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La polenta è uno dei piatti più antichi della storia, già usato dagli antichi Sumeri e in Mesopotamia, veniva preparato con miglio e segale. Nell’Antica Grecia si usava la farina d’orzo e altre varianti sono presenti nella storia dei popoli africani e asiatici.
Durante l’epoca romana era comune la “pultem”, una specie di polentina morbida con farro macinato e cotto. Prima del 1492, a Venezia si preparavano i zaleti, dolci rustici a base di farina di mais gialla. Non è certo da dove provenisse il primo tipo di mais scelto, ma grazie agli scambi commerciali con l’Oriente, i mercanti veneziani portarono il frumento giallo nelle paludi del Polesine e nel Friuli.
Il mais fu introdotto dopo la scoperta dell’America, sostituendo il farro come base per la polenta. In Italia, i Friulani furono i primi ad adottare questo cereale intorno al 1550 d.C. quando veniva chiamato “granoturco” poiché tutto ciò che veniva da terre lontane veniva aggettivato con “turco”.
La polenta divenne rapidamente uno dei piatti principali delle popolazioni montane e rurali, grazie alla sua semplice preparazione e al costo accessibile degli ingredienti. Quando la disponibilità di altri cereali, come il grano, era limitata, la polenta di farina di mais li sostituiva, divenendo un alimento sostanzioso e nutriente.
Nel corso dei secoli, la polenta ha assunto varie forme e ricette regionali. In alcune zone, veniva cucinata e servita in grandi padelle, tagliata in fette e abbinata a sughi di carne o formaggio. In altre regioni, la polenta veniva servita bianca o arricchita con ingredienti locali come funghi, formaggi o erbe aromatiche.
La polenta era ed è un simbolo di umiltà e tradizione culinaria, un piatto che univa le famiglie attorno a un tavolo. Era spesso preparata durante eventi speciali, come matrimoni e feste di paese, celebrando così le radici e la cultura locali.
Oggi, la polenta rimane una componente importante della cucina italiana, sia nelle sue preparazioni tradizionali che in varianti moderne e creative. È amata per la sua versatilità e per il suo legame con il passato.
Il cereale di base più usato in assoluto è il mais, importato in Europa dalle Americhe nel XVI secolo, che le dà il caratteristico colore giallo, mentre precedentemente era più scura perché la si faceva soprattutto con farro o segale, e più tardivamente anche con il grano saraceno, importato dall'Asia. Pur comparendo un esemplare di mais nell'Erbario di Ulisse Aldrovandi (Bologna, 1551), le prime testimonianze scritte di coltivazioni di mais in Italia fanno riferimento ai territori della Repubblica di Venezia. In un'annotazione alla seconda edizione del Delle navigationi et viaggi di Giovan Battista Ramusio (Venezia, 1554), commentando un testo del portoghese João de Barros (1496-1570), si afferma infatti che:
Francesco d'Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone (Assisi, 1181/1182 – Assisi, 3 ottobre 1226, è stato un religioso, mistico e poeta italiano. Diacono e fondatore dell'Ordine dei Francescani, fu proclamato santo da Papa Gregorio IX nel 1228. Ispirato a condurre una vita cristiana di povertà, divenne un mendicante e un predicatore itinerante. È comunemente raffigurato con un saio marrone e una corda legata in vita, con tre nodi che simboleggiano i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza.
Una delle figure più venerate della Cristianità, Francesco fu dichiarato, assieme a santa Caterina da Siena, patrono d'Italia il 18 giugno 1939 da Papa Pio XII: il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa Cattolica (festa in Italia; solennità per la Famiglia francescana). La festa della sua stigmatizzazione ricorre il 17 settembre.
Nel 1219, Francesco si recò in Egitto nel tentativo di convertire il sultano Al-Kamil e porre fine al conflitto della Quinta Crociata. Nel 1223, egli organizzò il primo presepe vivente come parte della celebrazione annuale del Natale a Greccio. Secondo la tradizione cristiana, Francesco ricevette le stimmate durante l'apparizione di un angelo serafino in un'estasi religiosa nel 1224.
