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IVAN TRINKO

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sabato 30 novembre 2024

Mia madre-Moja mama

 


Jožica Miklavčič (Lubiana, 20 giugno 1921  Udine, 30 novembre 1977) è stata una giornalista italiana, di origine slovena.

Di professione insegnante, ai tempi dell'occupazione italiana di Lubiana conobbe il militare italiano Vojmir (Guerrino) Tedoldi, con il quale si sposò nel 1943. Trasferitasi in Italia con il marito, dopo la Liberazione svolse importanti funzioni nelle organizzazioni slovene di allora delle Valli del Natisone, in particolare nella Demokratična Fronta Slovencev (Fronte Democratico degli Sloveni). Dal 1948 iniziò a collaborare con la stampa, dapprima con la Soča e successivamente con il quotidiano di Trieste Primorski dnevnik. In quegli anni si impegnò anche con la Dijaška Matica, organizzazione a favore dei bambini della Slavia Friulana che frequentavano le scuole con lingua d'insegnamento slovena a Trieste e a Gorizia. Nel 1950 fu tra i promotori del giornale Matajur[1], di cui divenne direttore responsabile suo marito e al quale fece da braccio destro, in quanto essendo autodidatta egli non parlava fluentemente la lingua slovena. Il primo numero del giornale uscì il 3 ottobre del 1950, stampato a Gorizia presso la tipografia Lukežič, dove Jožica si recava con il treno per la correzione delle bozze. Il Matajur a quel tempo non aveva corrispondenti, e così Vojmir e Jožica percorrevano la Slavia Friulana a cercare notizie e reportage[2]. Redasse il Matajur fino al 1973, quando la testata venne cambiata in Novi Matajur e cambiarono sia l'editore che il direttore. Continuò a collaborare con il Novi Matajur per molti anni[3], fino alla morte. Con la collaborazione di Tedoldi e Jožica Miklavčič venne costituito nel 1955, nel primo anniversario della morte del sacerdote Ivan Trinko, il Circolo Culturale Ivan Trinko a Udine, di cui Jožica fu responsabile fino al trasferimento del circolo a Cividale del Friuli.

da wikipedia

venerdì 29 novembre 2024

POSTODIBLOGGO: HA RAGIONE YASHAL

POSTODIBLOGGO: HA RAGIONE YASHAL:   Lasciarsi andare ogni tanto dovrebbe essere il vero istinto da blogger, come sottolinea l'amica  YASHAL , in diretta, senza pre e post...

A Log pod Mangartom ritrovamenti archeologici

 


Tra fine settembre e inizio ottobre a Log pod Mangartom è stata condotta una campagna di scavi archeologici, per riportare alla luce la moschea che, durante la prima guerra mondiale, è stata costruita dai soldati bosgnacchi impegnati sul fronte dell’Isonzo. Si presume che sia sorta nel 1916, dopo l’arrivo del 4° reggimento fanteria di Bosnia-Erzegovina nella zona di Bovec. Dopo che l’esercito abbandonò la zona, la moschea cadde presto in rovina e fu distrutta.

SONO GRADITE LE VOSTRE ISCRIZIONI AL BLOG (se ci riuscite, perchè c'è un problema irrisolto)


 

RISPETTATE LE MONTAGNE

 


giovedì 28 novembre 2024

martedì 26 novembre 2024

Campo di concentramento di GONARS (Udine)


 Il campo di concentramento di Gonars è stato un campo di concentramento realizzato dal regime fascista nell'autunno del 1941 presso Gonars, in provincia di Udine, e utilizzato per internare i civili rastrellati nei territori occupati dall'esercito italiano nell'allora Jugoslavia.

La struttura

Il campo di Gonars, costruito appena fuori dall'omonimo abitato in un terreno lungo la Napoleonica, era costituito da due recinti distinti a circa un chilometro uno dall'altro, il campo A e il campo B, il quale a sua volta era diviso in tre settori, Alfa, Beta e Gamma. Era circondato da un alto filo spinato, con torrette di guardia con mitragliatrici e potenti fari che lo illuminavano a giorno.

Storia

La costruzione

Il campo era stato costruito nell'autunno del 1941 in previsione dell'arrivo di prigionieri di guerra russi, ma non fu mai utilizzato per questo scopo.[2] Nella primavera del 1942 invece fu destinato all'internamento dei civili all'interno della “Provincia di Lubiana”, rastrellati dall'esercito italiano in applicazione della Circolare 3C del generale Roatta, comandante della 2ª Armata, nella quale si stabilivano le misure repressive da attuare nei territori occupati e annessi dall'Italia.

