Dopo vari casi di morte e ricovero per intossicazione da bolutino è bene sapere.
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I. Nievo
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lunedì 8 settembre 2025
il botulino
PROVERBIO
- Indica il cambiamento climatico che segna l'arrivo dell'autunno.
Aria settembrina, fresco la sera e fresco la mattina.
domenica 7 settembre 2025
A PROSSENICCO C'E'UN NUOVO MUSEO
Prossenicco, frazione di Taipana, ha vissuto sabato 16 agosto una giornata importante nella sua estate contrassegnata, come in molti dei paesi delle Valli del Cornappo e delle vallate vicine, dal ritorno delle persone che vivono altrove ma lì hanno ancora una casa. Nel pomeriggio è stata infatti inaugurata una casa-museo, voluta dalla Pro loco Amici di Prossenicco (una delle due Pro loco del paese). Artefici della raccolta museale, davvero piena di fotografie, oggetti e testimonianze che raccontano la vita del paese di un tempo (“Quello che troverete qui è ciò che ci è stato raccontato, tramandato, vissuto, attraverso le chiacchiere all’osteria o nei racconti sussurrati al caldo di uno spoiler.
Storie che sono passate di bocca in bocca, da una generazione all’altra, magari cambiate un po’ con il tempo, ma sempre piene di quel calore che solo il racconto orale sa dare” si legge in uno scritto all’entrata del museo), sono Gregorio Simiz, presidente della Pro loco, e Loris Serafini. “Vogliamo far conoscere la storia di un paese dove, chi più chi meno, tutti sono emigrati” ha detto il primo durante l’inaugurazione. E infatti una sala è dedicata proprio al tema dell’emigrazione, mentre altre raccontano la vita contadina, la scuola, i momenti di festa, il terremoto del 1976. Serafini da parte sua ha sottolineato come il progetto sia stato iniziato anni fa ma poi interrotto. Il problema era il luogo, infine trovato in una casa abbandonata da anni, acquistata e recuperata dallo stesso Serafini. Quindi la raccolta e l’esposizione di fotografie e documenti “per chiudere un cerchio, per ridare volto a un passato che ci appartiene”.
Dietro a questo c’è stato un grande lavoro e un importante impegno economico, tenuto conto che, ha tenuto a precisare Serafini, “non c’è stato alcun sostegno dell’amministrazione comunale, né economico né morale.” Un progetto che non è concluso ma continua, visto che altro materiale nel frattempo viene raccolto e che si pensa di aggiungere, alle scritte in italiano, quelle in inglese e soprattutto in sloveno.
dal Novi Matajur
(m.o.)
I settembrini
sabato 6 settembre 2025
Inizia la scuola
11 settembre inizio anno scolastico 2025/26, tutte le novità: dal voto in condotta agli smartphone, dall’arresto per chi aggredisce un insegnante al voto in condotta e maturità
venerdì 5 settembre 2025
Santa Maria Teresa di Calcutta
Santa Teresa di Calcutta, nata Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, è stata una religiosa albanese naturalizzata indiana, fondatrice delle Missionarie della Carità. È conosciuta per il suo instancabile lavoro a favore dei poveri e dei malati nelle strade di Calcutta, che le valse il Premio Nobel per la Pace nel 1979.
giovedì 4 settembre 2025
Frase di Margherita Hach
mercoledì 3 settembre 2025
Foto del Giorno
Le Valli del Torre sono un'area geografica del Friuli orientale, situata nella parte centrale dell’arco delle Prealpi Giulie, attraversate dal corso del fiume Torre e dai suoi affluenti: lambiscono a sud gli abitati dell’alta pianura orientale a nord-est di Udine, risalgono ad est lungo le Valli del Natisone per definire poi il confine italo-sloveno, demarcando a nord la catena dei Monti Musi e la Val Resia e confinando ad ovest con il comprensorio del Gemonese.
Geografia fisica
Le valli del Torre si snodano dalle sorgenti del fiume Torre presso Musi di Lusevera, alle falde dei Monti Musi, fino a Tarcento e infine a Povoletto, aprendosi a ventaglio verso la pianura friulana, e in ognuna di esse corre un affluente del Torre e dove esso raggiunge il piano sorge un centro urbano, formando così un asse urbano che corre parallelo ai rilievi, da Tarcento a Torreano, attraverso Nimis, Attimis e Faedis. Assieme alle vicine Valli del Natisone, la zona (esclusi i comuni di Povoletto, Cassacco, Magnano in Riviera, e le frazioni non montane di Attimis, Faedis, Tarcento e Nimis) viene chiamata Slavia Friulana, o Slavia Veneta o ancora Slavia Italiana, oppure Benecía (dallo sloveno Benečija o Beneška Slovenija). Il territorio rientra in provincia di Udine e comprende i seguenti comuni: Attimis, Cassacco, Faedis, Lusevera, Magnano in Riviera, Nimis, Povoletto, Taipana, Tarcento.
martedì 2 settembre 2025
Le campane di Antro suonano di nuovo in tre lingue
Dopo tanti mesi di silenzio, domenica 27 luglio le campane di Antro/Landar hanno ripreso a suonare. Alla Messa di questa giornata, allietata dal battesimo del piccolo Damiano Zompicchiatti, che ha radici in paese, il parroco Alexandre Fontaine ha benedetto gli interventi strutturali effettuati sul campanile, ora dotato anche di nuove scale per raggiungere la cima.
Determinante è stato il contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia, che è intervenuta contribuendo con 120.000 euro. A esprimere soddisfazione è stato anche il sindaco di Pulfero/Podbuniesac, Camillo Melissa. Alla cerimonia, arricchita dai canti del coro Nediški puobi, sono intervenuti tra gli altri il presidente della Comunità di montagna Natisone e Torre, Antonio Comugnaro, e il sindaco di San Pietro al Natisone/Špietar, Cesare Pinatto.
Fuse a Novara cento anni fa, le tre campane della chiesa di Antro a ogni rintocco suonano in tre lingue. Su di esse, infatti, sono riportate iscrizioni in sloveno, latino e italiano. Sulla grande si può leggere: “Svet Silvester, svet Rok, svet Ivan Kerstnik, prosite Boga za nas – Jesu Christo Dei Filio, Regi regorum et Domino dominorum” (prima in sloveno: “San Silvestro, San Rocco, San Giovanni Battista, pregate Dio per noi” e poi in latino: “Gesù Cristo Figlio di Dio, Re dei re e Signore dei signori”); sulla mediana: “Strele in toče reši nas, Gospod – Ecce crucem Domini, fugite partes adversae, vicit leo tribu Judae” (prima in sloveno: “Proteggici dal fulmine e dalla grandine, Signore” e poi in latino “Ecco la croce del Signore, rifuggite le forze del nemico, vince il leone della tribù di Giuda”) e sulla piccola: “Daj jim Gospod večni mir in pokoj in večna luč naj jim sveti – Misericordias Domini in aeternum cantabo” (prima in sloveno: “Dona loro Signore l’eterna pace e riposo e splenda loro la luce perpetua” e poi in latino “Canterò in eterno la misericordia del Signore”).
Sul bordo di ogni campana, infine, un’iscrizione in italiano ricorda come il 24 maggio 1918 gli austriaci abbiano rimosso le campane, che sono state rifuse il 20 febbraio 1925 dal bottino di guerra, ossia ricavandole dai cannoni che gli italiani hanno sottratto all’esercito austriaco alla fine della prima guerra mondiale.
dal giornale dom


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