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Qui si parla del Friuli multietnico, dei luoghi,foto,video curiosità,articoli dai giornali e tanto altro.E’ una regione a Statuto speciale tutelata dalla legge per le minoranze linguistiche che prevede cartellonistica plurilingue,leggi speciali,scuole con l’insegnamento delle lingue minoritarie,radio,Tv giornali ecc.
Prossenicco, frazione di Taipana, ha vissuto sabato 16 agosto una giornata importante nella sua estate contrassegnata, come in molti dei paesi delle Valli del Cornappo e delle vallate vicine, dal ritorno delle persone che vivono altrove ma lì hanno ancora una casa. Nel pomeriggio è stata infatti inaugurata una casa-museo, voluta dalla Pro loco Amici di Prossenicco (una delle due Pro loco del paese). Artefici della raccolta museale, davvero piena di fotografie, oggetti e testimonianze che raccontano la vita del paese di un tempo (“Quello che troverete qui è ciò che ci è stato raccontato, tramandato, vissuto, attraverso le chiacchiere all’osteria o nei racconti sussurrati al caldo di uno spoiler.
Storie che sono passate di bocca in bocca, da una generazione all’altra, magari cambiate un po’ con il tempo, ma sempre piene di quel calore che solo il racconto orale sa dare” si legge in uno scritto all’entrata del museo), sono Gregorio Simiz, presidente della Pro loco, e Loris Serafini. “Vogliamo far conoscere la storia di un paese dove, chi più chi meno, tutti sono emigrati” ha detto il primo durante l’inaugurazione. E infatti una sala è dedicata proprio al tema dell’emigrazione, mentre altre raccontano la vita contadina, la scuola, i momenti di festa, il terremoto del 1976. Serafini da parte sua ha sottolineato come il progetto sia stato iniziato anni fa ma poi interrotto.Il problema era il luogo, infine trovato in una casa abbandonata da anni, acquistata e recuperata dallo stesso Serafini. Quindi la raccolta e l’esposizione di fotografie e documenti “per chiudere un cerchio, per ridare volto a un passato che ci appartiene”.
Dietro a questo c’è stato un grande lavoro e un importante impegno economico, tenuto conto che, ha tenuto a precisare Serafini, “non c’è stato alcun sostegno dell’amministrazione comunale, né economico né morale.” Un progetto che non è concluso ma continua, visto che altro materiale nel frattempo viene raccolto e che si pensa di aggiungere, alle scritte in italiano, quelle in inglese e soprattutto in sloveno.
Non tutte le piante che con i loro vivaci colori rallegrano il giardino iniziano ad appassire e spegnersi subito dopo il periodo estivo: le fioriture dei mesi più caldi cedono il passo a quelle dei settembrini, che proprio da questa caratteristica traggono il nome. Gli Aster Frikartii, nome scientifico di queste suggestive coltivazioni altamente decorative, offrono una fioritura abbondante in grado di creare suggestive macchie di colore all’interno del giardino. Altre specie di settembrini particolarmente diffuse sono Aster novae angliae e Aster novi belgi.Si tratta di piante perenni dai fiori simili a margherite, con centro dorati e petali che possono assumere diverse declinazioni del viola e del lilla. La coltivazione di tale piante può essere effettuata in modo molto semplice: questa caratteristica, unita all’impatto decorativo, fa dei settembrini piante molto diffuse nei giardini degli amanti dei colori e degli spazi aperti dall’aspetto naturale. Da tale diffusione deriva anche l’esistenza di molte varianti, con fiori di diversi colori, forme e dimensioni che possono incontrare e soddisfare i gusti di qualsiasi amante del giardinaggio. Le varie tipologie di astri derivano da progressive ibridazioni di astri originari diffusi nell’Europa centrale.
11 settembre inizio anno scolastico 2025/26, tutte le novità: dal voto in condotta agli smartphone, dall’arresto per chi aggredisce un insegnante al voto in condotta e maturità
Santa Teresa di Calcutta, nata Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, è stata una religiosa albanese naturalizzata indiana, fondatrice delle Missionarie della Carità. È conosciuta per il suo instancabile lavoro a favore dei poveri e dei malati nelle strade di Calcutta, che le valse il Premio Nobel per la Pace nel 1979.
