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Qui si parla del Friuli multietnico, dei luoghi,foto,video curiosità,articoli dai giornali e tanto altro.E’ una regione a Statuto speciale tutelata dalla legge per le minoranze linguistiche che prevede cartellonistica plurilingue,leggi speciali,scuole con l’insegnamento delle lingue minoritarie,radio,Tv giornali ecc.

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I. Nievo

traduttore

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mercoledì 1 ottobre 2025

A Tanatcason per dormire sotto le stelle di La AleGra

 «Quando fate rientro potreste incontrare il cervo, sulla stradina tra gli alberi. Lo si vede spesso da settembre». Graziella lo dice sorridendo, come se parlasse di un vicino di casa.

martedì 30 settembre 2025

DON RENZO CALLIGARO

 

 Domenica 21 settembre Don Renzo Calligaro ci ha accolto con un sorriso. Non potrà più venire in chiesa per   problemi di salute. È stato sacerdote   per oltre 50 anni. Ci ha insegnato ad amare il nostro Paese, la nostra lingua e la nostra cultura. Ci ha insegnato ad essere più misericordiosi e saggi. Ha aiutato bambini e giovani a percorrere il cammino della vita senza paura.

Grazie-Hvala don Renzo per tutto quello che hai fatto.Siamo fortunati ad averti con noi!!

Dopo oltre 50 anni di servizio nella valle del Torre don Renzo Calligaro purtroppo lascia la Val Torre per motivi di salute. Il viaggio verso Bardo e Zavarh è diventato troppo faticoso per continuare il suo lavoro. La notizia, che ha profondamente rattristato la comunità locale, essendo stato una persona molto importante per diverse generazioni di residenti e un vero maestro di vita per molti giovani, è stata annunciata ai fedeli durante la sua ultima messa a Bardo e Zavarh, domenica 21 settembre. Ora continuerà il suo servizio pastorale come cappellano vicino alla sua casa di Buia.

Durante la sua ultima messa a Bardo, disse di avere una sola richiesta prima di andarsene, proprio come aveva fatto l'arcivescovo Battisti a suo tempo, ovvero che la gente del posto continuasse a unirsi e a pregare, anche senza un sacerdote – perché in realtà ce ne sono troppo pochi o nessuno, come lui stesso scoprì – e che dovessero confidare in Dio. Durante la sua ultima messa, parlò anche della necessità di connettersi e vivere nell'amore di Dio, dell'importanza di un cuore puro, della libera espressione e mise in guardia dal pericolo di creare tensioni e divisioni.

Nella valle della Terska dolina non sanno ancora quando e se avranno un nuovo pastore, ma sono decisamente decisi a seguire le istruzioni del signor Calligaro, così da riunirsi sotto la guida dei lettori dei testi liturgici o del Vangelo.

Era il 1973 quando il signor Renzo Calligaro, che era stato ordinato sacerdote quattro anni prima, giunse in Valle de Torre .Da allora si è preso cura spiritualmente dei parroci delle parrocchie del Bardo e dello Zavrh, ma ciò che è ancora più importante è che fin dall'inizio ha sottolineato con determinazione l'importanza delle radici della comunità locale e si è sforzato di preservare il dialetto sloveno nativo in queste aree, il canto liturgico sloveno e la preghiera slovena (ha sostenuto la traduzione dei testi liturgici nel dialetto della Valtorre). Imparò anche la lingua slovena, cosa insolita per i sacerdoti italiani e friulani. Con lui, la parola slovena è tornata nella chiesa di queste parti dopo più di un secolo, per la quale ha ricevuto opposizione e persino minacce, ma non si è mai arreso.




https://novimatajur.it/

lunedì 29 settembre 2025

PROVERBIO FRIULANO


 "San Michêl la cistine tal fosêl", che significa "Per San Michele (il 29 settembre) la castagna è nella buccia"


Per preparare le castagne al forno, per prima cosa controllate le castagne e selezionate solo quelle perfettamente integre. Mettetele in ammollo per almeno 2 ore in acqua a temperatura ambiente. In questo modo, una volta cotte, si sbucceranno più facilmente. Scolatele, asciugatele e incidetele con la lama di un coltellino affilato o utilizzando l'apposito attrezzo




 



LE MELE

 


