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Qui si parla del Friuli multietnico, dei luoghi,foto,video curiosità,articoli dai giornali e tanto altro.E’ una regione a Statuto speciale tutelata dalla legge per le minoranze linguistiche che prevede cartellonistica plurilingue,leggi speciali,scuole con l’insegnamento delle lingue minoritarie,radio,Tv giornali ecc.

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I. Nievo

traduttore

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sabato 22 febbraio 2025

KRIVAPETA:LA MAGIA DEI PIEDI STORTI

 

Krivapeta, la donna fata delle valli del Natisone. (in Friuli: Agane).
Disegno a matita, colorato digitalmente. da fb

La Krivapeta è un personaggio mitico che compare nelle leggende raccontate dagli abitanti della Benecija. Essa non è una strega, ma viene rappresentata come una donna che vive isolata dalla gente, abita in grotte o anfratti, vicino ai torrenti, ed ha la particolarità di avere i piedi ritorti (con il tallone all'avanti e le dita dietro), difetto da cui prende origine il nome di Krivapeta (dallo sloveno kriv = curvo, ritorto e peta = tallone)...continua https://it.wikipedia.org/wiki/Krivapeta

**Krivapeta: La Magia dei Piedi Storti**


C'era una volta, nel cuore del Friuli, un piccolo villaggio delle Valli del Natisone. Qui, tra le verdi colline e i fiumi scintillanti, viveva una giovane fanciulla di nome Krivapeta. Fin dalla nascita, i suoi piedi erano storti, curvandosi in modo strano e affascinante. Gli abitanti del villaggio la guardavano con curiosità e un pizzico di pietà, ma Krivapeta non si curava delle dicerie; la sua anima era pura e la sua mente piena di sogni.

Krivapeta abitava in una casetta di legno, circondata da fiori selvatici e alberi secolari. Ogni mattina, mentre il sole sorgeva sul panorama montano, amava passeggiare nel bosco vicino. Ma nonostante la bellezza della natura, la fanciulla sentiva spesso di essere diversa, come se i suoi piedi storti la rendessero incapace di appartenere a quel mondo incantato.

Un giorno, mentre esplorava un sentiero poco battuto, Krivapeta si imbatte in una vecchia strega, avvolta in un mantello di foglie secche. La strega, vedendo i piedi storti della fanciulla, sorrise con dolcezza e le disse: "Krivapeta, i tuoi piedi ti portano là dove il tuo cuore desidera andare, ma tu devi imparare a vedere la magia che hai dentro di te."

Sorpresa e incuriosita, la fanciulla chiese alla strega come potesse scoprire questa magia. La strega le rivelò che ogni notte, quando la luna era piena, doveva danzare nel bosco, permettendo ai suoi piedi di muoversi liberamente. Solo così avrebbe potuto svelare il potere misterioso che risiedeva in lei.

Da quel giorno, Krivapeta attende con ansia la luna piena. Quando finalmente giunse, indossò un vestito semplice ma luminoso e corse nel bosco. Con il cuore leggero iniziò a danzare. I suoi piedi storti si muovevano con grazia, creando un ritmo magico che risuonava tra gli alberi. La luce della luna avvolse la fanciulla e, come per incanto, la natura si animò: farfalle danzatrici la circondarono e gli alberi iniziarono a gemere melodiosamente.

Krivapeta danzò finché l'alba non cominciò ad alzarsi. Quando si fermò, si accorse che i suoi piedi non erano più storti. Erano diventati perfettamente dritti, ma non era solo questo il cambiamento. Il suo cuore aveva assorbito la magia della danza, e ora sentiva di poter comunicare con gli animali e comprendere il linguaggio degli alberi.

Tornata al villaggio, Krivapeta usò il suo nuovo potere per aiutare gli abitanti, portando gioia e armonia. Non si preoccupava più del giudizio altrui; aveva scoperto che ciò che la rendeva unica era anche la sua forza. Con il tempo, i villaggi compresero che la vera bellezza risiedeva nell'essere autentici, e Krivapeta divenne un simbolo di speranza e magia per tutti.

E così, tra le meraviglie della natura friulana, la fanciulla dai piedi storti ha continuato a brillare, dimostrando che anche le persone che si sentono diverse possono diventare straordinarie, grazie alla magia che portano dentro di sé.

grazie AI per questo racconto

venerdì 21 febbraio 2025

PUST a Bardo/Lusevera

 Anche in Val Torre il pust sta per fare ritorno e non può certo mancare a Lusevera/Bardo e Micottis/ Sedlišča.