Val Torre Villanova delle Grotte borgo Dolina (valle in sloveno) borgo con pochissimi abitanti.Qui non ci sono prospettive ,quasi tutti se ne sono andati in pianura dove c'è lavoro e comodità.Purtroppo questo è dovuto allo spopolamento delle nostre montagne.
Le Valli del Torre sono un'area geografica del Friuli orientale, situata nella parte centrale dell’arco delle Prealpi Giulie, attraversate dal corso del fiume Torre e dai suoi affluenti: lambiscono a sud gli abitati dell’alta pianura orientale a nord-est di Udine, risalgono ad est lungo le Valli del Natisone per definire poi il confine italo-sloveno, demarcando a nord la catena dei Monti Musi e la Val Resia e confinando ad ovest con il comprensorio del Gemonese.
Geografia fisica
Le valli del Torre si snodano dalle sorgenti del fiume Torre presso Musi di Lusevera, alle falde dei Monti Musi, fino a Tarcento e infine a Povoletto, aprendosi a ventaglio verso la pianura friulana, e in ognuna di esse corre un affluente del Torre e dove esso raggiunge il piano sorge un centro urbano, formando così un asse urbano che corre parallelo ai rilievi, da Tarcento a Torreano, attraverso Nimis, Attimis e Faedis. Assieme alle vicine Valli del Natisone, la zona (esclusi i comuni di Povoletto, Cassacco, Magnano in Riviera, e le frazioni non montane di Attimis, Faedis, Tarcento e Nimis) viene chiamata Slavia Friulana, o Slavia Veneta o ancora Slavia Italiana, oppure Benecía (dallo sloveno Benečija o Beneška Slovenija). Il territorio rientra in provincia di Udine e comprende i seguenti comuni: Attimis, Cassacco, Faedis, Lusevera, Magnano in Riviera, Nimis, Povoletto, Taipana, Tarcento.
Dopo tanti mesi di silenzio, domenica 27 luglio le campane di Antro/Landar hanno ripreso a suonare. Alla Messa di questa giornata, allietata dal battesimo del piccolo Damiano Zompicchiatti, che ha radici in paese, il parroco Alexandre Fontaine ha benedetto gli interventi strutturali effettuati sul campanile, ora dotato anche di nuove scale per raggiungere la cima.
Determinante è stato il contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia, che è intervenuta contribuendo con 120.000 euro. A esprimere soddisfazione è stato anche il sindaco di Pulfero/Podbuniesac, Camillo Melissa. Alla cerimonia, arricchita dai canti del coro Nediški puobi, sono intervenuti tra gli altri il presidente della Comunità di montagna Natisone e Torre, Antonio Comugnaro, e il sindaco di San Pietro al Natisone/Špietar, Cesare Pinatto.
Fuse a Novara cento anni fa, le tre campane della chiesa di Antro a ogni rintocco suonano in tre lingue. Su di esse, infatti, sono riportate iscrizioni in sloveno, latino e italiano. Sulla grande si può leggere: “Svet Silvester, svet Rok, svet Ivan Kerstnik, prosite Boga za nas – Jesu Christo Dei Filio, Regi regorum et Domino dominorum” (prima in sloveno: “San Silvestro, San Rocco, San Giovanni Battista, pregate Dio per noi” e poi in latino: “Gesù Cristo Figlio di Dio, Re dei re e Signore dei signori”); sulla mediana: “Strele in toče reši nas, Gospod – Ecce crucem Domini, fugite partes adversae, vicit leo tribu Judae” (prima in sloveno: “Proteggici dal fulmine e dalla grandine, Signore” e poi in latino “Ecco la croce del Signore, rifuggite le forze del nemico, vince il leone della tribù di Giuda”) e sulla piccola: “Daj jim Gospod večni mir in pokoj in večna luč naj jim sveti – Misericordias Domini in aeternum cantabo” (prima in sloveno: “Dona loro Signore l’eterna pace e riposo e splenda loro la luce perpetua” e poi in latino “Canterò in eterno la misericordia del Signore”).
Sul bordo di ogni campana, infine, un’iscrizione in italiano ricorda come il 24 maggio 1918 gli austriaci abbiano rimosso le campane, che sono state rifuse il 20 febbraio 1925 dal bottino di guerra, ossia ricavandole dai cannoni che gli italiani hanno sottratto all’esercito austriaco alla fine della prima guerra mondiale.
