Cerca nel blog

mio motto

mio motto
mio motto

ora/ura

Powered by DaysPedia.com
Time in %PlaceName now

post recenti

n °visitatori

meteo Cividale

Meteo Cividale del Friuli CIVIDALE (UD)

chi sono

La mia foto
Pordenone, Italy
Più lingue conosci più vali! (proverbio sloveno)

pallone aerostatico

pallone aerostatico
benvenuti a casa mia!

traduttore

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *

seguimi

seguimi
ISCRIVITI

Lettori fissi-grazie❤️

commenti recenti

IVAN TRINKO

IVAN TRINKO
padre della Benecia

domenica 5 gennaio 2025

La leggenda della bora





 Impossibile non menzionare la Bora parlando di questa bellissima regione, che ospita la straordinaria città di Trieste. Proprio su questo forte vento, che influisce pesantemente sul clima locale, c’è una famosa leggenda.

Vento padre dei venti, che era solito girare il mondo in compagnia dei suoi figli. Tra questi vi era Bora, la più bella. Un giorno giunsero ad un altopiano verdeggiante, che ripido scendeva verso il mare. La bella Bora cominciò a giocare con le nuvole, allontanandosi dal padre e dai suoi fratelli. Trovò una caverna e senza alcun timore, proprio come un bimbo che gioca immerso nella natura, vi entrò. Fu così che incontrò un uomo, essere che Bora non aveva mai visto prima: si trattava dell’argonauta Tergesteo. Fu amore a prima vista. I due giovani vissero felici in quella grotta sette giorni di amore e di travolgente passione.

Bora non avvisò il padre Vento, che preoccupato aveva già iniziato a cercare la prediletta figlia. Dopo alcuni giorni di ricerche la trovò e vedendola abbracciata a Tergesteo si arrabbiò a tal punto che si scagliò contro l’uomo, lo gettò con violenza contro le pareti della grotta, uccidendolo. Bora scoppiò in un singhiozzo talmente disperato che ogni sua lacrima iniziò a trasformarsi in pietra. Fu così che il prato verde dell’altopiano venne completamente ricoperto da un manto di pietre: ecco spiegata anche la formazione del Carso, da un punto da un punto di vista leggendario.

l padre Vento ordinò a Bora di ripartire, ma lei distrutta dal dolore non ne volle sapere. Così Odino ordinò a Vento di ripartire da solo e di lasciare la figlia nel luogo che aveva visto nascere e morire il suo grande amore. Madre Natura, dispiaciuta per la morte di Tergesteo fece nascere il sommacco, che da allora colora di rosso l’autunno carsico. È stato il sangue del giovane ad impietosire Madre Natura.

Mare ordinò a Onde di ricoprire il corpo di Tergesteo di conchiglie, stelle marine e alghe, dando vita, nel tempo, ad una collina sulla quale gli uomini costruirono un Castelliere, che, ingrandendosi, divenne città chiamata Tergeste in ricordo di Tergesteo, oggi Trieste. Ancora oggi Bora si trova qui perché Terra le concesse di regnare sul luogo della sua disperazione e Cielo di rivivere ogni anno alcuni giorni del suo amore: sono proprio questi i giorni in cui la bora soffia impetuosa. Oggi, si parla di bora “chiara” quando Bora è fra le braccia del suo amore; “scura” quando attende di incontrarlo.

dal mio vecchio blog

https://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/7295/leggende-del-friuli-venezia-giulia/#La_leggenda_della_Bora




sabato 4 gennaio 2025

DAN EMIGRANTA 6 GENNAIO 2025 A CIVIDALE


  Nel giorno dell’Epifania, alle ore 15. nel teatro “Ristori” a Cividale, avrà luogo la 61ª edizione del “Dan emigranta”, la più grande e più importante manifestazione degli sloveni di Benecia, Resia e Valcanale, nella quale si fa il punto della situazione della minoranza slovena in provincia di Udine, presentandone i successi, le difficoltà e le attese. La organizzano la Confederazione delle organizzazioni slovene (Sso) e l’Unione economico-culturale slovena (Skgz) sotto il patrocinio del Comune di Cividale. A nome delle organizzazioni slovene parlerà Anita Bergnach dell’associazione “don Eugenio Blanchini”. Interverrà anche Stojan Pelko del comitato organizzatore di “Nova Gorica-Gorizia 2024”. Canteranno il gruppo vocale della scuola bilingue e il duo “Gushi”. La compagnia teatrale della Benecia porterà in scena la commedia “Oštarica”, versione in dialetto sloveno beneciano di “Die Wirtin” del drammaturgo austriaco Peter Turrini. 

dal dom

Riti epifanici in Friuli

  


La messa dello spadone è una celebrazione liturgica rituale che si svolge ogni anno il 6 gennaio nel duomo di Cividale del Friuli.