Francesco è associato al patronato degli animali e dell'ambiente. Divenne consuetudine per le chiese tenere cerimonie di benedizione degli animali in occasione della sua festa, il 4 ottobre, che divenne la Giornata mondiale degli animali. Francesco era noto per la sua devozione all'Eucaristia. In suo onore, gli Spagnoli fondarono la Missione San Francisco de Asís, da cui poi si sviluppò il sito che Washington Allon Bartlett rinominò e divenne la città di San Francisco.
Profondamente ascetico, era conosciuto anche come "il poverello d'Assisi" per via della sua scelta di spogliarsi di ogni bene materiale e condurre una vita minimale, in totale armonia di spirito. Oltre all'opera spirituale, Francesco, grazie al Cantico delle creature, è riconosciuto come uno degli iniziatori della tradizione letteraria italiana.Le sue ossa sono conservate nella Basilica Papale di San Francesco d'Assisi.
Il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, eletto papa nel Conclave del 2013, assunse, primo caso nella storia della Chiesa, il nome pontificale Francesco per la sua preoccupazione per i poveri.La città di Assisi, a motivo del suo illustre cittadino, è assurta a simbolo di pace, ospitando i quattro grandi incontri ecumenici tra gli esponenti delle maggiori religioni del mondo, promossi da Papa Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002, da Papa Benedetto XVI nel 2011 e da papa Francesco nel 2016; anche la Marcia per la pace Perugia-Assisi è un riflesso e simbolo di questa eredità.
da wikipedia

Nella Val Cornappo e in Alta Val Natisone c’è un nuovo pastore d’anime. Ufficialmente dall’autunno don Marco Visintini, che è già parroco a Cergneu/Čarnjeja con Monteprato e Vallemontana, assumerà la guida delle parrocchie di Taipana/Tipana e Monteaperta/Viškorša, con le comunità di Cornappo/Karnahta e Montemaggiore/ Brezje. Don Giacinto Miconi aveva lasciato la loro guida nel settembre del 2024.
dal Dom
Nella cura d’anime il nuovo parroco, che aveva iniziato a conoscere già diversi mesi fa il territorio di cui ora è responsabile, continuerà a essere supportato dai diaconi Fiorino Miani e Paolo Comelli.
Originario di Tricesimo, mons. Visintini ha 70 anni ed è stato ordinato sacerdote nel 1980. Dopo alcune esperienze in qualità di collaboratore pastorale, nel 1984 è stato nominato parroco a Forni di Sopra, incarico che ha lasciato nel 1992, quando ha assunto la guida delle parrocchie di Cortale, Valle del Rojale e Vergnacco. A queste si sono aggiunte Zompitta nel 2001 e Qualso nel 2003. Nel 2011 è stato di nuovo trasferito in Carnia, a Socchieve, ma nel 2013 è stato di nuovo nominato parroco in pianura, ad Ara e Fraelacco. Nel 2018 ha assunto anche la guida della vicina Parrocchia di Tricesimo, fino al 2021.

Nel 2023 mons. Visintini è stato, quindi, nominato parroco di Cergneu, unica frazione del comune di Nimis in cui è ancora parlato il dialetto sloveno del Torre, comunità che continuerà a guidare insieme a Taipana e Monteaperta.
E già alla Messa di domenica, 27 luglio, i fedeli di Taipana hanno potuto accogliere il nuovo parroco della Val Cornappo. «Si tratta di momenti importanti che legano un territorio e consolidano ulteriormente la nostra piccola comunità», ha rilevato il sindaco Alan Cecutti, pensando a un futuro in cui dare nuovo valore alla vita di paese. «Che è quello che oggi manca in molti territori, come il senso di aggregazione e condivisione nel portare avanti tradizioni e valori cristiani». (Luciano Lister)
C’è un nonno in disparte
che gioca alle carte,
le gioca da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno in giardino
che beve del vino,
lo beve da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno per strada
non so dove vada,
cammina da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno che dorme
speriamo che in sogno
qualcuno ci sia
in sua compagnia
dal web
La festa dei nonni è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo, celebrata in onore della figura dei nonni e della loro influenza sociale. Tale ricorrenza non è festeggiata in tutto il mondo nello stesso giorno. In gran parte dei paesi l'evento è festeggiato nel mese di settembre o di ottobre.