Primo utilizzo: la repressione degli oppositori

Le due massime autorità civili e militari della Provincia di Lubiana, l'Alto Commissario Emilio Grazioli e il generale Mario Robotti, comandante dell'XI Corpo d'armata, attuarono le misure repressive: così ci furono fucilazioni di ostaggi, incendi di villaggi e deportazioni di popolazioni intere. Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio del 1942 la città di Lubiana fu circondata interamente da filo spinato, tutti i maschi adulti furono arrestati, sottoposti a controlli e la gran parte di essi fu destinata all'internamento. In breve anche le altre città della "provincia" subirono la stessa sorte.[3]

Gli arrestati furono portati nel campo di concentramento di Gonars, dove nell'estate del 1942 erano presenti già più di 6000 internati, ben oltre le possibilità ricettive del campo, che era allestito per meno di 3000 persone.[5] A causa del sovraffollamento, delle precarie condizioni igieniche e della cattiva alimentazione, ben presto si diffusero varie malattie, come la dissenteria, che cominciarono a mietere le prime vittime.[6][7]

In questo primo periodo nel campo si trovarono concentrati intellettuali, insegnanti, studenti, operai e artigiani; quindi tutti coloro che erano considerati potenziali oppositori e tra essi c'erano anche molti artisti che alla detenzione nel campo hanno dedicato molte delle loro opere. Sotto pseudonimo erano internati anche esponenti del Fronte di Liberazione sloveno, che sarebbero poi diventati dirigenti della Resistenza jugoslava.[6] Alcuni di essi nell'agosto del 1942 organizzarono una fuga dal campo, scavando una lunga galleria sotto la baracca XXII.[8] Dopo la fuga, la gran parte degli internati fu trasferita in altri campi che nel frattempo erano stati istituiti in Italia, in particolare a Monigo, a Chiesanuova e a Renicci nonché a Visco, in provincia di Udine, a pochi chilometri da qui. continua continua qui ...https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Gonars

Mi piace questo libro a fumetti



https://www.coconinopress.it/prodotto/linverno-ditalia/

Web sul blog: I campi di lavoro fascisti

Web sul blog: I campi di lavoro fascisti:   Articolo da  Novecento.org Abstract L’articolo intende affrontare il tema dello sfruttamento del lavoro dei prigionieri di guerra (PG) ...

E' UNA STRAGE INFINITA!

 


STOP  STOP STOP

In ITALIA viene uccisa 1 donna ogni 3 giorni

dall'inizio dell'anno  

cento vittime in meno di undici mesi


uccise da mariti o ex compagni,sono donne che lasciano figli minori.

IN FRIULI 

https://femminicidioitalia.info/ricerca?q=friuli

Nel centro di Udine un’installazione di 20 metri racchiude le vittime di femminicidio


La gente ormai non ci fa più caso perchè i fatti di cronaca sono troppi!!!

DONNE DENUNCIATE FINCHE' SIETE IN TEMPO!
AL PRIMO EPISODIO VIOLENTO SCAPPATE.

Donne dovete mantenere il lavoro perchè così siete economicamente autonome e avrete più forza per opporvi!

Per fortuna che io non ho mai avuto di questi problemi.


A tutte le donne, Alda Merini

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

********





lunedì 25 novembre 2024

Taipana - Piccola Grande Italia

Proverbio friulano


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Cui ch’al ûl le oce fine le compri a Sante Catarine” ovvero chi vuole un’oca buona (fine) la acquisti a Santa Caterina (il 25 novembre) qui inteso come buon mercato e anche il tempo giusto dell’anno

MERCATINI DI NATALE IN SLOVENIA DOVE E QUANDO


MERCATINI DI NATALE IN SLOVENIA DOVE E QUANDO

VISITA IL SITO

 


BLAGA DIMITROVA

DONNA SOLA IN CAMMINO

Scomodo rischio è questo
in un mondo ancora tutto al maschile.
Dietro a ogni angolo ti aspettano
in agguato incontri vuoti.
E percorri vie che ti trafiggono
con sguardi curiosi.
Donna sola in cammino.
Essere inerme
è la tua unica arma.

