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Secondo l'Istat, il divario del livello di istruzione tra i territori è più grande che mai. Nessuna politica è riuscita a invertire la rotta. Alla faccia dell'uguaglianza
Non c'è pace per la scuola italiana. Poco tempo fa, l'Ocse metteva nero su bianco le difficoltà degli italiani nella comprensione del testo e nella soluzione dei problemi, inserendo il nostro Paese tre le posizioni più basse nella classifica dell'indagine. Ma questi dati vengono messi sotto una luce ancora più tagliente se si guarda ai dati dell'Istat, in particolare del suo rapporto sulle difficoltà dei ragazzi nei contesti urbani. I numeri dell'analisi non sono confortanti: nell’anno scolastico 2022/23 in Italia la percentuale di studenti del quinto anno delle superiori con competenze insufficienti raggiunge il 49,3% per quelle alfabetiche e il 50% per quelle numeriche. Il confronto con il passato è impietoso: gli studenti cosiddetti “low performer” sono aumentati rispetto all’anno scolastico 2018/2019: +13,7 punti percentuali per le competenze alfabetiche e +10,8 punti per quelle numeriche.
Non si è riusciti a colmare il divario ancora presente tra i diversi territori: nell’anno scolastico 2022/2023, nella città metropolitana di Roma e in quelle del Mezzogiorno la quota di studenti delle scuole superiori che non raggiungono livelli adeguati di competenze è superiore alla media italiana. Gli svantaggi più significativi si rilevano a Napoli (66,8%), Reggio Calabria e Palermo (61%) per quelle alfabetiche e, per quelle numeriche, ancora Napoli (70,2%), poi Palermo (68,1%) e Catania (65,4%).
C'è poi la “difficoltà nella difficoltà”, evidenziata in tutto il report, dei ragazzi stranieri: se nel 2022, nelle città metropolitane, l'85,4% dei giovani tra i 20 e i 24 anni ha conseguito almeno il diploma delle scuole secondarie di secondo grado, questo valore scende al 53,5% per i ragazzi con cittadinanza straniera.
continua https://www.wired.it/article/scuola-nord-sud-divario-istat-classifiche-dati/