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Qui si parla del Friuli multietnico, dei luoghi,foto,video curiosità,articoli dai giornali e tanto altro.E’ una regione a Statuto speciale tutelata dalla legge per le minoranze linguistiche che prevede cartellonistica plurilingue,leggi speciali,scuole con l’insegnamento delle lingue minoritarie,radio,Tv giornali ecc.

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I. Nievo

traduttore

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sabato 4 ottobre 2025

SALVATAGGIO A TANAMEA


 Faticosa operazione di salvataggio conclusa alle tre del mattino: soccorsi tre escursionisti nelle Prealpi Giulie

Lusevera (Ud)
Si sono concluse alle tre del mattino con il rientro alla base di tutti i soccorritori impegnati e dei tre escursionisti che erano in difficoltà a quota mille sulle Prealpi Giulie sopra Passo Tanamea/ Casera Pian di Mea dal 2 ottobre pomeriggio.
Una ventina i soccorritori accorsi sul posto attivati da Sores, tra Soccorso Alpino stazione di Udine - Gemona, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco, che hanno tutti partecipato alle operazioni in sinergia.
Intorno alle 22 del 2 ottobre alcuni soccorritori sono riusciti a raggiungere la persona che era più in difficoltà, bloccata in un ripido e impervio canale nei pressi di un rio e bloccata dalla spossatezza. I suoi due compagni di escursione, sulla sessantina d'età, friulani della Bassa, si trovavano una ventina di metri più in alto rispetto a lui su terreno boscato, perché si erano spostati per cercare di agganciare la rete telefonica e chiedere aiuto.
Faticose le operazioni di avvicinamento e di soccorso. I tecnici hanno dovuto cercare la via meno intricata per raggiungere l'uomo in difficoltà superando comunque terreni ripidi, rocciosi e coperti da vegetazione difficile, anche calandosi in alcuni tratti con le corde per essere più veloci e in sicurezza dato che ormai era sopraggiunto il buio.
Raggiunto l'uomo stremato e infreddolito, lo si è dovuto adagiare in barella e trasportarlo a spalle, assicurati con un sistema di paranchi con l'aiuto delle corde, per risalire e poi anche per ridiscendere, attrezzando una lunga corda fissa. I due compagni sono stati ugualmente assicurati ad una corda e tenuti a corda stretta perché riuscivano a proseguire con le proprie gambe la discesa.anche se stanchi.
I tre escursionisti avevano intrapreso il sentiero dello Starmaz e raggiunto la cima del Montemaggiore per poi percorrere la Cresta Ovest con l'obiettivo di scendere verso Passo Tanamea sul sentiero 711a. A quota 1100 circa avevano smarrito il sentiero entrando in un canale sopra Casera Menon finendo in un rio con balze rocciose troppo pericoloso per proseguire.
Nonostante la scarsissima copertura telefonica sono riusciti a comporre il 112 e fornire la propria posizione. L'imminente oscurità ha impedito l'impiego dell'elicottero.

giovedì 2 ottobre 2025

Per Taipana e Monteaperta c’è mons. Marco Visintini

 

I fedeli a Taipana/Verniki v Tipani
La chiesa di Monteaperta/Cerkev v Viškorši

OGGI IN SENATO


 OGGI IN SENATO

Due gli spunti per questa conferenza : le linee programmatiche per la scuola, dove le lingue minoritarie non sono state considerate, e la visita del Presidente Mattarella in Slovenia a settembre, dove con la Presidente Pirc Musar ha sottolineato il ruolo e l'importanza delle minoranze, quella italiana in Slovenia, quella slovena in Italia, che costituiscono il ponte più nobile tra i nostri due Paesi.
In Europa ci sono 50 milioni di cittadini che compongono il mosaico delle minoranze linguistiche, e anche nel nostro Paese rappresentano una ricchezza culturale, un ponte tra popoli e culture. Ci aspettiamo che anche il ministro Valditara recepisca questa realtà composita e ne faccia tesoro. Lo abbiamo ribadito oggi all'incontro "Lingua-lingue: specificità e ricchezza del nostro paese" che si è tenuto al Senato, alla presenza dell’ambasciatrice d’Albania presso la Santa Sede Majlinda Frangaj e dell’ambasciatore della Repubblica di Slovenia a Roma Matjaž Longar.
Relatori i linguisti professori Silvana Ferreri e Francesco De Renzo, docenti degli Atenei della Tuscia e di Roma "La Sapienza", e il prof.Domenico Morelli,
presidente del Comitato nazionale federativo Minoranze linguistiche d'Italia. Nel mio intervento introduttivo ho avuto modo di sottolineare come il pluriliguismo rappresenti un valore aggiunto nell'istruzione e nella formazione degli individui e delle comunità, ricordando la presenza nel Friuli Venezia Giulia della minoranza nazionale slovena e della presenza di mezzo milione di parlanti la lingua friulana oltre che di quella tedesca. Le scuole con lingue d'insegnamento slovena sono frequentate da un numero sempre maggiore di alunni e studenti non solo di famiglie slovene o bilingui ma anche da giovani di famiglie italiane che desiderano per i loro figli che imparino la lingua e la cultura della minoranza.

