 1 e il tipo 2).

Chi non lo conosce ha due urgenti bisogni:

  1. sapere come riconoscere il tipo 1 per evitare possibili ritardi nella diagnosi, principalmente nel caso di bambini e giovani;
  2. prevenire il più possibile il diabete tipo 2, valutando il rischio di potersi ammalare.

Ecco quindi che due semplici sintomi, tanta sete e tanta pipì possono permettere di individuare precocemente il diabete tipo 1 e il questionario findrisk permette invece di capire che rischio si ha di diventare diabetici di tipo 2 entro 10 anni.

dal web

martedì 12 novembre 2024

Manifesto contro il razzisno


 Dedico questo post a tutti quelli che continuano ad avere pregiudizi razziali, ricordando che buoni e cattivi, esistono dappertutto. Il mondo è meticcio dalla sua nascita, non esistono razze tranne una: quella umana!


Nel 2008 un gruppo di scienziati e intellettuali, ha smontato tutte le teorie razziste, punto per punto.

Manifesto degli scienziati antirazzisti 2008 contro ogni razzismo

I. Le razze umane non esistono. L’esistenza delle razze umane è un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze “psicologiche” e interpretate sulla base di pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull'idea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in “migliori” e “peggiori” e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.

II. L’umanità, non è fatta di grandi e piccole razze. È invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. È vero che gli esseri umani si aggregano in gruppi d’individui, comunità locali, etnie, nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perché condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica.

III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato biologico. L’analisi dei DNA umani ha dimostrato che la variabilità genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri “cugini” scimpanzé, gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze fra popolazioni e fra continenti diversi sono piccole. I geni di due individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente più simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.

IV. È ormai più che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la “razza ariana, coincidente con l’immagine di un popolo bellicoso, vincitore, “puro” e “nobile”, con buona parte dell’Europa, dell’India e dell’Asia centrale come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indo-europee. Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indo-europea deriva da una classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al contrario, che l’Europa è stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino Oriente. L’origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dell’Europa. Nonostante la drammatica originalità del razzismo fascista, si deve all’alleato nazista l’identificazione anche degli italiani con gli “ariani”.

V. È una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio. Gli stessi Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l’intera storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti ”barbari”, hanno prodotto l’ibrido che chiamiamo cultura italiana. Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica.

VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. L’Italia come Nazione si è unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, è quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro culture proprio “incrociandoci” fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una inesistente “purezza del sangue” la “nobiltà” della “Nazione” significa ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli abitanti dell’attuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed esteso di culture.

VII. Il razzismo è contemporaneamente omicida e suicida. Gli Imperi sono diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati. Così é avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo è suicida perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza all’odio indiscriminato che lo alimenta, si estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre più ristretta della “normalità”. Colpisce quelli che stanno “fuori dalle righe”, i “folli”, i “poveri di spirito”, i gay e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all’umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale, infatti, solo se é capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre più con le invenzioni dei nostri “benevolmente disordinati” cervelli.

VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce nei pensieri e nei comportamenti diversi. Per i difensori della razza italiana l’Africa appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo è il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti sostengono che non esiste una “comune razza mediterranea”. Per spingere più indietro l’Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera contro “semiti” e “camiti”, con cui più facilmente si può entrare in contatto. La scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall’altra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono l’origine africana dei popoli della terra e li comprendono tutti in un’unica razza.

IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti ( nessuno é migrante per libera scelta ma molti lo sono per necessità) sono sparsi per il Mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro identità di popolo e di religione. Così é successo ad esempio con gli armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta succedendo con i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi , popoli appartenenti all’Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando é stato possibile, né l’una né l’altra.


X. L’ideologia razzista è basata sul timore della “alterazione” della propria razza eppure essere “bastardi” fa bene. È quindi del tutto cieca rispetto al fatto che molte società riconoscono che sposarsi fuori, perfino con i propri nemici, è bene, perché sanno che le alleanze sono molto più preziose delle barriere. Del resto negli umani i caratteri fisici alterano più per effetto delle condizioni di vita che per selezione e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non stanno scritti nei loro geni. Il “meticciamento” culturale è la base fondante della speranza di progresso che deriva dalla costituzione della Unione Europea. Un’Italia razzista che si frammentasse in “etnie” separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per il futuro. Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione e implosione non controllabili perché originate dalla ripulsa indiscriminata per chiunque consideriamo “altro da noi”.

Tenuta di San Rossore - Pisa, 10 e 11 Luglio 2008

Primi firmatari:
  • Enrico Alleva, Docente di Etologia, Istituto Superiore di Sanità, Roma
  • Guido Barbujani, Docente di Genetica di popolazioni, Università Ferrara
  • Marcello Buiatti, Docente di Genetica, Università di Firenze
  • Laura dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, Perugia
  • Elena Gagliasso, Docente di Filosofia e Scienze del vivente, Università La Sapienza, Roma
  • Rita Levi Montalcini, Neurobiologa, Premio Nobel per la Medicina
  • Massimo Livi Bacci, Docente di demografia, Università di Firenze
  • Alberto Piazza, Docente di Genetica Umana, Università di Torino
  • Agostino Pirella, Psichiatra, co-fondatore di Psichiatria democratica, Torino
  • Francesco Remotti, Docente di Antropologia culturale, Università di Torino
  • Filippo Tempia, Docente di Fisiologia, Università di Torino 

Facciamo girare questo manifesto sul web, per dire basta al razzismo e a tutti i pregiudizi.

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