Tu non hai mutato alcun uomo
in protesi per sostenerti,
in tronco d'albero per appoggiarti,
in parete - per rannicchiarti al riparo.
Non hai messo il piede su alcuno
come su un ponte o un trampolino.
Da sola hai iniziato il cammino,
per incontrarlo come un tuo pari
e per amarlo sinceramente.

Se arriverai lontano,
o infangata cadrai,
o diventerai cieca per l'immensità
non sai, ma sei tenace.
Se anche ti annientassero per strada,
il tuo stesso partire
è già un punto d'arrivo.
Donna sola in cammino.
Eppure vai avanti.
Eppure non ti fermi.
Nessun uomo può
essere così solo
come una donna sola.
Il buio davanti a te cala
una porta chiusa a chiave.
E non parte mai, di notte
la donna sola in cammino.
Ma il sole come un fabbro
schiude i tuoi spazi all'alba.

Tu cammini però anche nell'oscurità
e non ti guardi intorno con timore.
E ogni tuo passo
è un pegno di fiducia
verso l'uomo nero
col quale a lungo ti hanno impaurita.
Risuonano i passi sulla pietra.
Donna sola in cammino.
I passi più silenziosi e arditi
sulla terra umiliata,
anche lei
donna sola in cammino.

1965

(da Tempo inverso, 1966 – Traduzione di Valeria Salvini)

.

La poesia di Blaga Dimitrova dice già tutto: è un grido che parte dalla vulnerabilità delle donne in un mondo maschile e che termina con un rinnovato segno di consapevolezza e di sfida verso un necessario cambiamento, un cambio di passo che deve essere attuato quanto prima e ogni giorno e non soltanto ricordato nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

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Blaga Nikolova Dimitrova (Bjala Slatina, 2 gennaio 1922 – Sofia, 2 maggio 2003), poetessa, scrittrice e politica bulgara, vicepresidente della Bulgaria dal gennaio 1992 al luglio 1993. Nel tempo la sua poetica passò da tematiche sentimentali che la portarono a scrivere prevalentemente liriche d'amore ad un maggiore impegno sociale e politico.

da https://cantosirene.blogspot.com/


domenica 24 novembre 2024

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


 25 NOVEMBRE- GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Anche quest’anno l’Amministrazione regionale sostiene, mediante la concessione di contributi, progetti di “iniziative speciali” che riguardano l’ambito del contrasto alla violenza di genere nei confronti delle donne e la realizzazione di una o più iniziative di sensibilizzazione territoriale sul tema. Le iniziative devono svolgersi in corrispondenza o in prossimità della data del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e devono avere le caratteristiche di eventi pubblici (convegni, workshop, installazioni o spettacoli) da svolgersi in massimo 6 giornate, anche non consecutivi.

DAL 23 AL 25 NOVEMBRE TORNANO LE BANCARELLE DI SANTA CATERINA IN PIAZZA ...

La Fiera di Santa Caterina di Udine è la più antica della città ancora in vigore e tra le più antiche d’Italia. Fu infatti il Patriarca Marquardo di Randeck che il 4 novembre 1380 concesse a Udine di tenere una fiera in onore di Santa Caterina, per 5 giorni dal 24 novembre in poi. In precedenza si teneva nell’omonima località alla periferia di Udine, oggi in comune di Pasian di Prato. La fiera era dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, martire del IV secolo (si presume che le sue date siano 287 – 304) che, secondo il martirologio cristiano, fu decapitata da Massimino Daia per non aver sacrificato animali agli dei ed essere miracolosamente scampata ad una prima tortura.

Il luogo dove si svolgeva la Fiera era come detto la località che ancora oggi viene chiamata Santa Caterina, presso il Cormôr, a ovest della città. Nel 1485 il Luogotenente Contarini la spostò all’interno delle mura della città e probabilmente già nel luogo dove si svolge ancora oggi. Infatti, il 2 novembre 1499, una nota fa menzione della fiera di Santa Caterina, indicando in Giardin Grande, l’attuale piazza I Maggio, come il “loco consueto” della fiera.

A quanto si conosce, non si tenne solamente nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, a causa dell'occupazione austro-tedesca, dopo la famosa “rotta di Caporetto”, che avvenne alla fine dell’ottobre di quell’anno.