Piogge intense e temporali localmente forti si abbatteranno domani sul Friuli Venezia Giulia. Le previsioni dell’Osmer prevedono maltempo, alternato a fasi di tempo migliore su tutte le zone. A determinare un peggioramento dal punto di vista meteorologico sarà una vasta saccatura atlantica in avvicinamento da ovest con l’afflusso di correnti umide sudoccidentali in quota e da sud nei bassi strati. Valutando possibili criticità alla rete idrografica e di drenaggio urbano, con possibili interruzioni alla viabilità, la Protezione Civile ha diramato per martedì 2 settembre un’allerta gialla di 24 ore su tutte e 4 province. Si tratta della 18ima allerta meteo emessa da inizio anno.https://www.ilfriuli.it/cronaca/nuova-allerta-gialla-in-friuli-venezia-giulia/
Nella nebbia riposa ancora il mondo, sognano ancora il bosco e i prati. Presto vedrai, quando cala il velo, il cielo azzurro immutato e il vigor d’autunno del sopito mondo in caldo oro fluire.
(da Poesie, 1838 - Traduzione di Emilio Weidlich)
Poesia delicata che mi è piaciuta molto.
EDUARD MÖRIKE
. (Ludwigsburg, 8 settembre1804 – Stoccarda, 8 giugno1875) è stato uno scrittoretedesco. Tra i più importanti rappresentanti del Biedermeier tedesco fu autore di Lieder e Ballate scrisse I canti di Peregrina, Idillio del lago di Costanza, e il romanzo Il pittore Nolten. Conosciuto soprattutto per il racconto Mozart in viaggio verso Praga del 1856.
Krivapeta, la donna fata delle valli del Natisone. (in Friuli: Agane). Disegno a matita, colorato digitalmente. da fb
La Krivapeta è un personaggio mitico che compare nelle leggende raccontate dagli abitanti della Benecija. Essa non è una strega, ma viene rappresentata come una donna che vive isolata dalla gente, abita in grotte o anfratti, vicino ai torrenti, ed ha la particolarità di avere i piedi ritorti (con il tallone all'avanti e le dita dietro), difetto da cui prende origine il nome di Krivapeta (dallo sloveno kriv = curvo, ritorto e peta = tallone)...continua https://it.wikipedia.org/wiki/Krivapeta
**Krivapeta: La Magia dei Piedi Storti**
C'era una volta, nel cuore del Friuli, un piccolo villaggio delle Valli del Natisone. Qui, tra le verdi colline e i fiumi scintillanti, viveva una giovane fanciulla di nome Krivapeta. Fin dalla nascita, i suoi piedi erano storti, curvandosi in modo strano e affascinante. Gli abitanti del villaggio la guardavano con curiosità e un pizzico di pietà, ma Krivapeta non si curava delle dicerie; la sua anima era pura e la sua mente piena di sogni.
Krivapeta abitava in una casetta di legno, circondata da fiori selvatici e alberi secolari. Ogni mattina, mentre il sole sorgeva sul panorama montano, amava passeggiare nel bosco vicino. Ma nonostante la bellezza della natura, la fanciulla sentiva spesso di essere diversa, come se i suoi piedi storti la rendessero incapace di appartenere a quel mondo incantato.
Un giorno, mentre esplorava un sentiero poco battuto, Krivapeta si imbatte in una vecchia strega, avvolta in un mantello di foglie secche. La strega, vedendo i piedi storti della fanciulla, sorrise con dolcezza e le disse: "Krivapeta, i tuoi piedi ti portano là dove il tuo cuore desidera andare, ma tu devi imparare a vedere la magia che hai dentro di te."
Sorpresa e incuriosita, la fanciulla chiese alla strega come potesse scoprire questa magia. La strega le rivelò che ogni notte, quando la luna era piena, doveva danzare nel bosco, permettendo ai suoi piedi di muoversi liberamente. Solo così avrebbe potuto svelare il potere misterioso che risiedeva in lei.