Questo rito, unico nel suo genere, ha origine nel 1366, ai tempi del patriarca Marquardo di Randeck (1296 – 1381) ed era volto ad affermare il potere spirituale, militare e civile conferito dall’imperatore al patriarca sulla Patria del Friuli.

Il decano del capitolo di Cividale, che per l’occasione porta un elmo piumato (una riproduzione, l’originale è andato perso nel settecento), regge una spada con la quale saluta il popolo vibrando tre colpi in aria, per poi riporla nel fodero. La spada, lunga 109 cm, è quella che fu donata dai cividalesi al patriarca al suo ingresso in città, sull’elsa reca la scritta AN MCCCLXVI DIE VI IUL TEM. RE MARQUARDI PATR.

La messa viene celebrata in latino ed è accompagnata da antichi canti aquileiesi. La messa è seguita poi da un corteo storico medievale, al quale prendono parte i figuranti del Palio di San Donato, rievocazione storica medievale estiva che si tiene a Cividale del Friuli ogni anno.

In quest’occasione si riuniva il Parlamento della Patria del Friuli.

da wikipedia

Messa del tallero

da wikipedia


La messa del tallero, la cui origine risale probabilmente al medioevo, quando il Friuli era governato dal Patriarca, viene celebrata ogni 6 gennaio a Gemona.

Durante la funzione religiosa la comunità civile, rappresentata dal sindaco, alla fine di un corteo che parte da palazzo Boton, sede del comune, attraverso via Bini, arriva fino all’altare del duomo, dove offre un dono concreto alla comunità religiosa, nella persona dell’arciprete, nella forma di un tallero d’argento di Maria Teresa d’Austria coniato nel 1780, come segno di sottomissione del potere temporale a quello spirituale. Il rituale, celebrato proprio nel giorno dell’Epifania potrebbe anche simboleggiare i doni che i magi portarono a Gesù .

La prima testimonianza scritta del rituale, presente nell’Archivio di Stato di Udine, è del notaio Gio Maria Rossi, attivo a Gemona nella metà del XVIII secolo, il quale riporta che almeno dal 1760 “[I rappresentanti della comunità] il giorno dell’Epifania, venivano incensati doppo che si portarono all’altare al baccio della pace ed a fare offerta al reverendissimo signor arciprete“. Il rito è dunque precedente l’introduzione in Friuli della moneta oggi utilizzata (arrivata a Gemona probabilmente a seguito del Trattato di Campoformio e conseguente passaggio del Friuli all’Arciducato d’Austria), al posto della quale dovevano essere utilizzate altre monete.


A Bardo/Lusevera si allestisce il POLOVIN




Falò, Pignarûl, Foghera: l’Epifania in Friuli. Dove andare e cosa fare il 5 e 6 gennaio 2025


 Tarcento
 L’Epifania è una delle festività più sentite in Friuli Venezia Giulia, un’occasione che unisce antiche tradizioni religiose e rituali popolari. In tutto il territorio, dalle montagne alle pianure, si celebrano riti propiziatori, falò, manifestazioni storiche e appuntamenti religiosi. 

Il Pignarûl Grant di Tarcento

Tarcento, uno degli eventi più attesi dell’Epifania è l’accensione del Pignarûl Grant a Coia, il 6 gennaio. Questo tradizionale falò propiziatorio è il centro della festa. La giornata inizierà presto con la marcialonga “Atôr pai Pignarui” alle 8.30, seguita dalla fiaccolata delle 18.15 che condurrà il Vecchio Venerando alla collina di Coia. Il rito culminerà con l’accensione del Pignarûl alle 19, un evento atteso da tutta la comunità. Il fumo che si alza dal falò sarà interpretato per predire il futuro del nuovo anno, a seconda della sua direzione. A seguire, ci sarà una serie di eventi e spettacoli, tra cui il tradizionale Palio dei Pignarulârs, la corsa con i carri infuocati. La serata si concluderà con i fuochi d’artificio e un concerto.

fonte https://www.nordest24.it/eventi-epifania-friuli-2025/



da fb

venerdì 3 gennaio 2025

KOLEDO

FONTE IL MIO VECCHIO BLOG


Una volta il giorno di Capodanno in Val Torre i bambini andavano di casa in casa per ricevere il "koledo".Questo era una "mancia" che consisteva in noci,nocciole,castagne,mele,solo più tardi caramelle ,uova o qualche monetina.