Maschere al pust di Micottis/Sedlišča




Proverbio friulano

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“A San Valentin il frêt al dîs: anin anin” ovvero A san Valentino (il 14 febbraio) il freddo dice andiamocene andiamocene, l’inverno segna il passo.

giovedì 20 febbraio 2025

A Carnevale di Venezia, la «Festa sull'acqua» apre l'edizione 2025

CARNEVALE/PUST

 

Carnevale a Venezia 
da wikipedia

Quando inizia il Carnevale 2025?

Nella Chiesa cattolica la Domenica di Settuagesima è celebrata circa settanta giorni prima della Domenica di Pasqua e segna l'inizio del cosidetto Tempo di Settuagesima (o Tempo di Carnevale), un periodo di preparazione alla Quaresima, in cui si inizia l'astinenza dalle carni nei giorni feriali. Pertanto il Carnevale 2025 inizia il 16/02/2025.

Quando finisce il Carnevale 2025?

Il Carnevale termina quaranta giorni prima della Domenica di Pasqua con il Martedì Grasso. Il giorno successivo, conosciuto come il Mercoledì delle Ceneri segna l'inizio della Quaresima, un periodo in cui i fedeli si astengono dal mangiare carne nei giorni feriali. Quindi il Carnevale 2025 finisce il 04/03/2025.dal web

IL PETTIROSSO




 Il pettirosso è amico dei taglialegna e di tutti coloro che frequentano il bosco. Basta un colpo d’accetta o di roncola, o stendersi a riposare sotto un albero e il pettirosso appare a tenere compagnia al nuovo venuto.

(Mauro Corona)

Anche sul mio balcone è tornato il pettirosso curioso e timoroso.Mi diverto ad osservarlo e fa compagnia alla mia solitudine.Olgica

mercoledì 19 febbraio 2025

MOSTRA DEI MOSAICI DELLA SCUOLA DI SPILIMBERGO AL ROM

CRONACA FRIULI

 



Sabato il Carnevale Europeo apre gli eventi di Go 2025

Si tratta del primo grande evento dal via della Capitale europea della Cultura
Arriveranno da cinque Paesi del Continente i 18 gruppi protagonisti sabato pomeriggio dell’atteso Carnevale Europeo, organizzato dalla Camera di Commercio della Venezia Giulia ed in programma lungo le vie del centro di Gorizia, con un prologo nel pomeriggio del venerdì a Trieste. Si tratterà di fatto del primo grande evento internazionale nella città isontina dal via della Capitale europea della Cultura: i quasi 600 performers della sfilata, prevista dalle 15 con piazza Vittoria come partenza e arrivo ed una parte del percorso che toccherà anche Nova Gorica, proverranno da Italia, Austria, Slovenia, Germania e Svizzera. Al centro dell’appuntamento ci sarà la Guggenmusik, che rappresenta in particolare nei Paesi dell’Europa centrale lo spirito del Carnevale.

SPILIMBERGO entra nella lista dei borghi più belli d'Italia


Spilimbergo è ufficialmente entrata a far parte della rete nazionale dei “Borghi più belli d’Italia”. Il sindaco Enrico Sarcinelli ha ricevuto la bandiera distintiva dalle mani di Fiorello Primi, presidente dell’Associazione nazionale. La cerimonia si è svolta sul Belvedere del Palazzo di Sopra, accompagnata dalle esibizioni del gruppo storico “Leon Coronato”.

“Questo traguardo è il coronamento del nostro impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Spilimbergo” ha dichiarato Sarcinelli, sottolineando come l’ingresso nella rete sia anche un nuovo punto di partenza per strategie di promozione condivise con gli altri borghi del Friuli Venezia Giulia.

Per Fiorello Primi, Spilimbergo rappresenta un importante valore aggiunto grazie al suo ricco patrimonio artistico e alla prestigiosa Scuola di Mosaico. Anche Markus Maurmair, consigliere regionale, ha evidenziato il ruolo della città nell’offerta turistica esperienziale della regione. L’assessore al turismo Sergio Emidio Bini ha rimarcato l’importanza dei piccoli centri per un turismo autentico, lontano dai circuiti di massa.