2 OTTOBRE festa dei nonni

 

  • C’è un nonno - R. Piumini

C’è un nonno in disparte
che gioca alle carte,
le gioca da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno in giardino
che beve del vino,
lo beve da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno per strada
non so dove vada,
cammina da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno che dorme
speriamo che in sogno
qualcuno ci sia
in sua compagnia

dal web


La festa dei nonni è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo, celebrata in onore della figura dei nonni e della loro influenza sociale. Tale ricorrenza non è festeggiata in tutto il mondo nello stesso giorno. In gran parte dei paesi l'evento è festeggiato nel mese di settembre o di ottobre.

In Italia la festa dei nonni ricorre il 2 ottobre, a norma della legge n. 159 del 31 luglio 2005.

Nella tradizione cattolica, i patroni dei nonni sono i santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria e nonni materni di Gesù, che vengono celebrati il 26 luglio: proprio in relazione a tale ricorrenza, papa Francesco ha stabilito che ogni quarta domenica di luglio si tenga in tutta la Chiesa la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

Storia

La festa dei nonni è stata creata negli Stati Uniti d'America nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, una casalinga della Virginia Occidentale, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade incominciò a promuovere l'idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, come obiettivo fondamentale per l'educazione delle giovani generazioni, la relazione con i loro nonni.wikipedia

BUONA FESTA DEI NONNI

mercoledì 1 ottobre 2025

A Tanatcason per dormire sotto le stelle di La AleGra

 «Quando fate rientro potreste incontrare il cervo, sulla stradina tra gli alberi. Lo si vede spesso da settembre». Graziella lo dice sorridendo, come se parlasse di un vicino di casa.

martedì 30 settembre 2025

DON RENZO CALLIGARO

 

 Domenica 21 settembre Don Renzo Calligaro ci ha accolto con un sorriso. Non potrà più venire in chiesa per   problemi di salute. È stato sacerdote   per oltre 50 anni. Ci ha insegnato ad amare il nostro Paese, la nostra lingua e la nostra cultura. Ci ha insegnato ad essere più misericordiosi e saggi. Ha aiutato bambini e giovani a percorrere il cammino della vita senza paura.

Grazie-Hvala don Renzo per tutto quello che hai fatto.Siamo fortunati ad averti con noi!!

Dopo oltre 50 anni di servizio nella valle del Torre don Renzo Calligaro purtroppo lascia la Val Torre per motivi di salute. Il viaggio verso Bardo e Zavarh è diventato troppo faticoso per continuare il suo lavoro. La notizia, che ha profondamente rattristato la comunità locale, essendo stato una persona molto importante per diverse generazioni di residenti e un vero maestro di vita per molti giovani, è stata annunciata ai fedeli durante la sua ultima messa a Bardo e Zavarh, domenica 21 settembre. Ora continuerà il suo servizio pastorale come cappellano vicino alla sua casa di Buia.

Durante la sua ultima messa a Bardo, disse di avere una sola richiesta prima di andarsene, proprio come aveva fatto l'arcivescovo Battisti a suo tempo, ovvero che la gente del posto continuasse a unirsi e a pregare, anche senza un sacerdote – perché in realtà ce ne sono troppo pochi o nessuno, come lui stesso scoprì – e che dovessero confidare in Dio. Durante la sua ultima messa, parlò anche della necessità di connettersi e vivere nell'amore di Dio, dell'importanza di un cuore puro, della libera espressione e mise in guardia dal pericolo di creare tensioni e divisioni.

Nella valle della Terska dolina non sanno ancora quando e se avranno un nuovo pastore, ma sono decisamente decisi a seguire le istruzioni del signor Calligaro, così da riunirsi sotto la guida dei lettori dei testi liturgici o del Vangelo.