Questa usanza la troviamo anche a Resia, in Val Natisone, in Slovenia e in altri paesi di origine slovena.In Val Torre i bambini cantavano una filastrocca:
"koledo novo ljeto,Buoh nan dejte no dorò lieto".

Koledniki:i ragazzi che andavano il giorno di Capodanno a chiedere la "mancia"



Anche la Slavia si sta preparando a festeggiare la fine dell’anno vecchio e l’arrivo del 2022.. Una delle tradizioni più antiche è la «koleda», la questua del periodo natalizio conosciuta in Slovenia e in tutto il mondo slavo. Un tempo il rito si svolgeva in tutti i paesi. Ora nelle Valli del Natisone è restato a Cicigolis di Pulfero, dove nell’ultima sera dell’anno  gli uomini del paese, portando una stella, intonando canti tradizionali, effettuano una questua di casa in casa. Al mattino (dalle 9.30) si svolge, invece, la koleda dei bambini. A Lusevera, nell’Alta val Torre, i bambini raccolgono la «Koleda» l’1 gennaio, mentre a Ugovizza, in Valcanale, lo fanno il 6 gennaio, nella solennità dell’Epifania. Il Capodanno sarà atteso nelle valli slovene del Friuli con veglioni nelle abitazioni e nei locali pubblici. Ormai è tradizione che gli appassionati della montagna si ritrovino a farsi gli auguri in vetta al Matajur. I membri della Planinska družina Benečije facevano il veglione nel loro rifugio «Dom na Matajure», mentre quelli della sottosezione Cai «Valnatisone» salivano dal paese di Montemaggiore.
Ora con la pandemia molte manifestazioni sono state annullate,

Sneguročka leggenda russa

 

Sneguročka-leggenda russa

Quando ero bambina mi piacevano molto le leggende e favole russe.Una di queste è Sneguročka.

Sneguročka (in russo: Снегу́рочка?, pronuncia: [sʲnʲɪˈɡurət͡ɕkə]) o Snegurka (Снегу́рка), ovvero Fanciulla di neve o Nevina (dal russo sneg, "neve") è un personaggio del folclore russo, che si ritrova in varie fiabe e leggende popolari.

A partire dall'epoca sovietica, tale figura è stata associata anche al periodo natalizio, e al Capodanno in modo particolare, dove compare come nipote del portatore di doni Nonno Gelo (Ded Moroz).[1][2][3][4]

Il personaggio, riconducibile probabilmente a credenze pagane degli antichi Slavi[1], divenne popolare nel XIX secolo grazie ad un'opera teatrale di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij.[1] Alla figura di Sneguročka sono state dedicate opere teatrali e musicali, film, ecc.[2]Sneguročka viene descritta come una bella ragazza dai capelli biondi a treccia, che porta un vestito azzurro bordato di pelliccia.[3]

Secondo la leggenda, Sneguročka sarebbe la figlia della Primavera e dell'Inverno[2] e fa la propria comparsa d'inverno, per poi fare ritorno nel lontano nord durante l'estate.[3] A lei è impedito di amare: se dovesse innamorarsi, il suo corpo si scioglierebbe come neve.[2]

Come accompagnatrice di Nonno Gelo, vive insieme a lui a Velikij Ustjug e distribuisce regali ai bambini.


Una leggenda[1] racconta che Sneguročka era la figlia di due persone che non riusciavano ad avere figli e, per questo motivo, decisero di "fare" una figlia con della neve.[1] Un giorno, Sneguročka, che d'estate si sentiva sempre triste, andò in un bosco con altre ragazze per raccogliere dei fiori; le ragazze accesero poi un falò, attorno al quale si misero a saltare: lo fece anche Sneguročka, che però si sciolse diventando una nuvola.[1]

Un'altra leggenda[5] racconta che Sneguročka era la figlia della Fata Primavera e del Vecchio Inverno e che Jarilo, il Sole, l'aveva condannata a morire se mai si fosse innamorata di qualche ragazzo; per questo motivo, viene tenuta a lungo nascosta dalla madre. Un giorno però Sneguročka conosce Mizgir', il fidanzato della sua migliore amica e se ne innamora, ricambiata: questo sentimento però costa la vita a Sneguročka, che si scioglie colpita da un raggio di sole; Mizgir', affranto dal dolore, decide di togliersi la vita, gettandosi in un lago.