Con questa adesione, Spilimbergo rafforza il suo posizionamento come meta di eccellenza, contribuendo alla promozione integrata del territorio regionale e nazionale.

https://www.ilfriuli.it/economia/spilimbergo-entra-nei-borghi-piu-belli-ditalia/


martedì 18 febbraio 2025

Ljubka Šorli poetessa, scrittrice e insegnante slovena.

 


Ljubka Šorli (Tolmino, 19 febbraio 1910  Gorizia, 30 aprile 1993) è stata una poetessa, scrittrice e insegnante slovena.

Le sue opere sono segnate dall'esperienza della guerra e della persecuzione, e cantano i luoghi della Slovenia, la natura e le tradizioni religiose. Pubblicò inizialmente in riviste parrocchiali di lingua slovena, illegali sotto il Ventennio fascista. Figura schiva e riservata, è stata per lungo tempo sconosciuta anche al pubblico sloveno. Una traduzione in italiano di alcune sue poesie, "Canti spezzati", è stata pubblicata nel 1994.

Biografia

Šorli era nota in Italia soprattutto per essere la vedova di Lojze Bratuž, martire sloveno del fascismo. Suo padre Luka era un ingegnere, sua madre Alojzija una negoziante. Aveva un fratello e due sorelle.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la famiglia si rifugiò dai parenti a Jesenice. Šorli prese la licenza media nel 1923 a Tolmino. Due anni dopo nel 1925 morì suo padre, che si era arruolato nell'esercito. Il peso della famiglia ricadde sulla madre, che aprì un negozio, dove lavorò anche Šorli.

Collaborò con organizzazioni culturali e laiche, sostituì l'organista e guidò il coro femminile della chiesa. Fu in questo periodo che incontrò Lojze Bratuž, compositore, organista e maestro di cappella: i due si sposarono nell'autunno del 1933. Insieme generarono una figlia, Lojzka e un figlio, Andrej. Lojze Bratuž non volle mai seguire la politica d'italianizzazione forzata perseguita dal governo fascista e per questo fu incarcerato più volte. La notte di Natale del 1936 fece cantare in sloveno il coro della chiesa; per questo motivo gli squadristi lo catturarono due giorni dopo, il 27 dicembre, e lo costrinsero a bere quattro litri di olio per motori mescolato a benzina. Morì il 16 febbraio 1937.

Šorli sopravvisse alle persecuzioni del commissario Gaetano Collotti. Fu mandata nel campo Poggio Terza Armata (Zdravščine) dove sopravvisse con il pensiero: "Attraverso la sofferenza di un nobile destino, una fede è una chiamata: la libertà!".

L'8 settembre 1943, lei e i suoi figli tornarono a Tolmino. Diventò maestra nella stessa scuola elementare frequentata da bambina. Dal 1948 fino al pensionamento nel 1975 insegnò in altre scuole, a Gorizia e nei paesi circostanti.

Pubblicò articoli su riviste culturali e partecipò a vari eventi e serate letterarie.

Morì il 30 aprile 1993. Le è dedicato un busto in via Fran Erjavec (Erjavčeva ulica) a Nova Gorica

🎄

Era il 27 dicembre del 1936, quando il musicista Lojze Bratuž venne strappato (dagli squadristi) alla sua amata Ljubka Šorli e ai due figli piccolissimi Lojzka e Andrej.
Un uomo mite, un maestro di coro con un'unica grande colpa: aver cantato in sloveno o semplicemente essere sloveno nell'Italia fascista.
Era una domenica, aveva diretto il coro di Podgora nei canti della Santa Messa. Gli fu fatto bere a forza olio motore. Morirà, fra atroci dolori, il 16 febbraio 1937.
🎄
Quando sussurano i cipressi.
Ljubka Šorli, in memoria del marito Lojze Bratuž
Il vento ha spazzato le vaste pianure,
vi ha fatto tremare ogni singolo stelo;
il mio pensiero fugge fra le croci
bagnate di lacrime, sotto i cipressi.
E là, tra i cipressi, riposa il mio amore...
Nel cuor della notte li sento frusciare:
gli fanno sapere che continuo ad amarlo,
ed egli ritrova la quiete del sonno.
🎄
Kadar ciprese šumijo
Razgibal je veter široke poljane,
da bilka je vsaka na njih vztrepetala;
a misel je moja med križe zbežala,
kjer v sencah cipres so solze posejane.
In tam med cipresami dragi počiva...
Ko v poznih večerih vrhovi šumijo,
o moji ljubezni mu v noč govorijo,
da v hladni gomili vse mirneje sniva.