Il melo: varietà tiranne, autoctone e resistenti

di Raffaele Testolin
Uno studio condotto sui testi della letteratura scientifica ha portato alla identificazione di circa 7.000 varietà di melo formalmente descritte nel mondo.
Nonostante la sicura presenza di sinonimie, si tratta di una collezione di materiale genetico imponente. Molto di questo materiale è andato perduto nel tempo. Inoltre, il mercato mondiale ha cominciato a privilegiare poche varietà, che i costitutori di nuove varietà ottenevano privilegiando pochi genitori.
Un’analisi dettagliata dei pedigree disponibili per molte varietà di melo ha messo in evidenza che 5 gruppi varietali - ‘Golden delicious’ e golden-simili, ‘Red delicious’ e i suoi numerosi mutanti, ‘Royal Gala’, ‘Granny Smith’ e ‘Fuji’, per di più imparentati tra loro - rappresentavano da soli il 58% della produzione mondiale di mele. Questi dati mostrano le conseguenze negative dell’eccessivo uso di pochi genitori negli incroci.
La situazione migliora sensibilmente negli ultimi decenni. Vengono recuperate vecchie varietà, cioè le varietà autoctone diffuse in molti paesi e che piacciono molto ai nostalgici dei vecchi sapori, ma vengono recuperate soprattutto varietà che portano resistenze alle principali malattie (ticchiolatura, oidio, cancro dei rami, colpo di fuoco batterico ecc.). Vengono avviati programmi di incrocio e selezione in una ventina di Paesi da un centinaio di Istituzioni pubbliche e società private e ogni anno – si stima – vengono valutate 200 mila nuove piante di melo ottenute per incrocio.
Il melo è una specie di climi temperato-freddi. Sono poche le specie da frutto di questi climi. Potremmo dire, scherzando, che il Padreterno è stato meno generoso con le popolazioni che vivono nella fascia temperata del mondo, concedendo loro poche specie da frutto coltivabili. Il melo è certamente la più importante, con 60 milioni di tonnellate di frutti prodotti nei due emisferi – nord e sud del mondo. Possiamo guardare al futuro del melo con un certo ottimismo, sperando che non tornino alla ribalta amministratori insipienti, come quelli che hanno bastonato le Certosa di Parigi subito dopo la rivoluzione francese.
da vita nei campi

domenica 28 settembre 2025

IL PANE


Il pane
di Valter Zucchiatti
DA VITA NEI CAMPI
Parliamo ancora del pane, impiegato però in preparazioni dolci. Come ho detto in altra occasione, per noi occidentali il pane è sacrosanto, fragrante appena sfornato con qualsiasi companatico (dalla ricotta alla nutella, anche se il paragone non mi piace), oppure secco da utilizzare in mille altre preparazioni, dai crostini agli gnocchi. Oggi propongo tre ricette della torta di pane.
Torta di pane di segale dei conti Caiselli di Udine (primi anni dell’Ottocento): mescolare a lungo 12 tuorli e 8 albumi in 480 g di zucchero e 240 di mandorle tritate, 240 di pane di segale grattugiato, setacciato e inzuppato in un liquore a scelta, scorze di limone, qualche chiodo di garofano e cannella: amalgamare il tutto e aggiungere i restanti 4 albumi sbattuti a neve. Ungere lo stampo con burro e pangrattato e cucinare in forno a 170°.
La seconda ricetta si trova nel quaderno di una famiglia di Moggio Udinese scritta nel 1913, che ho avuto grazie alla cortesia dell’amica Silvia Lucca: 8 rossi d’uovo, 60 g zucchero, si mischia insieme per cinque minuti, si aggiunge centesimi 30 di rosolio (non saprei a quanto corrisponde nel sistema decimale, per cui è bene fare delle prove), un po’ di pane con due stanghette di ciocolata, poi dei bianchi si fa la neve e si miscia tutto insieme finché è ben corporato, poi si mette subito nello stampo ben unto.
L’ultima l’ho ereditata da mia madre, che a sua volta l’aveva ricevuta dal quotidiano passaparola fra casalinghe.
Ingredienti: 300 g di pane raffermo grattato, ¾ lt di latte tiepido, 2 uova, 100 g di burro, 20 amaretti pestati, la buccia grattata di un limone, 50 g di uvetta sultanina ammollata nell’amaretto e strizzata, alcune prugne e fichi secchi tagliati a pezzettini, 30 g di pinoli, 5 cucchiai di zucchero, un pizzico di sale, una bustina di lievito, burro q.b. per ungere. Bagnare il pane con il latte, strizzarlo e amalgamarvi gli altri ingredienti, versare in una ciambella per budino o in una tortiera della giusta misura unti con il burro e il pangrattato, e infornare a 180° per 45-50 minuti.
Ricordo ancora il pomeriggio di un sabato del 1971, quando studiavo per gli esami di maturità. Nel soggiorno eravamo in due, io e il piatto con la torta di pane ormai fredda cucinata in mattinata e che mi invitava con insistenza ad assaggiarla, cosa che ovviamente non rifiutai, ma quando verso le cinque nella stanza entrò mia madre per prenderla trovò il piatto vuoto e ripulito. In meno di due ore l’avevo fatta fuori.

