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I. Nievo
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venerdì 26 settembre 2025
GustiDiFrontiera2025.
mercoledì 24 settembre 2025
martedì 23 settembre 2025
E' AUTUNNO
L'estate è finita. L'equinozio d'autunno, infatti, quest'anno cadrà il lunedì 22 settembre alle ore 20:19 (ora italiana). Da quel giorno in poi, quindi, cambieremo stagione e, in particolare, nell'emisfero boreale (il nostro) questa data segnerà la fine della stagione estiva e l'inizio dell'autunno, mentre in quello australe accadrà l'inverso, ossia prenderà il via la stagione primaverile. Ma in cosa consiste esattamente e che succede durante questa giornata?
Gli equinozi
La Terra è inclinata sul proprio asse e ciò significa che il Sole illumina maggiormente l'emisfero settentrionale o meridionale a seconda di dove si trova il nostro pianeta lungo la sua orbita. Tuttavia, in due momenti dell'anno il Sole illumina equamente l'emisfero settentrionale e meridionale. E sono proprio questi istanti (e non giornate) che chiamiamo equinozi, termine che deriva dal latino aequus nox, ossia “notte uguale” (al giorno). In altre parole, i raggi solari cadono esattamente perpendicolari all'asse terrestre, inclinato di circa 23 gradi rispetto al piano dell’orbita che il nostro pianeta descrive intorno al Sole. In questa giornata, le ore di buio e di luce sono approssimativamente uguali in ogni parte del mondo.
L'equinozio d'autunno
Come vi abbiamo già raccontato, l'equinozio d'autunno non cade sempre lo stesso giorno. Il motivo risiede nel fatto che la durata di un anno solare, ovvero 365 giorni, non corrisponde all'anno siderale, cioè al tempo impiegato dalla Terra per compiere un giro della sua orbita intorno al Sole, che è invece di circa 6 ore più lungo. Per far tornare i conti e apparare questa differenza, ci siamo inventati gli anni bisestili, con un giorno in più ogni quattro anni. In questo modo le stagioni rimangono coerenti, ma le date degli equinozi sono variabili. Nel caso dell'equinozio d'autunno la data può variare tra il 21 e il 24 settembre, e per quest'anno è fissato esattamente per le 20:19 del 22 settembre.
Quando comincia l'autunno?
Esistono tre modi principali per definire l'autunno: astronomico, meteorologico e fenologico. Dal punto di vista astronomico, le quattro stagioni ruotano attorno agli equinozi e ai solstizi. Tuttavia, come raccontano gli esperti del Royal Museums Greenwich, c'è un dibattito tra chi intende l'equinozio o il solstizio come l'inizio della stagione e coloro che sostengono che rappresentino la metà della stagione. Al contrario, i meteorologi dividono le stagioni in periodi di tre mesi interi in base alle temperature medie mensili, e su questa base i mesi autunnali per l'emisfero settentrionale sono settembre, ottobre e novembre. Infine, c'è il fenologico, che si basa sui cosiddetti indicatori fenologici, ossia una serie di segnali ecologici e biologici, come la caduta delle foglie e la migrazione degli uccelli.
da wired
lunedì 22 settembre 2025
SLANA SKUTA/RICOTTA SALATA
La slana skuta, una ricotta quasi dimenticata
domenica 21 settembre 2025
PORDENONELEGGE finale
PORDENONE – Per il gran finale della 26^ edizione di pordenonelegge, domenica 21 oltre 80 incontri, più di 250 protagonisti. Tra le grandi anteprime internazionali con gli occhi puntati sull’’uscio della storia’, nel segno del romanzo strettamente legato al tempo che viviamo.