Era il 1973 quando il signor Renzo Calligaro, che era stato ordinato sacerdote quattro anni prima, giunse in Valle de Torre .Da allora si è preso cura spiritualmente dei parroci delle parrocchie del Bardo e dello Zavrh, ma ciò che è ancora più importante è che fin dall'inizio ha sottolineato con determinazione l'importanza delle radici della comunità locale e si è sforzato di preservare il dialetto sloveno nativo in queste aree, il canto liturgico sloveno e la preghiera slovena (ha sostenuto la traduzione dei testi liturgici nel dialetto della Valtorre). Imparò anche la lingua slovena, cosa insolita per i sacerdoti italiani e friulani. Con lui, la parola slovena è tornata nella chiesa di queste parti dopo più di un secolo, per la quale ha ricevuto opposizione e persino minacce, ma non si è mai arreso.




https://novimatajur.it/

lunedì 29 settembre 2025

PROVERBIO FRIULANO


 "San Michêl la cistine tal fosêl", che significa "Per San Michele (il 29 settembre) la castagna è nella buccia"


Per preparare le castagne al forno, per prima cosa controllate le castagne e selezionate solo quelle perfettamente integre. Mettetele in ammollo per almeno 2 ore in acqua a temperatura ambiente. In questo modo, una volta cotte, si sbucceranno più facilmente. Scolatele, asciugatele e incidetele con la lama di un coltellino affilato o utilizzando l'apposito attrezzo




 



LE MELE

 


Il melo: varietà tiranne, autoctone e resistenti

di Raffaele Testolin
Uno studio condotto sui testi della letteratura scientifica ha portato alla identificazione di circa 7.000 varietà di melo formalmente descritte nel mondo.
Nonostante la sicura presenza di sinonimie, si tratta di una collezione di materiale genetico imponente. Molto di questo materiale è andato perduto nel tempo. Inoltre, il mercato mondiale ha cominciato a privilegiare poche varietà, che i costitutori di nuove varietà ottenevano privilegiando pochi genitori.
Un’analisi dettagliata dei pedigree disponibili per molte varietà di melo ha messo in evidenza che 5 gruppi varietali - ‘Golden delicious’ e golden-simili, ‘Red delicious’ e i suoi numerosi mutanti, ‘Royal Gala’, ‘Granny Smith’ e ‘Fuji’, per di più imparentati tra loro - rappresentavano da soli il 58% della produzione mondiale di mele. Questi dati mostrano le conseguenze negative dell’eccessivo uso di pochi genitori negli incroci.
La situazione migliora sensibilmente negli ultimi decenni. Vengono recuperate vecchie varietà, cioè le varietà autoctone diffuse in molti paesi e che piacciono molto ai nostalgici dei vecchi sapori, ma vengono recuperate soprattutto varietà che portano resistenze alle principali malattie (ticchiolatura, oidio, cancro dei rami, colpo di fuoco batterico ecc.). Vengono avviati programmi di incrocio e selezione in una ventina di Paesi da un centinaio di Istituzioni pubbliche e società private e ogni anno – si stima – vengono valutate 200 mila nuove piante di melo ottenute per incrocio.
Il melo è una specie di climi temperato-freddi. Sono poche le specie da frutto di questi climi. Potremmo dire, scherzando, che il Padreterno è stato meno generoso con le popolazioni che vivono nella fascia temperata del mondo, concedendo loro poche specie da frutto coltivabili. Il melo è certamente la più importante, con 60 milioni di tonnellate di frutti prodotti nei due emisferi – nord e sud del mondo. Possiamo guardare al futuro del melo con un certo ottimismo, sperando che non tornino alla ribalta amministratori insipienti, come quelli che hanno bastonato le Certosa di Parigi subito dopo la rivoluzione francese.
da vita nei campi