Da quel giorno, Krivapeta attende con ansia la luna piena. Quando finalmente giunse, indossò un vestito semplice ma luminoso e corse nel bosco. Con il cuore leggero iniziò a danzare. I suoi piedi storti si muovevano con grazia, creando un ritmo magico che risuonava tra gli alberi. La luce della luna avvolse la fanciulla e, come per incanto, la natura si animò: farfalle danzatrici la circondarono e gli alberi iniziarono a gemere melodiosamente.
Krivapeta danzò finché l'alba non cominciò ad alzarsi. Quando si fermò, si accorse che i suoi piedi non erano più storti. Erano diventati perfettamente dritti, ma non era solo questo il cambiamento. Il suo cuore aveva assorbito la magia della danza, e ora sentiva di poter comunicare con gli animali e comprendere il linguaggio degli alberi.
Tornata al villaggio, Krivapeta usò il suo nuovo potere per aiutare gli abitanti, portando gioia e armonia. Non si preoccupava più del giudizio altrui; aveva scoperto che ciò che la rendeva unica era anche la sua forza. Con il tempo, i villaggi compresero che la vera bellezza risiedeva nell'essere autentici, e Krivapeta divenne un simbolo di speranza e magia per tutti.
E così, tra le meraviglie della natura friulana, la fanciulla dai piedi storti ha continuato a brillare, dimostrando che anche le persone che si sentono diverse possono diventare straordinarie, grazie alla magia che portano dentro di sé.
Anche in Val Torre il pust sta per fare ritorno e non può certo mancare a Lusevera/Bardo e Micottis/ Sedlišča.
Praticata nei secoli, la tradizione del carnevale tradizionale della Val Torre fu interrotta negli anni Cinquanta del secolo scorso, in conseguenza dell’altissimo tasso di emigrazione della popolazione.
Circa trent’anni dopo, all’inizio degli anni Ottanta, fu ripresa nella forma e nei modi praticati ancora oggi.
Sabato, 22 febbraio alle ore 17.30. alla Nova coop di Lusevera saranno richiamati alla memoria quei primi anni di rinascita della tradizione, attraverso la proiezione del filmato in Super 8 girato da Benito Sinicco in occasione di una delle prime edizioni del pust di epoca moderna, quella del 1982. La proiezione si svolgerà nell’ambito del progetto «Terski film festival», che vede il Centro ricerche culturali di Lusevera collaborare con molte altre realtà del territorio regionale e non solo. Nella lista, molto ricca, ci sono Università di Udine, Fondazione Home movies, Kinoatelje, Società alpina friulana, Fogolâr furlan di Adelaide, Slovenci po svetu, Pro loco Prossenicco Aps, Pro loco Platischis-Plestišča, Mi smo tu, Dmo Benečija e Inštitut za slovensko kulturo. L’iniziativa, che vede anche il patrocinio dei Comuni di Savogna/ Sauodnja e Taipana/Tipana, si svolge col sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Come annunciato dal Museo etnografico di Lusevera/Bardo, poi, il programma dei festeggiamenti di carnevale in Val Torre sarà molto ricco e si svolgerà in sinergia con altre zone della Benecia. Sabato, 15 febbraio, a Lusevera è in programma un incontro tra le maschere di carnevale tradizionali del paese, quelle di Stregna/Sriednje e quelle di Resia/Rezija.
Anche in Val Torre il pust sta per fare ritorno e non può certo mancare a Lusevera/Bardo e Micottis/ Sedlišča.
Praticata nei secoli, la tradizione del carnevale tradizionale della Val Torre fu interrotta negli anni Cinquanta del secolo scorso, in conseguenza dell’altissimo tasso di emigrazione della popolazione.
Circa trent’anni dopo, all’inizio degli anni Ottanta, fu ripresa nella forma e nei modi praticati ancora oggi.