https://it.wikipedia.org/wiki/Sneguro%C4%8Dka



TRAMONTO in Benecia

 


da https://ispirazionezero.tumblr.com/post/636338001675452416/from-dark-to-light

GLI STRUCCHI dolci natalizi delle Valli del Natisone/Nediške doline


 Gli Strucchi

Gli strucchi sono dei golosissimi fagottini, piccoli scrigni di assoluta bontà, ideali per rallegrare tutte le festività, in particolare il Natale. Questi dolci sono tipici della Valli del Natisone, piccolo territorio del Friuli Venezia Giulia a ridosso del confine sloveno. Assieme alla gubana, con cui hanno in comune il classico ripieno, venivano prodotti già nel 1409. Documenti storici riportano che all’arrivo di Papa Gregorio XII, in quel di Cividale del Friuli, ricchi banchetti venivano preparati con le migliori pietanze e tra i dolci erano sempre presenti gubane e strucchi. Fino a metà del secolo scorso queste piccole delizie venivano preparate esclusivamente tra le mura domestiche. Nel tempo, con l’aumentare del flusso turistico, grazie alla bellezza di queste vallate incontaminate e della nota Cividale longobarda, i forni artigianali locali iniziarono a commercializzare ottenendo immediatamente un grandissimo successo, tanto da diventare simbolo dolciario del territorio.

continua https://www.lidentita.it/regioni-in-tavola-friuli-venezia-giulia-gli-strucchi/

Rosa Fabregat




Il 30 dicembre è morta nella sua casa di Lleida la poetessa catalana Rosa Fabregat. Farmacista, si appassionò alla letteratura pubblicando una dozzina di romanzi e una dozzina di libri di poesia, oltre a racconti, saggi e articoli su testate di Barcellona e di Lleida. Molte delle sue poesie celano sotto un’apparenza chiara significati esperienziali intensamente sentiti, conflitti emotivi, cambiamenti e processi vitali. La poesia è stata dunque per lei il mezzo per trascenderli e per liberarsi.

FIGLIO

Figlio,
tu sei la vita che sale
su una sedia.
Io
sono la sedia
su cui sale
una vita che comincia.

(da Stelle, 1978)

GIOCHI

Due lune d'argento,
- bicchieri dolci -
mi allungano gli occhi
con luce elastica.

Il disco bianco della notte
scivola a poco a poco
nell'oscurità
finché non si scioglie:
gioca con lo spazio.
Il disco bianco dell'orologio,
gemello dell'altro,
occhio luminoso del campanile,
incastonato nella pietra,
pieno di ingranaggi,
gioca con il tempo.

(da Tempo del corpo e tredici lune fragola, 1980)

da https://cantosirene.blogspot.com/2025/01/rosa-fabregat.html

giovedì 2 gennaio 2025

FRIULI CRONACA


 


dal web

Nella notte di capodanno gli operatori della centrale operativa Sores Fvg hanno ricevuto e gestito 497 chiamate, rispetto ad una media di una notte "normale" tra le 320 e le 360. Da segnalare la necessità di far alzare in volo l'elisoccorso notturno per un arresto cardiaco a Fusine, nei pressi di Tarvisio, ma causa visibilità il velivolo ha dovuto abortire la missione ,che è stata portata a termine con gli equipaggi di terra. Si sono registrate anche alcune uscite di strada, tutte con feriti lievi, portati nei vari ospedali della regione in codice verde. 


Vigili del fuoco dei quattro comandi hanno effettuato invece 59 interventi in regione tra la mezzanotte e le 8 del 1 gennaio. Di questi, 47 interventi sono state operazioni per incendi o principi d'incendio che si sono risolte in tempi brevi e che non hanno coinvolto persone. Dal punto di vista geografico, 28 operazioni sono state effettuate dal comando di Trieste, 17 da quello di Udine, 11 Pordenone e 3 Gorizia

A Trieste una 18enne ha perso un occhio per  un petardo.

Proverbio e consigli

 






mercoledì 1 gennaio 2025

Oggi è la giornata internazionale della PACE




Oggi è la giornata internazionale della PACE 

La Giornata internazionale della pace viene celebrata il 21 settembre di ogni anno. È stata istituita il 30 novembre 1981 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/67[1].