In Italia la festa dei nonni ricorre il 2 ottobre, a norma della legge n. 159 del 31 luglio 2005.
Nella tradizione cattolica, i patroni dei nonni sono i santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria e nonni materni di Gesù, che vengono celebrati il 26 luglio: proprio in relazione a tale ricorrenza, papa Francesco ha stabilito che ogni quarta domenica di luglio si tenga in tutta la Chiesa la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.
La festa dei nonni è stata creata negli Stati Uniti d'America nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, una casalinga della Virginia Occidentale, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade incominciò a promuovere l'idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, come obiettivo fondamentale per l'educazione delle giovani generazioni, la relazione con i loro nonni.wikipedia
«Quando fate rientro potreste incontrare il cervo, sulla stradina tra gli alberi. Lo si vede spesso da settembre». Graziella lo dice sorridendo, come se parlasse di un vicino di casa.
E qui, in effetti, nel cuore del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, i cervi, i caprioli e anche i rapaci sono presenze quotidiane. Siamo in Alta Val Torre, in comune di Lusevera, lungo la strada che porta al confine, tra Musi e Pian dei Ciclamini. Dopo aver lasciato l’auto, un sentiero di dieci minuti conduce su un pianoro che appare subito come un piccolo mondo a parte: silenzioso, ampio ma allo stresso tempo protetto. È qui che si trova La AleGra, uno speciale agriturismo gestito da Alessandro e Graziella. Lui è di Udine, lei è argentina. Si sono incontrati in Messico, dove si sono innamorati. Da quel momento hanno viaggiato molto insieme e il loro peregrinare li ha condotti prima a Venezia, dove ancora conservano una casa, e poi in Friuli.
L’amore per la montagna li ha guidati fin quassù dove, da cinque anni, custodiscono uno spazio che richiama chi cerca autenticità: quattro casette in legno, spartane ma curate, costruite con tetti trasparenti per addormentarsi sotto le stelle.
Ospiti da tutta Europa e anche dall’Oriente arrivano qui, a Tanatcason: giapponesi, finlandesi, spagnoli, tanti tedeschi. Alcuni scelgono la solitudine, altri vengono in coppia o in gruppo per praticare lo yoga. Le giornate scorrono tra camminate nei boschi, meditazione, osservazioni del cielo e incontri con gli animali che vivono liberi.
Al centro del pianoro si trova l’abitazione di Alessandro e Graziella: è una casetta un po’ più grande, che diventa punto di incontro per gli ospiti e per chi passa in zona.

D’estate rimane aperta ogni giorno, in inverno nei fine settimana. È uno spazio di accoglienza dove si può mangiare o concedersi semplicemente una rigenerante ora di pausa con un caffè, o assaggiando gli sciroppi fermentati preparati da Graziella. Ci si ferma a conversare con lei, con escursionisti e con gli amanti delle passeggiate.
L’ospitalità è semplice, con servizi ecologici e una cura che valorizza l’essenziale, tra gatti e il profumo del muschio quando sta per arrivare l’autunno. «La nostra scelta richiede costanza, coerenza e responsabilità ma il paesaggio meraviglioso di cui godiamo ogni giorno ripaga degli sforzi. Questa zona è ancora fuori dal turismo di massa, quello dei sentieri con la gente in fila. Qui si può ancora restare soli, camminando con sé stessi tra un monte e l’altro, al confine con la Slovenia» spiega Graziella.
Così La AleGra diventa un luogo di vita sobria e silenziosa, in equilibrio con il paesaggio, con le pecore che tengono puliti i versanti e un orto ben protetto dagli animali selvatici. «Speriamo che quest’anno scenda la neve: lo spettacolo è impagabile». (R. D.)