OGGI IN SENATO
Due gli spunti per questa conferenza : le linee programmatiche per la scuola, dove le lingue minoritarie non sono state considerate, e la visita del Presidente Mattarella in Slovenia a settembre, dove con la Presidente Pirc Musar ha sottolineato il ruolo e l'importanza delle minoranze, quella italiana in Slovenia, quella slovena in Italia, che costituiscono il ponte più nobile tra i nostri due Paesi.
In Europa ci sono 50 milioni di cittadini che compongono il mosaico delle minoranze linguistiche, e anche nel nostro Paese rappresentano una ricchezza culturale, un ponte tra popoli e culture. Ci aspettiamo che anche il ministro Valditara recepisca questa realtà composita e ne faccia tesoro. Lo abbiamo ribadito oggi all'incontro "Lingua-lingue: specificità e ricchezza del nostro paese" che si è tenuto al Senato, alla presenza dell’ambasciatrice d’Albania presso la Santa Sede Majlinda Frangaj e dell’ambasciatore della Repubblica di Slovenia a Roma Matjaž Longar.
Relatori i linguisti professori Silvana Ferreri e Francesco De Renzo, docenti degli Atenei della Tuscia e di Roma "La Sapienza", e il prof.Domenico Morelli,
presidente del Comitato nazionale federativo Minoranze linguistiche d'Italia. Nel mio intervento introduttivo ho avuto modo di sottolineare come il pluriliguismo rappresenti un valore aggiunto nell'istruzione e nella formazione degli individui e delle comunità, ricordando la presenza nel Friuli Venezia Giulia della minoranza nazionale slovena e della presenza di mezzo milione di parlanti la lingua friulana oltre che di quella tedesca. Le scuole con lingue d'insegnamento slovena sono frequentate da un numero sempre maggiore di alunni e studenti non solo di famiglie slovene o bilingui ma anche da giovani di famiglie italiane che desiderano per i loro figli che imparino la lingua e la cultura della minoranza.

Feliz octubre y que tengas un lindo dia.
RispondiEliminaBlog de Bea- recomendaciones, animes, juegos & más!.
Sono contento che l'Italia non abbia vietato la lingua slovena e che la Slovenia non abbia vietato la lingua italiana. È ciò che fanno i paesi democratici.
RispondiElimina