domenica 16 febbraio 2025

Pust v Mažeruolah / Carnevale a Masarolis

ATTILIO BERTOLUCCI UN BALLO IN MASCHERA

 

KONSTANTIN SOMOV, “MASCHERATA”


a Giorgio Cusatelli che guardava dalla
finestra distraendosi dallo “Stiffelio”

Chi con cembali e timpani chi con risa e gridi
con parrucche scivolanti in avanti sugli occhi allegri

così anima il lungofiume stipato di neve poi
che l’ultima sera di carnevale ruotando s’accosta

alle dodici e arde sui quadranti rivolti
al cittadino un invito ruffiano o un ammonimento?

Ma non sono clown questi che hanno graziosamente
trasformato in teatro la pensilina delle foresi

dormienti ora e ancora altre ore prima
dell’amaro mercoledì che è domani in rimesse

e parcheggi provinciali dislocati a monte
a valle ben lontano da qui dove un torneo lento

di macchine sfila procede e si perde
per ricomparire luci versando a fiotti

sulle instancabili provocatrici e loro
stivali maculati di bianco corpetti

in cui l’oro rilega pelo d’agnello
madido di un inverno ormai al suo termine irreparabile...

I travestiti di Parma erano un tempo commessi
scolari sarti garzoni di barberìa

in doppio apprendistato sotto maestri esperti
nelle due arti e anche non sempre in bel canto

col gusto di tradire il genio del luogo se è
Cremonini a chiamare con tanta dolcezza

l’animale gentile e canoro strumento
ambiguo di voluttà alla mente convulsa...

Vengono e vengono da città vicine
alla 
pétite capitale d’autrefois che suoi cittadini

empi e rozzi non vogliono ducale per inserirla
nel dialogo nell’abbraccio mortale America Russia

sotto il segno intrecciato della pop art e della democrazia progressiva.
Ma s’accostino prudenti che potrebbero sembrare

clienti timidi o voyeurs moralisti e venire
irrisi o colpiti da palle di neve infallibili

e riconoscano in queste feste di Parma
in questi costumi fantasiosi e impudenti

la linea serpentina locale ripresa
con inaudito sprezzo del pericolo

da figli del popolo e dei borghi malsani
fioriti di sorelle dalle dolci gambe cui

rubare atteggiamenti e fondi tinta
per la necessità di essere inanzitutto colpevoli.

Ha ripreso a nevicare i forestieri se ne vanno
felpati i rimasti non demordono

inventano mimiche accordate
all’infinita discesa di farfalle dal cielo.

(da Viaggio d’inverno, Garzanti, 1971)


Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.

da https://cantosirene.blogspot.com/2018/02/

Web sul blog: La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita

Web sul blog: La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita: V'invito a scegliere la vostra canzone preferita tra le cinque del sondaggio, inoltre voglio ricordare a tutti, che si può esprimere...

venerdì 14 febbraio 2025

"Fiume o Morte!", Trailer Ufficiale | Wanted Cinema #trailer

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Croazia/In-sala-al-cinema-Fiume-o-morte-e-Cherry-Juice-236126
per saperne di più

SLOVENIA il vino dell'Impero

Vigneti nella Brda, Slovenia © JGA/Shutterstock

 Al tempo dell’Austria - Ungheria il vino del Collio si beveva a Vienna e viaggiava per l’Europa: proprio per questo non doveva rispondere solo al gusto locale. A colloquio con Simonetta Lorigliola, caporedattrice di Seminario Veronelli

06/02/2025 -  Stefano Lusa Capodistria

Luigi Veronelli è stato uno dei massimi fautori della valorizzazione e della diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. Proprio lui ha ideato una guida che è punto di riferimento per esperti ed appassionati e che si rinnova di anno in anno.

Per Veronelli - e per coloro che continuano a tramandare il suo messaggio - il vino è racconto: parla del territorio da cui proviene con le sue chiesette medievali; ci narra di campi coltivati con varietà antiche di frutta e verdura; ci dice delle complesse sfaccettature della storia e ci racconta di vignaioli che con tecniche antiche e moderne innovazioni ripropongono “il canto della terra verso il cielo”.