Sabato, 22 febbraio alle ore 17.30. alla Nova coop di Lusevera saranno richiamati alla memoria quei primi anni di rinascita della tradizione, attraverso la proiezione del filmato in Super 8 girato da Benito Sinicco in occasione di una delle prime edizioni del pust di epoca moderna, quella del 1982. La proiezione si svolgerà nell’ambito del progetto «Terski film festival», che vede il Centro ricerche culturali di Lusevera collaborare con molte altre realtà del territorio regionale e non solo. Nella lista, molto ricca, ci sono Università di Udine, Fondazione Home movies, Kinoatelje, Società alpina friulana, Fogolâr furlan di Adelaide, Slovenci po svetu, Pro loco Prossenicco Aps, Pro loco Platischis-Plestišča, Mi smo tu, Dmo Benečija e Inštitut za slovensko kulturo. L’iniziativa, che vede anche il patrocinio dei Comuni di Savogna/ Sauodnja e Taipana/Tipana, si svolge col sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Come annunciato dal Museo etnografico di Lusevera/Bardo, poi, il programma dei festeggiamenti di carnevale in Val Torre sarà molto ricco e si svolgerà in sinergia con altre zone della Benecia. Sabato, 15 febbraio, a Lusevera è in programma un incontro tra le maschere di carnevale tradizionali del paese, quelle di Stregna/Sriednje e quelle di Resia/Rezija.
Maschere al pust di Micottis/Sedlišča
Il sabato successivo, 22 febbraio, sempre a Lusevera come già annunciato sarà proiettato il filmato di Benito Sinicco «Pust 1982». Il giorno dopo, invece, si svolgerà un’escursione per vedere come il pust farà ritorno a Uccea/Učja. In contemporanea, da venerdì 21 a domenica 23 febbraio, sarà festa per il pust anche a San Pietro al Natisone/Špietar.
Particolarmente intensi saranno i festeggiamenti del carnevale tradizionale a Resia. Coordinati dalla locale Pro loco, si svolgeranno da giovedì 27 febbraio a mercoledì 5 marzo.
Sabato 1 marzo, invece, alle 8.30 si andrà in escursione con la Pro loco Valli del Natisone – Tourist information, alla scoperta del pust di Rodda/Ruonac. E nel pomeriggio della stessa giornata, dalle 14.30, il carnevale delle Valli del Torre riprenderà vita anche a Micottis.
Domenica, 2 marzo, infine, il pust si risveglierà a Montefosca/Čarni varh, paese della Slavia particolarmente noto per le maschere dei blumarji.(Luciano Lister)
Il sabato successivo, 22 febbraio, sempre a Lusevera come già annunciato sarà proiettato il filmato di Benito Sinicco «Pust 1982». Il giorno dopo, invece, si svolgerà un’escursione per vedere come il pust farà ritorno a Uccea/Učja. In contemporanea, da venerdì 21 a domenica 23 febbraio, sarà festa per il pust anche a San Pietro al Natisone/Špietar.
Particolarmente intensi saranno i festeggiamenti del carnevale tradizionale a Resia. Coordinati dalla locale Pro loco, si svolgeranno da giovedì 27 febbraio a mercoledì 5 marzo.
Sabato 1 marzo, invece, alle 8.30 si andrà in escursione con la Pro loco Valli del Natisone – Tourist information, alla scoperta del pust di Rodda/Ruonac. E nel pomeriggio della stessa giornata, dalle 14.30, il carnevale delle Valli del Torre riprenderà vita anche a Micottis.
Domenica, 2 marzo, infine, il pust si risveglierà a Montefosca/Čarni varh, paese della Slavia particolarmente noto per le maschere dei blumarji.(Luciano Lister)
Nella Chiesa cattolica la Domenica di Settuagesima è celebrata circa settanta giorni prima della Domenica di Pasqua e segna l'inizio del cosidetto Tempo di Settuagesima (o Tempo di Carnevale), un periodo di preparazione alla Quaresima, in cui si inizia l'astinenza dalle carni nei giorni feriali. Pertanto il Carnevale 2025 inizia il 16/02/2025.
Quando finisce il Carnevale 2025?
Il Carnevale termina quaranta giorni prima della Domenica di Pasqua con il Martedì Grasso. Il giorno successivo, conosciuto come il Mercoledì delle Ceneri segna l'inizio della Quaresima, un periodo in cui i fedeli si astengono dal mangiare carne nei giorni feriali. Quindi il Carnevale 2025 finisce il 04/03/2025.dal web
Il pettirosso è amico dei taglialegna e di tutti coloro che frequentano il bosco. Basta un colpo d’accetta o di roncola, o stendersi a riposare sotto un albero e il pettirosso appare a tenere compagnia al nuovo venuto.
(Mauro Corona)
Anche sul mio balcone è tornato il pettirosso curioso e timoroso.Mi diverto ad osservarlo e fa compagnia alla mia solitudine.Olgica