Arriva, con un visto speciale, lo scrittore ucraino Oleksii (Aleksej) Nikitin e presenta Di fronte al fuoco (Voland): la saga familiare dedicata alla figura leggendaria del campione di pugilato ebreo-ucraino Il’ja Gol’dinov – e alle sue vicissitudini dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Una storia vera, ricostruita sulla base di documenti dei servizi segreti ucraini desecretati dopo il 2011, ambientata in un paese da sempre crocevia di culture e di etnie, oggi al centro del conflitto che sconvolge l’Europa e il mondo (ore 12, Auditorium Istituto Vendramini, con Laura Pagliara). È l’intensa storia di due madri e di un bambino che fuggono dall’Ucraina appena invasa, al centro del nuovo romanzo di Viola Ardone Tanta ancora Vita, in uscita per Einaudi Stile Libero il 23 settembre. Un canto a tre voci capace di scardinare la solitudine e ricomporre la speranza (ore 15 Capitol, intervistata da Alberto Garlini, co-curatore del festival).
FAVOLE DI REZIJA
Di JakobZ – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1575243
I protagonisti maggiormente presenti nelle favole della Val Resia sono la volpe / lisïca ed il lupo / uk. Ma vi sono anche favole con protagonisti altri animali: la lepre / zec, il gallo / pitilen, il cane / päs, il gatto / tuca, l’orso / midvëd ed altri ancora.
Vi sono fiabe di re, principi e principesse.
Non mancano racconti sul Dujak, l’essere selvatico, la Dujačesa, la sua compagna e la Dujačesica, la loro piccola. Abitano i nostri boschi e si esprimono con un proprio linguaggio, a noi sconosciuto. Tra i protagonisti delle fiabe vi sono anche esseri come la Gardinica, il cui nome deriva dall’aggettivo gärd, ‘brutto’.
Altri esseri leggendari sono Dardej e Löl kutleć. L’erculeo Dardej viene ancora oggi ricordato per aver aiutato gli stolvizzani a non perdere i pascoli del monte Sart / Särt, mentre Löl Kutleć è ricordato per la sua forza.
A Stolvizza sono ancora oggi note la leggenda della Kodkodeka che incendiò la sua casa e quindi tutto il paese e quella del monte Grad/Castello.
Tra i canti narrativi vanno ricordati quelli mitologici come Sveti sinti Lawdić e Linčica Turkinčica. Il primo narra la ricerca da parte di san Davide del padre, della madre e dei fratelli nell’inferno e della loro salvezza grazie al suo intervento; il secondo invece ha come protagonista Matjaž, unǵarski kraj, il re Mattia d’Ungheria che riuscì a fuggire dalle prigioni turche grazie all’aiuto di Linčica Turkinčica, figlia del sultano turco che lo segui nel suo regno e lì sposò il suo terzo figlio. Degno di nota è la presenza in valle di canti e racconti con protagonista la Lepa Vida, qui in valle nota come Lipa Lina, Lipa Wïda, che similmente a kraj Matjaž occupa una posizione centrale nella tradizione culturale slovena anche letteraria. Molto noti ancora oggi in valle sono i canti narrativi con tema religioso quali Tïčica Arlïčica e Sveti sint’Antunišić.
Un giorno il diavolo si è trovato sul Monte Santo di Lussari con la Madonna. Incominciò a prenderla in giro; le disse che non era vero che lei faceva miracoli. La sfidò in una gara di volo affermando che non sarebbe arrivata prima sul colle di Castelmonte.La Madonna sorrise. Incominciarono a volare e il diavolo, che credeva di essere furbo, volava raso terra e quando giunse sul Canin non si accorse della montagna che egli trovò di fronte. Non potendola evitare, urtò contro con le corna e la sua testa dura e si ritrovò dall’altra parte tutto intontito. Si riprese e continuò la corsa ma quando giunse sul posto, trovò la Madonna che lo aspettava. Il diavolo, con tanta rabbia in corpo, prese la via del ritorno e, passando vicino al “Monte che aveva forato”, gli mandò una infinità di imprecazioni.
Favola tratta da: Leggende della Valle di Resia e del Monte Canino di Vidoni — La Panarie 1935.
Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
– t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.