L'Assemblea dichiarò che il Giorno sarebbe stato osservato, il terzo giovedì di settembre ogni anno, come un giorno di pace e di non-violenza, e volse un invito a tutte le nazioni e persone a cessare le ostilità durante il giorno. La risoluzione invitava tutti gli stati membri, organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, organizzazioni regionali e non governative ed individui a commemorare il giorno in maniera appropriata, sia attraverso l'educazione e la consapevolezza pubblica, sia nella cooperazione con le Nazioni Unite per la pace globale.

Dopo una campagna di Jeremy Gilley e della organizzazione Peace One Day, 7 settembre del 2001 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la risoluzione 55/282 tramite la quale dichiara che, a partire dal 2002, la Giornata Internazionale della Pace sarà celebrata il 21 settembre di ogni anno, e questo sarebbe diventato il giorno del Cessate il fuoco.

Nel 2005 si tenne una cerimonia al "Peace Bell" alle Nazioni Unite a New York.

L'osservanza della giornata mondiale per la pace sta cominciando ad essere sempre più diffusa, soprattutto nelle scuole con attività volte alla Pace. 

da wikipedia.


realizzazione di Darinka

1 A di Mengeš (Slovenijja)

progetto Pace


John Lennon, Image

Immagina nel mondo
la gente senza dei
e senza più l’inferno
e il cielo sopra noi
immagina che il mondo
sia dell’umanità.

Immagina un bel mondo
senza nazioni e idee
nessuno da ammazzare
per fede o per bontà
immagina un bel mondo
che vive in pace puoi?

Potrai dire che sogno
che è soltanto utopia
ma può darsi che un giorno
sia per tutti così

Immagina soltanto
la generosità
la fratellanza, il sogno
l’amore e la poesia
immagina il tuo mondo
che vive in armonia

Potrai dire che sogno
che è soltanto utopia
ma può darsi che un giorno
sia per tutti così



Il proverbio friulano della settimana di Vita nei campi


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Prin da l’an, frêt di cjan” ovvero il primo dell’anno di solito c’è un freddo cane.

I MIEI DESIDERI

 


  1. PACE NEL MONDO
  1. RISPETTO
  2. NO VIOLENZA
  3. NO FEMMINICIDI/OMICIDI
  4. NO FURTI
  5. RISPETTO PER LE CATEGORIE DEBOLI
  6.                                                           SALARI PIU' ALTI
  7. LAVORO PER TUTTI
  8. ACCOGLIENZA CIVILE PER I MIGRANTI
  9. SALUTE
ecc

Per il 2025 desidero

  1. PACE NEL MONDO
  1. RISPETTO
  2. NO VIOLENZA
  3. NO FEMMINICIDI/OMICIDI
  4. NO FURTI
  5. RISPETTO PER LE CATEGORIE DEBOLI
  6.                                                           SALARI PIU' ALTI
  7. LAVORO PER TUTTI
  8. ACCOGLIENZA CIVILE PER I MIGRANTI
  9. SALUTE
  10. ecc

La tradizione del KOLEDO

 


“Koledniki”cartolina del famoso pittore sloveno di

origini carniche Maksim Gaspari
immagine dal web

Una volta il giorno di Capodanno in Val Torre i bambini andavano di casa in casa per ricevere il “koledo”, una “mancia” che consisteva in noci,nocciole,castagne,mele,solo più tardi caramelle ,uova o qualche monetina.

Questa usanza la troviamo anche a Resia, in Val Natisone, in Slovenia e in altri paesi di origine slovena.
In Val Torre i bambini cantavano una filastrocca:
” koledo novo ljeto,Buoh nan dejte no dorò lieto”.

Anche la Slavia si è preparata
a festeggiare la fine dell’anno vecchio e l’arrivo del 2025. Una delle tradizioni più antiche è la «koleda», la questua del periodo natalizio conosciuta in Slovenia e in tutto il mondo slavo. Un tempo il rito si svolgeva in tutti i paesi. Ora nelle Valli del Natisone è restato a Cicigolis di Pulfero, dove nell’ultima sera dell’anno (dalle ore 17.30) gli uomini del paese, portando una stella, intonando canti tradizionali, effettuano una questua di casa in casa. Al mattino (dalle 9.30) si svolge, invece, la koleda dei bambini. A Lusevera, nell’Alta val Torre, i bambini raccolgono la «Koleda» l’1 gennaio, mentre a Ugovizza, in Valcanale, lo fanno il 6 gennaio, nella solennità dell’Epifania. Il Capodanno sarà atteso nelle valli slovene del Friuli con veglioni nelle abitazioni e nei locali pubblici.

dal mio vecchio blog

basta guerre

basta guerre
basta guerre

disclaimer

Giulio siamo noi

Giulio siamo noi