Per dirla con Veronelli ogni bottiglia è unica, così come unico è l’uomo. Simonetta Lorigliola, caporedattrice di Seminario Veronelli  , non ha dubbi: il vino “è un grandissimo medium culturale”.

La "Guida Oro I Vini" di Veronelli quest’anno recensisce quasi 15mila vini di tutta Italia. Nel 2026 ci sarà una sezione dedicata alla Brda, la parte slovena del Collio goriziano.

“La miccia che ha acceso la fiamma è stata la Capitale europea della Cultura tra Nova Gorica e Gorizia”, spiega la caporedattrice di Seminario Veronelli.

“Non c’è un territorio che identifichi meglio del Collio il messaggio transfrontaliero”. ”Dal punto di vista geologico il terreno è lo stesso, uguale è anche l’impegno dei vignaioli. Un’area unica, perché è una sola e “perché dà prodotti di eccellenza unica”.

Lo attestano anche i voti che la guida assegna ai vini del Collio, ai quali si aggiungeranno l’anno prossimo anche quelli sloveni di Brda. “Nella guida tutti gli assaggi si fanno alla cieca. Il degustatore conosce il territorio di provenienza, ma non sa cosa sta assaggiando. Sarebbe interessante far provare i vini di quella regione tutti assieme “per capire a che punto sia arrivata l’eccellenza da una parte e dall’altra”, precisa Simonetta Lorigliola.

Tagliato dal confine tracciato dopo la Seconda guerra mondiale tra Italia e Jugoslavia il Collio e Brda cominciano a percorrere due strade diverse. La regione oggi è forse considerata integrata nell’offerta turistica, ma l’idea di far diventare il Collio e Brda nuovamente un unico territorio vitivinicolo transfrontaliero sembra essere ancora lontana.

Intanto c’è chi il vino lo fa anche assieme. È la storia dello spumante transfrontaliero Sinefinis, nato dalla collaborazione tra un’azienda slovena ed una italiana. I campi con le uve sono poco distanti gli uni dagli altri, ma sulle bottiglie non possono mettere né la denominazione Brda né quella di Collio.

continua https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Slovenia-il-vino-dell-Impero-235916

PROVERBIO SLOVENO

"Svet Valentin ima ključe od korenin"

"San Valentino ha le chiavi delle radici"





La Festa di San Valentino in Borgo Pracchiuso, un evento che affonda le radici nel lontano 1689 e che, anno dopo anno, continua ad attirare udinesi e friulani, innamorati e non. Tra bancarelle, riti religiosi e simboli della tradizione, il borgo si animerà per due giorni di festa, tra il 13 e il 14 febbraio, rinnovando un legame che dura da secoli.



Le origini della festa

La Fiera di San Valentino non è solo un momento di celebrazione, ma rappresenta anche un’importante testimonianza storica. La chiesa dedicata al Santo venne costruita nel 1355 per volontà della famiglia dei conti Valentinis, nel tentativo di proteggere la città dalla peste nera che nel 1348 aveva colpito l’Europa e anche Udine. Nel 1513, nel borgo nacque la Confraternita di San Valentino, che si impegnò per la costruzione di una chiesa più grande, inaugurata nel 1574.Il Santo, oltre a essere il patrono degli innamorati, era invocato anche contro la peste, l’epilessia e altri mali. È proprio a questa tradizione che si ricollega l’usanza delle “chiavette di San Valentino”, piccoli amuleti portafortuna legati al suo potere taumaturgico. Altro simbolo della festa è il pane a forma di “8”, chiamato colaz, che affonda le sue radici nell’antica distribuzione delle Sacre Eulogie.

Il programma della Fiera

Le celebrazioni prenderanno il via giovedì 13 febbraio, con la tradizionale benedizione del pane e delle chiavette alle ore 17.00 nella chiesa del Santo, seguita alle 18.00 da un concerto di musica sacra e classica eseguito dall’ensemble “Gli Archi del Friuli e del Veneto”, diretto dal maestro Guido Freschi.

https://www.friulioggi.it/udine/torna-antica-amata-festa-san-valentino-borgo-pracchiuso-11-febbraio-2025/#google_vignette