Questa tradizione si è perpetuata sino ai giorni nostri, culminando ogni 25 novembre. Fino metà degli anni Ottanta del secolo scorso, in piazza oltre alle bancherelle venivano anche i “baracconi”, giostre di vario tipo che creavano un luna park in città per l’intero mese di novembre. Oggi per ragioni di viabilità le giostre sono state spostate presso lo stadio Friuli, ai Rizzi.

Le bancherelle propongono ogni genere di merce e di dolciumi, che negli anni sono state integrate da proposte anche di altre regioni ed esotiche. Tipici sono gli acquisti degli “accessori” dell’inverno: sciarpe, guanti, cappelli, ombrelli.

A scuola ci davano i biglietti gratis per le giostre,una mia compagna di scuola è rimasta invalida per un incidente sugli autoscontri.

Mia mamma non voleva andarci più dopo il furto del portafoglio,per fortuna quasi vuoto. 

sabato 23 novembre 2024

LIBRI: Il ricordo di un sogno

 


Il ricordo di un sogno è la storia scompigliata e selvaggia di una famiglia che continua a vagare, in cui risuona un’irruenza non priva di dolore ma sempre gioiosa, con la certezza assoluta che solo in un confronto perenne con il passato possiamo ridisegnare nuove potenzialità di vita.


Più di cinquant’anni fa una bambina trova una foto nascosta in un baule pieno di vestiti e comincia a fare domande a sua madre. "Dimmi cosa ti è successo, io sono qui. Raccontami, che io ti ascolto, e crederò a tutto quello che mi dici. Non avere paura del buio, io ci sono." È così che Bruna, la madre di Rosi, ascolta la storia della sua famiglia, delle sue donne e della loro sofferenza tramandata da generazioni. Poi a sua volta, moderna Sherazade, la racconta a sua figlia, passandole il testimone di un sogno che è quello di ricomporre la vicenda complicata di una famiglia dispersa, di ritrovarla anche solo nelle parole, di tenerla in vita anche solo nella scrittura. Seguendo il consiglio di Virginia Woolf di pensarci attraverso le nostre madri, Rosi Braidotti raccoglie una molteplicità di voci, attingendo a un archivio stratificato di fonti e mettendosi in viaggio per mezzo mondo. Ricostruisce da una parte «la piccola repubblica dei Braidotti», socialisti di Latisana, dall’altra il ramo fascista, tra Friuli, Austria e Cecoslovacchia. Il risultato è la storia suggestiva di una compagine di parenti che, da Buenos Aires all’Australia, testimoniano la dispersione che segna tante famiglie di italiani con la valigia, a dimostrazione di come l’identità sia sempre una fitta rete di relazioni, ricca di differenze, multipla, aperta e interconnessa. dal web 

Ho appena ascoltato alla radio dall'autrice la recensione.Mi ha incuriosito e ho pensato di proporvelo.

🐦 La LEGGENDA del PETTIROSSO - Una Storia di Natale 🎄⛄

Il pettirosso (Erithacus rubeculaLinnaeus, 1758) è un piccolo uccello passeriforme della famiglia dei Muscicapidae, in passato classificato come facente parte della famiglia dei Turdidae. È l'unica specie nota del genere Erithacus.

Come ogni anno anche nel mio giardino è arrivato il curioso pettirosso.

PERSONA E COMUNITA'.: Pane nostro, P. Matvejevic.

PERSONA E COMUNITA'.: Pane nostro, P. Matvejevic.: 🖊 Post di Rosario Grillo 📷 La fotografia di Predrag Matvejevic è tratta dal Corriere della sera/Cultura.  🎨 Le altre immagini riprodu...

giovedì 21 novembre 2024

Pordenone conquista il primo posto nella classifica BenVivere 2024.




 Friuli-Venezia Giulia tra le migliori regioni per qualità della vita. Il Friuli-Venezia Giulia si conferma una regione d'eccellenza per la qualità della vita, con Pordenone che conquista la prima posizione nella classifica del BenVivere 2024

PORDENONE
Di Godromil - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=392435
il duomo


UDINE-VIDEN



TRIESTE- TRST





GORIZIA- GORICA
SANT' IGNAZIO

FOTO DA WIKIPEDIA




CI VUOLE UN FIORE - di Sergio Endrigo - cantata da Rossana Ruffini - can...

mercoledì 20 novembre 2024

Giornata Nazionale degli Alberi il 21 novembre

 È stata istituita dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e riconosciuta con l'art. 1 della Legge 14 gennaio 2013. Questa legge ha abolito anche l'articolo 104 del Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, che prevedeva l'istituzione all'interno del Regno d'Italia di una giornata con analoghe finalità

Il suo scopo è promuovere la tutela dell'ambiente e la riduzione dell'inquinamento e la valorizzazione degli alberi e si affianca ad iniziative analoghe di alcune associazioni, come la festa dell'albero organizzata da Legambiente.