domenica 28 settembre 2025

IL PANE


Il pane
di Valter Zucchiatti
DA VITA NEI CAMPI
Parliamo ancora del pane, impiegato però in preparazioni dolci. Come ho detto in altra occasione, per noi occidentali il pane è sacrosanto, fragrante appena sfornato con qualsiasi companatico (dalla ricotta alla nutella, anche se il paragone non mi piace), oppure secco da utilizzare in mille altre preparazioni, dai crostini agli gnocchi. Oggi propongo tre ricette della torta di pane.
Torta di pane di segale dei conti Caiselli di Udine (primi anni dell’Ottocento): mescolare a lungo 12 tuorli e 8 albumi in 480 g di zucchero e 240 di mandorle tritate, 240 di pane di segale grattugiato, setacciato e inzuppato in un liquore a scelta, scorze di limone, qualche chiodo di garofano e cannella: amalgamare il tutto e aggiungere i restanti 4 albumi sbattuti a neve. Ungere lo stampo con burro e pangrattato e cucinare in forno a 170°.
La seconda ricetta si trova nel quaderno di una famiglia di Moggio Udinese scritta nel 1913, che ho avuto grazie alla cortesia dell’amica Silvia Lucca: 8 rossi d’uovo, 60 g zucchero, si mischia insieme per cinque minuti, si aggiunge centesimi 30 di rosolio (non saprei a quanto corrisponde nel sistema decimale, per cui è bene fare delle prove), un po’ di pane con due stanghette di ciocolata, poi dei bianchi si fa la neve e si miscia tutto insieme finché è ben corporato, poi si mette subito nello stampo ben unto.
L’ultima l’ho ereditata da mia madre, che a sua volta l’aveva ricevuta dal quotidiano passaparola fra casalinghe.
Ingredienti: 300 g di pane raffermo grattato, ¾ lt di latte tiepido, 2 uova, 100 g di burro, 20 amaretti pestati, la buccia grattata di un limone, 50 g di uvetta sultanina ammollata nell’amaretto e strizzata, alcune prugne e fichi secchi tagliati a pezzettini, 30 g di pinoli, 5 cucchiai di zucchero, un pizzico di sale, una bustina di lievito, burro q.b. per ungere. Bagnare il pane con il latte, strizzarlo e amalgamarvi gli altri ingredienti, versare in una ciambella per budino o in una tortiera della giusta misura unti con il burro e il pangrattato, e infornare a 180° per 45-50 minuti.
Ricordo ancora il pomeriggio di un sabato del 1971, quando studiavo per gli esami di maturità. Nel soggiorno eravamo in due, io e il piatto con la torta di pane ormai fredda cucinata in mattinata e che mi invitava con insistenza ad assaggiarla, cosa che ovviamente non rifiutai, ma quando verso le cinque nella stanza entrò mia madre per prenderla trovò il piatto vuoto e ripulito. In meno di due ore l’avevo fatta fuori.

LA GUERRA DEL LUPPOLO

 CIN  CIN      ALLA   SALUTE     NA  ZDRAVJE


Nel Medioevo la guerra del luppolo

di Vladimiro Tulisso
Il Medioevo rappresenta un'epoca fondamentale per l'evoluzione della birra, trasformandola da semplice bevanda fermentata a prodotto raffinato. I monasteri furono i veri protagonisti di questa rivoluzione. I monaci benedettini, cistercensi e di altri ordini, non solo perfezionarono le tecniche di produzione, ma documentarono meticolosamente ogni processo. Avevano tempo, pazienza e, soprattutto, accesso all'acqua pulita delle sorgenti montane. Questo vantaggio tecnico, unito alla necessità di produrre birra per il sostentamento della comunità, li portò a diventare i migliori birrai del loro tempo.
L'introduzione del luppolo – una pianta erbacea rampicante imparentata con la cannabis - rappresenta forse l'innovazione più importante del periodo medievale. Prima dell'anno Mille, la birra veniva aromatizzata con una miscela di erbe chiamata "gruit", che includeva mirto, rosmarino, bacche di ginepro e altre spezie. Il luppolo, inizialmente utilizzato in Germania, rivoluzionò la produzione per due motivi fondamentali: conferiva un sapore amaro che bilanciava la dolcezza del malto e, soprattutto, possedeva proprietà conservative naturali che permettevano alla birra di durare molto più a lungo.
La diffusione del luppolo non fu immediata né pacifica. Esistevano veri e propri "monopoli del gruit" controllati da autorità ecclesiastiche e civili che traevano profitto dalla vendita delle miscele di erbe. L'introduzione del luppolo minacciava questi guadagni, scatenando quella che gli storici chiamano "la guerra del luppolo", che durò quasi due secoli.
In quel periodo nacquero anche le prime corporazioni di birrai, organizzazioni che regolavano la produzione, stabilivano standard di qualità e proteggevano i segreti del mestiere. A Monaco, già nel 1363, esisteva una corporazione che stabiliva regole precise per la produzione di birra, anticipando quella che, nel 1516, sarebbe diventata la famosa legge della purezza bavarese.
La birra medievale era diversa da quella moderna: più densa, meno alcolica e spesso torbida. Veniva consumata tiepida e rappresentava un alimento fondamentale, soprattutto durante i lunghi inverni quando frutta e verdura scarseggiavano. Un adulto medievale consumava in media 3-4 litri di birra al giorno, considerando che l'acqua era spesso non potabile.
da vita nei campi