LA GUERRA DEL LUPPOLO

 CIN  CIN      ALLA   SALUTE     NA  ZDRAVJE


Nel Medioevo la guerra del luppolo

di Vladimiro Tulisso
Il Medioevo rappresenta un'epoca fondamentale per l'evoluzione della birra, trasformandola da semplice bevanda fermentata a prodotto raffinato. I monasteri furono i veri protagonisti di questa rivoluzione. I monaci benedettini, cistercensi e di altri ordini, non solo perfezionarono le tecniche di produzione, ma documentarono meticolosamente ogni processo. Avevano tempo, pazienza e, soprattutto, accesso all'acqua pulita delle sorgenti montane. Questo vantaggio tecnico, unito alla necessità di produrre birra per il sostentamento della comunità, li portò a diventare i migliori birrai del loro tempo.
L'introduzione del luppolo – una pianta erbacea rampicante imparentata con la cannabis - rappresenta forse l'innovazione più importante del periodo medievale. Prima dell'anno Mille, la birra veniva aromatizzata con una miscela di erbe chiamata "gruit", che includeva mirto, rosmarino, bacche di ginepro e altre spezie. Il luppolo, inizialmente utilizzato in Germania, rivoluzionò la produzione per due motivi fondamentali: conferiva un sapore amaro che bilanciava la dolcezza del malto e, soprattutto, possedeva proprietà conservative naturali che permettevano alla birra di durare molto più a lungo.
La diffusione del luppolo non fu immediata né pacifica. Esistevano veri e propri "monopoli del gruit" controllati da autorità ecclesiastiche e civili che traevano profitto dalla vendita delle miscele di erbe. L'introduzione del luppolo minacciava questi guadagni, scatenando quella che gli storici chiamano "la guerra del luppolo", che durò quasi due secoli.
In quel periodo nacquero anche le prime corporazioni di birrai, organizzazioni che regolavano la produzione, stabilivano standard di qualità e proteggevano i segreti del mestiere. A Monaco, già nel 1363, esisteva una corporazione che stabiliva regole precise per la produzione di birra, anticipando quella che, nel 1516, sarebbe diventata la famosa legge della purezza bavarese.
La birra medievale era diversa da quella moderna: più densa, meno alcolica e spesso torbida. Veniva consumata tiepida e rappresentava un alimento fondamentale, soprattutto durante i lunghi inverni quando frutta e verdura scarseggiavano. Un adulto medievale consumava in media 3-4 litri di birra al giorno, considerando che l'acqua era spesso non potabile.
da vita nei campi






venerdì 26 settembre 2025

GustiDiFrontiera2025.

 




✨ L’inaugurazione di Gusti di Frontiera 2025 ha animato ieri Piazza Sant’Antonio, dando ufficialmente il via alla ventesima edizione della manifestazione. A seguire, il Cooking Talk dedicato al frico, con Fabrizio Nonis e Giorgione - Orto e cucina e la moderazione di Alojz Felix Jermann.
🥘 Fino a domenica, Gorizia si trasforma in un villaggio del gusto: oltre 400 stand, 19 borghi tematici e la novità del villaggio “Gusti senza Frontiere” in Piazza Transalpina, che incarna lo spirito “senza confini” di GO!2025.
🎻 Sabato 27 settembre appuntamento in 📍Piazza Vittoria con Pierpaolo Foti: due concerti gratuiti alle 18.30 e alle 20.00!
👉 Tutte le informazioni: bit.ly/GustiDiFrontiera2025.
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✨ The opening of Gusti di Frontiera 2025 lit up Piazza Sant’Antonio yesterday, officially kicking off the 20th edition of the event, followed by a Cooking Talk dedicated to frico, featuring Fabrizio Nonis and Giorgione – Orto e cucina, moderated by Alojz Felix Jermann.
🥘 Until Sunday, Gorizia turns into a true village of flavors: over 400 stalls, 19 themed villages, and the brand-new “Gusti senza Frontiere” in Piazza Transalpina, embodying the “borderless” spirit of GO!2025.
🎻 On Saturday, September 27, don’t miss Pierpaolo Foti live in 📍Piazza Vittoria: two free concerts at 6.30 pm and 8.00 pm!