Nel 2015 il tema è stato l'alimentazione sostenibili, mentre nel 2016 il tema è stato l'erosione del suolo.

Dal 2015, su idea di attivisti del Movimento 5 Stelle di Reggio Emilia e Milano e Gianroberto Casaleggio è nata l’iniziativa di forestazione urbana partecipata “Alberi per il Futuro”. Realizzata in collaborazione con Comuni di ogni colore politico in occasione della “Giornata Nazionale dell’Albero”, prevede la messa a dimora di alberi in ogni città e relativa manutenzione per creare nuove fasce boscate, boschi urbani o potenziare parchi esistenti. Le piantumazioni partecipate con cittadini e associazioni, sono aperte a tutti ed avvengono senza l’esposizione di alcun simbolo politico, in quanto alberi e aria sono un bene comune di tutti. Nel 2020, Legambiente ha dato inizio alle azioni al progetto europeo Life Terra avente l'obbiettivo di piantare 500 milioni di alberi nei prossimi 5 anni.


Dal 2015 ad oggi sono stati messi 40.000 alberi e arbusti autoctoni di ogni Regione in oltre 200 città italiane.

Negli ultimi anni in Italia 2000 ettari di aree forestali vengono distrutte e rimpiazzate da cemento. Una perdita importante, se si considera che i terreni forestali sono i maggiori depositi di carbonio italiani, tanto che ogni ettaro contiene l’equivalente di mille tonnellate di CO2 sottratte dall’atmosfera. da wikipedia

Notizia terribile


 “Sono oltre 2.700 i casi di emergenza raccolti soltanto nel 2024 dal numero 114 del Telefono Azzurro, tra nuove tipologie di abusi sui minori e altre già incontrate nei 21 anni di operatività e di ascolto del servizio, ma con una costante: il silenzio che può fare da deterrente alla segnalazione, per la paura di non essere creduti o di affrontare lo stigma sociale correlato alla violenza."

E' quanto emerge dal Dossier Abuso 2024 presentato dalla Fondazione Telefono Azzurro nel corso dell'evento "Diamo voce al silenzio" 

da https://amici-in-allegria.blogspot.com/2024/11/abusi-sui-minori.html

Pacifista


 IO SONO PACIFISTA,ODIO CHI TIENE PER LA GUERRA,SONO ANTINAZISTA E ANTIFASCISTA,NON HO MAI OFFESO NESSUNO.

Scrivo in risposta a un mio follower straniero che continua ad accusarmi.Vivo in una repubblica democratica dove tutti possono esprimere il proprio pensiero.Lei invece forse crede a ciò che gli hanno imposto di dire.

VIVA LA LIBERTA'!!!

Citazione

 


Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi… La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.


Pier Paolo Pasolini 

martedì 19 novembre 2024

Giornata mondiale dei POVERI


 Il 19 novembre è la settima edizione della Giornata Mondiale dei Poveri. "Sollecitare la Chiesa a uscire dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi".

Nel 2023 erano poco più di 2,2 milioni le famiglie in povertà assoluta e quasi 5,7 milioni gli individui nella stessa condizione. Dai dati del recente report dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) sul fenomeno emerge la sostanziale stabilità della povertà assoluta rispetto al 2022.

Secondo quanto evidenziato dal documento, l’incidenza di povertà assoluta risulta pari all’8,4% tra le famiglie (8,3% nel 2022) e al 9,7% tra gli individui (come nell’anno precedente).

«Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), registrato anche nei due anni precedenti – si legge nel report -, l’impatto dell’inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. Nel 2023, la crescita dei prezzi al consumo è risultata, infatti, ancora elevata (+5,9% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA), con effetti che, tra l’altro, risultano più marcati proprio sulle famiglie meno abbienti».

Il valore più alto dell’incidenza di povertà assoluta familiare si registra nel Mezzogiorno (10,2%, ovvero 859mila famiglie), seguito dal Nord-ovest (8%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie).da https://www.minori.gov.it/it/notizia/poverta-italia-report-istat-0

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